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PAST LIVES di Celine Song in 4K Ultra-HD

 

 

 

 

 

Past Lives” diretto da Celine Song, un film delicato e minimalista, alla maniera dell’incantevole “Perfect Days” di Wim Wenders, e che si insinua nello spettatore lentamente fino a conquistarlo definitivamente con il suo finale, è ora disponibile sul mercato dell’Home Video, dopo l’uscita nelle sale lo scorso giorno di San Valentino, in una eccellente edizione 4k Ultra-HD curata da Lucky Red e distribuita da Plaion Pictures. Il film racconta la storia di due amici di infanzia che si ritrovano da adulti.

 

A guardarlo, “Past Lives” mi ha ricordato immediatamente la malinconica e dolente odissea sentimentale dei protagonisti di “In The Mood For Love” di Wong Kar-Wai, del 2000, anche per evidenti similitudini geo-politiche, ma come non riandare con la memoria al più classico dei film sugli amori ‘impossibili’, ovvero “Breve incontro”, di David Lean, del 1945. Ma sono poi tanti, nel film, i riferimenti ad Antonioni, la cui influenza caratterizza da tempo gran parte del cinema asiatico d’autore. Sinossi: A Seoul Na-young e Hang-seo sono fidanzatini alle scuole medie, ma i genitori della ragazza si trasferiscono dalla Corea del Sud a New York interrompendo d’improvviso la tenera relazione adolescenziale. Trascorrono dodici anni dalla dolorosa separazione, ed i due giovani (Na-young ora si chiama Nora) si ‘ritrovano’ via Skype. I protagonisti sono ora maggiorenni, ma ancora molto giovani. Dinanzi all’impossibilità di incontrarsi in tempi brevi Nora, che ha abbracciato una carriera da scrittrice a New York, decide di interrompere la nuova, ‘timida’ relazione a distanza. Passano altri dodici anni ed è Hang-seo che prende un aereo per la ‘Grande Mela’ per incontrare Nora, laddove la donna è ora una scrittrice sposata con un altro artista, lo statunitense Arthur. Celine Song, nata in Corea del Sud e trasferitasi con la famiglia all’età di 12 anni in Canada dove ha frequentato la Queen’s University in Ontario, laureandosi in Psicologia per poi conseguire un MFA in Drammaturgia presso la Columbia University di New York nel 2014, con “Past Lives” (autrice pure della sceneggiatura) ha fatto il suo esordio alla regia, presentando in anteprima la sua opera al Sundance Film Festival. La Song ci propone il suo film con una narrazione in parte autobiografica e in parte romanzata, servendosi di una struttura narrativa insolita, comunque mostra di avere una passione cinefila per il mélo classico e moderno. Di fatto, come detto, il film è ispirato alla sua vita; trasfigurato però in una sorta di viaggio spaziotemporale nella sua sfera più intima. Mantiene sempre un tocco leggero e sognante, senza nulla togliere però alla profondità della dimensione introspettiva, anzi. È davvero splendida, per originalità ed efficacia quale chiave di volta, la suggestiva introduzione alla storia, l’incipit del film: ascoltiamo le voci fuoricampo di ipotetici avventori del bar in cui si sta sviluppando la ripresa e che si interrogano sui possibili rapporti che intercorrono tra tre persone al centro della scena: un americano, un coreano e una coreano-americana. Una voce femminile e una maschile, non identificabili perché fuori campo – ma a posteriori si può presumere che siano quelle di altri clienti che osservano i tre a distanza – si interrogano su chi siano, su cosa li leghi tra loro. Il ragazzo bianco e quella asiatica sono una coppia, e il ragazzo asiatico è il fratello di lei? Sono i due ragazzi asiatici a essere una coppia e il ragazzo bianco l’amico? O sono turisti e il ragazzo bianco è la loro guida? Oppure sono colleghi? In verità nessuna delle spiegazioni li soddisfa, nessuna funziona davvero. Il mistero resiste, per loro come per lo spettatore. Ma in compenso noi spettatori sapremo, a fine film, che la vita vera supera l’immaginazione. I punti di vista degli osservatori sono differenti e contrastanti, come lo sono per il trio in questione, in un film che prova a rendere conto delle diverse angolazioni da cui si può osservare questa ronde à trois, senza verità certe. L’amore è anche un incontro di punti di vista, e nella sua forma più pura è raro almeno quanto la concordanza di questi ultimi. Viene ribadito ed amplificato il concetto che l’amore può avere un percorso accidentato (inevitabilmente condizionato dal caso e dal destino) indipendente dalla volontà di chi è chiamato in causa; spesso si può essere dinanzi ad un bivio esistenziale imperscrutabile. In questo film i fili della temporalità o della narrazione equivalgono a quelli del destino, in un senso molto orientale. Ed è il prologo, l’enunciazione di tutto. Assistiamo da spettatori a tre piani temporali del racconto: gli anni Novanta dell’infanzia in Corea; il nuovo incontro grazie alla tecnologia, attraverso social e videochiamate Skype; l’improvviso viaggio di Hang-seo, che spezza l’equilibrio e destabilizza la vita newyorchese ormai consolidata di Nora. Di fatto una tensione invisibile ora li avvicina e ora li allontana. Alla fine rimaniamo straniati e sospesi ad interrogarci su come avrebbero potuto andare le cose tra li due personaggi se le loro ‘sliding-doors’ fossero state diverse. I tre protagonisti, in una strana serata, si ritrovano a discutere di amore, destino e vite passate. Nel silenzio minimalista in cui è calata la vicenda si erge invece la forza affabulatoria dell’amore inespresso e incompiuto. È significativo che sia Nora, alter ego della regista, il personaggio proattivo e pragmatico, di fronte a due uomini confusi e smarriti, fragili e inclini a solidarizzare tra loro, anziché sfidarsi in una singolar tenzone di gelosia. Qui sta l’elemento più contemporaneo, che rende “Past Lives” qualcosa di più di un romantico mélo sull’amore platonico: il ribaltamento del ruolo tradizionalmente attribuito all’elemento maschile della coppia – un tempo trainante e oggi timido e passivo – e a quello femminile – Nora è una donna sicura di sé, avviata a una carriera promettente e disposta anche a sacrificare legami sentimentali pur di poterla perseguire. Si tratta di un film di sentimenti contro il sentimentalismo; ed è per questo onesto e fondamentalmente coraggioso. È un film tutto da scoprire, dal forte contenuto emotivo, e da rivedere più volte per coglierne le sfumature più nascoste. Per apprezzare appieno “Past Lives” è sufficiente essere pragmatici, ovvero essere consapevoli innanzitutto della propria vulnerabilità.
TECNICA
Past Lives” arriva sul mercato dell’Home Entertainment con un trasferimento 1.85:1 HDR10 perfettamente adeguato al contesto filmico in 4K UHD, in una confezione a due dischi che contiene anche il Blu-Ray. Da sottolineare che l’edizione in 4K UHD è stata pubblicata solo in Italia grazie a Plaion Pictures: ciò rappresenta un’ulteriore possibilità per ammirare la resa tecnica di un prodotto del genere che trasmette nostalgia, malinconia e grandi emozioni. È importante sapere che il film è stato girato in pellicola 35 mm, un elemento importante che consente allo spettatore domestico di vivere un’esperienza visiva davvero particolare, perché le immagini vecchio stile assumono un significato ancora più struggente, intrise come sono di quel sentimento di nostalgia che è la vera nota del film e della storia fra Nora e Hae Sung. In aggiunta, poi, il video 4K consente di amplificare questa sensazione, dalla grana perfettamente strutturata al dettaglio assai elevato, fino ad una profondità visiva del quadro video che diventa autentico contenuto emotivo. Non ci sono immagini lucide e artificiali, bensì una tavolozza cromatica molto soffusa che restituisce tonalità molto autunnali. Sotto il profilo sonoro l’edizione Plaion di “Past Lives” è comunque assai valida, pur non essendo un film che mette sotto pressione l’impianto domestico, in quanto può contare sulle tracce audio DTS HD 5.1 italiana e originale (inglese e coreano). Gran parte dei dialoghi sono in coreano corredati da opportuni ed efficaci sottotitoli italiani, mentre nella versione originale le parti doppiate in italiano sono ovviamente in inglese. È evidente, alla luce delle cose dette, che proprio i dialoghi sono la parte preponderante del film, e il fatto di proporre spesso il coreano originale accresce la sensazione di naturalezza ma anche quella del disagio di Arthur nella serata a tre. Comunque sono ottimi gli effetti ambientali e le emozioni suscitate dalla colonna sonora evocativa di Christopher Bear e Daniel Rossen. Assai interessante il reparto dedicato ai Contenuti Extra che troviamo tutti sul disco Blu-Ray. C’è innanzitutto un ‘Making Of’ (17 minuti) in cui vengono approfonditi alcuni temi centrali del film grazie a filmati del ‘Dietro le Quinte’ e interventi della regista e dei componenti del cast. A seguire c’è l’interessantissima featurette “Il Cast” (7 minuti) che svela il lavoro che è stato fatto per creare la giusta alchimia fra i personaggi. In chiusura troviamo altri 7 minuti di scene eliminate e infine il canonico ed immancabile Trailer.

(Luigi Lozzi)                                               © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 


(immagini per cortese concessione della Lucky Red)

NOTE TECNICHE
Il Film 

PAST LIVES
(Past Lives)
Usa, 2023, 107’
Regia: Celine Song
Cast: Greta Lee, Teo Yoo, John Magaro, Seung-ah Moon, Seung Min Yim, Ji Hye Yoon, Ahn Min-Young, Seo Yeon-Woo, Kiha Chang, Shin Hee-Chul, Jun Hyuk Park, Jack Alberts, Jane Yubin Kim, Noo Ri Song, Yoon Seo Choi, Jojo T. Gibbs, Emily Cass McDonnell, Federico Rodriguez, Conrad Schott.

Edizione 4K Ultra-HD + Blu-Ray
Numero Dischi: 2
Durata: 107 minuti (Extra esclusi)
Aspect ratio: Blu-ray UHD: HDR Dolby Vision 1.85:1 2160p @24fps; Blu-ray: 1.85:1 1080p @24fps
Audio 4K Ultra-HD: Italiano 5.1 DTS-HD Master Audio, Inglese/Coreano 5.1 DTS-HD Master Audio
Audio Blu-Ray: Italiano 5.1 DTS-HD Master Audio, Inglese/Coreano 5.1 DTS-HD Master Audio

Distributore: Lucky Red/Plaion Pictures