PETER O’TOOLE, addio!
Ricordo con gran piacere quando, durante il mio viaggio in Cina nel 1986, incontrai Peter O’Toole nel Tempio del Cielo di Pechino, accompagnato da una guida turistica cinese.
Lo fermai con cortesia e gli manifestai tutta la mia ammirazione fermandomi a scambiare qualche battuta con lui. L’attore irlandese, che all’epoca era in Cina per girare “L’ultimo Imperatore” di Bernardo Bertolucci, rimase un po’ sorpreso dal mio entusiasmo ma mi rispose con tutto il suo irrinunciabile ed altero aplomb inglese. Per me è stato un momento magico perché avevo eletto fin da ragazzo O’Toole quale uno dei miei attori preferiti da quando lo ‘scoprii’ (e non sono il solo) in “Lawrence d’Arabia”, uno dei film della mia vita, un film di culto per il sottoscritto; ne ho altri ovviamente (penso, così a braccio, a “Voglio la testa di Garcia”, “New York, New York”, “The Dead – Gente di Dublino”, “C’era una volta in America“, “Amarcord”, “Ogni cosa è illuminata”, “La conversazione”, ma anche a “Toro Scatenato”, “La finestra sul cortile”, “I duellanti”, “Nuovo Cinema Paradiso”, “Pat Garret & Billy The Kid”, “Incontri ravvicinati del Terzo Tipo”, “Per qualche dollaro in più”, “Vestito per uccidere”, “Amabili resti”, “Big Fish” e sicuramente ce ne sono altri) ma il fascino che riveste per il sottoscritto “Lawrence d’Arabia” è unico, forse anche perché è stato il primo dei film che ho amato perdutamente. La figura tormentata di Lawrence, l’indimenticabile interpretazione di O’Toole, l’epicità della materia trattata, la bellezza incomparabile delle immagini e degli scenari ‘en plen air’ nel deserto concepiti da David Lean, la musica indimenticabile di Maurice Jarre hanno avuto – e continuano ad avere – un fortissimo impatto emozionale su di me. Peter O’Toole se n’è andato un paio di giorni fa ma la notizia è giunta sulla rete solo ieri) all’età di 81 anni; era nato in Irlanda, nel Connemare il 2 agosto del 1932 ed era ricoverato da tempo al Wellington Hospital di Londra. Proprio lo scorso anno aveva annunciato il ritiro dalle scene di Cinema e Teatro; il suo fisico troppo provato non poteva più reggere gli impegni di lavoro. Alto, biondo, con gli occhi azzurri e lo sguardo fiero, Peter O’Toole pur essendo nato in Irlanda – dove in seguito, dopo il suo successo è tornato a vivere per un lungo periodo – è cresciuto in Inghilterra, a Leeds avviando la sua attività di attore in teatro fin dall’età di 17 anni e debuttato sul grande schermo nel 1960. Ma la fama, repentina, è arrivata nel 1962 grazie a “Lawrence d’Arabia” nei panni di Thomas Edward Lawrence, l’allora tenente dell’esercito britannico che fu tra i capi carismatici della rivolta araba di inizio Novecento, che lo ha reso immediatamente un divo internazionale. L’immagine di O’Toole è indissolubilmente legata a questo film; nella sua carriera, tra alti e bassi e periodi (diciamo) di latitanza, dovuti a stravizi nel consumo di alcool, l’attore ha ricevuto ben 8 candidature all’Oscar (l’ultima per “Venus” nel 2006) senza mai vincerlo. L’Academy Award ha provveduto a saldare questo debito con la storia assegnandoli un più che meritato Oscar alla Carriera nel 2003 che gli venne consegnato da Meryl Streep. Tra i film più significativi della sua filmografia vale la pena citare “Becket e il suo re” (1964), “Lord Jim” (1965), “Ciao Pussycat” (1965), “Come rubare un milione di dollari e vivere felici” (1966), “La notte dei generali” (1967), “Il leone d’inverno” (1968), “Goodbye, Mr. Chips” (1969), “La classe dirigente” (1972), “L’uomo della Mancha” (1972, nei panni di Don Chisciotte al fianco di Sophia Loren), “L’ultimo imperatore” (1987) di Bernardo Bertolucci, “High Spirits” (1988) e più di recente “Troy” (2004). Non ha avuto una grandissima carriera Peter O’Toole, non ha mantenuto negli anni le magnifiche premesse dell’esordio, ma quel suo “Lawrence d’Arabia” è stato sufficiente a proiettarlo nella memoria collettiva di qualsiasi grande appassionato di cinema. Per sempre!
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione di Sony Pictures Home Entertainment)
E qui c’è il videoclip della colonna sonora di “Lawrence d’Arabia”:
Maurice Jarre – Lawrence of Arabia