Soundtracks

PIOVANI CANTABILE di Nicola Piovani/AA.VV.

 

 

ARTISTA: NICOLA PIOVANI/AA.VV.
TITOLO: Piovani cantabile
ETICHETTA: Sony Classical
ANNO: 2013

C’è un tratto distintivo che fino ad oggi ha caratterizzato l’impegno artistico di Nicola Piovani, ed è che tra i compositori per il cinema del nostro paese è quello che nel tempo ha intrattenuto i rapporti più stretti e continuativi con la ‘forma’ musicale della canzone. Sentendosi, egli, perfettamente a suo agio in questa dimensione. Ricordiamo che aveva collaborato in veste di co-autore ad alcuni storici album di Fabrizio De Andrè nei ’70 quali “Non al denaro, non all’amore né al cielo” e “Storia di un impiegato”. Così, in un periodo ben creativo (in quanto a idee messe in cantiere) e fertile sotto il profilo della visibilità mediatica – oggi assai ampia – di cui Piovani gode ecco che il pianista, compositore e direttore d’orchestra romano ci regala un magnifico lavoro d’assieme delle molteplici sfaccettature che lo hanno visto flirtare con la canzone; ben consapevole il compositore della semplificazione di cui si è gioco forza prigionieri in questi casi. Si tratta di piccole perle nate per il teatro, per il cinema o altro di cui Piovani si è addirittura impegnato a scrivere i testi. Per altre canzoni i testi sono opera degli amici fidati di sempre: Roberto Benigni (che qui riscrive e ripropone “La vita è bella”) e Vincenzo Cerami; in un caso è perfino il Pirandello di “Liolà” a fare da testo conduttore. Ecco così spiegato il titolo di “Cantabile” dato alla compilation che si ammanta pure di riferimenti colti tipici della nostra tradizione operistica e melodrammatica del “Bel Canto”. Insomma la forma canzone applicata alle musiche non solo per il cinema, non solo per il teatro, ma anche per il cabaret, l’avanspettacolo e quant’altro; tutto reinterpretato, riarrangiato e servito con indiscussa eleganza. E badate bene che si tratta di un’operazione per nulla banale, con i suoi riferimenti alti alla cultura nostrana. All’apparenza sembra una compilation fuori registro, in realtà è un itinerario variegato, supportato dalle voci di alcuni protagonisti della scena musicale e artistica, tra generi e linguaggi diversi tra loro ma accomunati da una stessa identità culturale: una trasversalità che dovrebbe a mio avviso indurre riflessioni più profonde sullo stato dell’arte della nostra scena musicale e sulla strada che bisognerebbe percorrere per affrancarsi dagli stupidi modelli passeggeri che infestano il nostro paese. Un prezioso booklet riporta un’introduzione dello stesso 67enne compositore romano e tutti i testi dei brani (per un’ora complessiva), tra canzoni e intermezzi, che Piovani introduce con alcune efficaci note. Un’attenzione particolare, degna del suo profilo di musicista colto, Piovani l’ha posta nella cura con cui ha raccordato ogni brano a quello successivo con un breve intermezzo musicale che ne significasse una precisa continuità – «Un filo conduttore per rendere meno brusco il salto stilistico fra le canzoni» ha spiegato Nicola -, e perfino nella metrica e nella fonetica dei testi.  Alla resa dei conti ci si rende conto che gli unici brani provenienti dal cinema sono solo due: “Canzone del mal di luna”, da “Kaos” dei fratelli Taviani, interpretata con nerbo espressivo da Giusy Ferreri e “Sorridi amore e vai” da “La vita è bella”, riletta a modo suo da Roberto Benigni. Le altre canzoni testimoniano dell’anima grotesque di “Al Simbonèi” (Peppe Servillo), la ninna nanna di “E lalabài” (Giorgia), il valzer evocativo di “Alla fine della storia” (De Gregori), il ragtime di “Quando verrà” (Jovanotti), la nostalgica “Quanto t’ho amato” (Gianni Morandi in un magnifico duetto con Noa), originariamente interpretata da Benigni, la tanguera “Vai col treno” (Fiorella Mannoia); e le meraviglie non finiscono qui perché ci sono ancora il tenore Vittorio Grigolo, Gigi Proietti (con la deliziosa “Gasparì à Paris”), Tosca, Giusy Ferrero (con la splendida “Mal di Luna” su testo popolare in dialetto siciliano) e di nuovo Giorgia (“Near You” in inglese su testo di Noa). A margine di tutto ciò va sottolineata l’elevata qualità offerto a supporto dagli strumentisti di alto calibro di cui si è servito Piovani e con il corollario del quartetto d’archi dell’Orchestra della Scala e della Brescia Orchestra. Tra gli ospiti Fabrizio Bosso alla tromba e Giovanni Sollima al violoncello.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Nella prefazione Piovani ha scritto:

«Ho sempre ritenuto la canzone una forma musicale potentissima, come dimostra la storia della musica moderna, da Franz Schubert a Leonard Cohen, da Hugo Wolf a Paolo Conte, da Rossini a Cioffi-Pisano. La  canzone è altresì un genere difficilissimo, nel quale mi sono cimentato solo occasionalmente e con molta prudenza, quando lo richiedeva un’esigenza di sceneggiatura per un film, o un copione per il teatro. Ho sempre avuto un po’ di timore ad avvicinarmi a questa forma di composizione che richiede una grande capacità di sintesi espressiva: non è facile, in pochi minuti, affrontare, sviluppare e concludere un discorso poeticamente coerente,  tenendo in conto la metrica del testo e la cantabilità delle frasi.
Cantabile è il termine che musicisti come Mozart, Beethoven, Tchaikovsky apponevano, in italiano, alle loro partiture, accanto al termine andante, adagio, allegro, a indicare la cantabilità del brano strumentale. E così ho intitolato questo disco, che vuole essere un mio breve itinerario per i sentieri del canto leggero dalla romanza tenorile alla macchietta di varietà. Fra questi due estremi, ho giocato con alcune delle tante facce stilistiche che la canzone può assumere.
Fra un canto e l’altro, ci sono dei brevi intermezzi strumentali che si incaricano di guidare l’ascoltatore dalla tonalità del brano precedente a quella del brano seguente, per cercare di rendere meno brusco il salto stilistico a chi, bontà sua, vorrà ascoltare quest’album tutto di fila».

 

Tracklist:
1.E lalabai – Giorgia
2.Fandanguillo – arpa: Luisa Prandina
3.Baci a memoria – Francesco De Gregori
4.Bayan – bandoneon: g.zambelli / chitarra g.tampalini
5.Al simboney – Peppe Servillo
6.Pantomima per archi – quartetto d’archi della teatro alla scala
7.Quanto t’ho amato – Gianni Morandi e Noa
8.Tanghetto – quartetto d’archi della teatro alla scala
9.Vai col treno – Fiorella Mannoia/tromba: Fabrizio Bosso
10.Nenia – chitarra: Giulio Tampalini
11.Mal di luna – Giusy Ferreri
12.Ragtime – pianoforte Nicola Piovani
13.Quando verrà – Jovanotti
14.Habanera – violoncello: Giovanni Sollima
15.Romanza di liolà – Vittorio Grigolo
16.Allegretto – pianoforte: Nicola Piovani
17.Gasparì (à paris) – Gigi Proietti
18.Cadenza – violoncello: Giovanni Sollima
19.Il merlo innamorato – Tosca
20.Near you – Giorgia
21.Largo – violoncello: Giovanni Sollima
22.La vita è bella – Roberto Benigni