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OPPENHEIMER di Christopher Nolan

 

 

 

 

 

BOMBA O NON BOMBA

Il film dedicato a J. Robert Oppenheimer, lo scienziato che mise a punto la bomba atomica, e diretto da Christopher Nolan, è un’opera affascinante e coinvolgente nonostante la sua durata di tre ore.

 

 

Oppenheimer” è di fatto il primo film biografico diretto da Christopher Nolan ===Consulta la Filmografia=== ed il regista inglese, come da sua abitudine, con lo stile personale e inconfondibile che lo contraddistingue da tempo, gioca con la struttura temporale della storia e ci regala un ritratto quanto mai dettagliato ed intrigante del geniale personaggio protagonista; racconto avvincente su una delle figure più decisive e contraddittorie della storia. Nolan è regista oramai riconosciuto universalmente, più di ogni altro suo contemporaneo è riuscito ad amalgamare le istanze mainstream con una certa sensibilità colta, costruendo per le platee di tutto il mondo un’idea di blockbuster d’autore. Il suo cinema parla di ordine e di caos, del reale e delle sue manipolazioni, di intelletto e sentimento. Il film, complesso e stratificato, girato ad un ritmo vorticoso grazie al montaggio serrato, è basata sulla biografia “Robert Oppenheimer, trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica” (“American Prometheus” il titolo originale), scritta da Kai Bird e Martin J. Sherwin nel 2005 e Premio Pulitzer, racconta la vita del fisico statunitense inventore della prima bomba atomica, nell’ambito del progetto Manhattan, costruita nella riserva di Los Alamos. Figlio di Julius Seligmann Oppenheimer, un ebreo tedesco emigrato negli Stati Uniti nel 1888 in seguito arricchitosi come importatore tessile, e di Ella Friedman, statunitense di origini tedesche ed ebraiche, esperta d’arte e proprietaria di un atelier a New York, Robert nacque a New York il 22 aprile 1904 (sarebbe morto a Princeton, New Jersey, nel febbraio del 1967, all’età di 62 anni), si laureò ad Harvard nel 1925 (‘summa cum laude’) e dopo essersi affermato come studioso, ricercatore ed insegnate in Europa, nel 1942 il governo degli Stati Uniti lo chiamò a dirigere il progetto Manhattan, per “chiarezza di idee, capacità di sintesi, intuizione e doti organizzative”. Nel film si parla anche della crisi di coscienza successiva agli effetti devastanti della sua invenzione, che lo indusse a rifiutare di lavorare alla realizzazione della temibile bomba all’idrogeno. «I fisici hanno conosciuto il peccato e da questa consapevolezza non potranno mai liberarsi» disse a suo tempo Oppenheimer, ma tra le sue dichiarazioni c’è pure quella che recita, in un delirio di onnipotenza: «Ora sono diventato Morte, il distruttore di mondi» (tradotto dal sanscrito è una citazione dal “Bhagavadgītā”, testo fondamentale dell’Induismo), parole che suggellano la consapevolezza di distruzione dello scienziato che diviene cosciente del senso profondo della sua scoperta. Il film è disseminato di simboli di morte, dall’acqua dell’incipit al fuoco dell’epilogo con il fisico nucleare lì ad inseguire una utopia da realizzare. Emerge, prepotente, il talento visionario di Nolan e di certo nel film non mancano i momenti memorabili. Come nel caso del passaggio centrale del racconto, ovvero l’esplosione della bomba, una scena che cristallizza tutto e sembra davvero fermare il tempo con quella lunga attesa del sonoro della deflagrazione dell’onda d’urto che dura parecchi secondi sospendendo il respiro allo spettatore. C’è nel film una spiritosa e geniale citazione di Albert Einstein (che peraltro ha un piccolo, fondamentale ruolo), e che poi è un paradosso: “In teoria fra la teoria e la pratica non c’è differenza, in pratica sì”. Christopher Nolan, con sapiente gestione dei suoi mezzi narrativi, visivi e visionari, si addentra nell’animo di questo fisico teorico, che viene mostrato impacciato in laboratorio e privo di dimestichezza con i calcoli matematici, eppure capace di (in)seguire un suo credo rivoluzionario (in materia di Fisica Quantistica), profondo e premonitore, in un percorso di conoscenza straordinario ed ambiguo dell’ignoto che potrebbe condurre alla fine del mondo. E il protagonista, persona amante dell’arte e della letteratura, ad un certo punto si domanda: “perché decifrare l’incomprensibile”. Nolan, oltre che essersi accuratamente e responsabilmente documentato, sembra aver fatto sua la visionarietà che ha accompagnato il pensiero e le intuizioni teorico/teologiche di Oppenheimer (che ha il volto e gli occhi inquieti di Cillian Murphy), genio della fisica, e uno dei più importanti studiosi della meccanica quantistica, che nel film si trasforma in simbolo dell’ambizione umana, delle spinte contraddittorie al tempo stesso distruttive e creatrici, dei rischi e delle ambiguità del progresso. Alcune scene di sesso (fin qui pressoché assenti nella filmografia di Christopher Nolan) hanno la funzione di aprire una finestra sulle pulsioni più intime di un uomo controverso ed attraversato dal dubbio che cerca la moralità nel castigo più che nella virtù, nonostante non si è mai pubblicamente pentito, per l’uso della bomba atomica su due Hiroshima e Nagasaki. Non a caso la frase prima citata (“Sono diventato la morte, il distruttore di mondi”) vengono pronunciate nel corso del rapporto carnale con la psichiatra/amante Jean Tatlock (Florence Pugh) destinato a morte prematura laddove coincidono Eros e Thanatos, ovvero l’oggetto del desiderio (e l’erotismo) ed un presagio terminale che condurranno al suicidio della donna. Ad una prima parte dagli echi biblici, con le intuizioni teoriche, la progettazione e la costruzione di un’arma potenzialmente capace di sterminare la specie umana, ne segue un’altra dai risvolti shakespeariani, con le lotte di potere al tempo del maccartismo, la ‘punizione’ cui venne costretto Oppenheimer (un uomo messo di fronte alle sue responsabilità e lasciato solo di fronte alla storia) e la sua crisi esistenziale. Erano gli anni del Maccartismo e della ‘caccia alle streghe’; la storia ci racconta che nel 1954 Hoppenheimer, accusato di filo comunismo, fu messo sotto inchiesta e di conseguenza fu rimosso da ogni incarico e gli venne vietato l’accesso ai segreti atomici. Lo scienziato, L’uomo, che non era abituato a fronteggiare simili prove, ne patì un contraccolpo emotivo sostanziale. Successivamente, grazie all’intervento di Albert Einstein, capo della comunità scientifica, Oppenheimer venne reintegrato e mantenne il ruolo di direttore e professore dell’Institute for Advanced Studies di Princeton fino alla morte, avvenuta per un tumore nel 1967, all’età di 63 anni. Nel 1963 anche il presidente John F. Kennedy si impegnò per una riabilitazione ufficiale, sebbene tardiva, del fisico nucleare che venne insignito del Premio Enrico Fermi. A un certo punto del film Lewis Strauss (un Robert Downey Jr. versatile e sempre bravissimo), un responsabile della Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti, dice al padre della bomba atomica che nessuno è in grado di vedere e comprendere la realtà nei termini in cui la vede lui. Il presidente americano, Harry S. Truman (interpretato da Gary Oldman) porge un fazzoletto a Oppenheimer per lavarsi (simbolicamente) il sangue che ha sulle mani e si esprime in questo modo: «La gente non si ricorderà di chi ha costruito la bomba, ma di chi ha deciso di sganciarla. E quell’uomo sono io». Assolutamente (e perfettamente) calato nei panni dello scienziato dagli occhi di ghiaccio è l’irlandese Cillian Murphy ===Consulta la Filmografia===, il quale esprime tutta la complessità e l’ambiguità del personaggio, con quel suo sguardo penetrante e al contempo spaventato. Accanto a lui, oltre a quelli già citati, compaiono altri attori di spicco seppur in piccoli ruoli come Emily Blunt, Matt Damon, Kenneth Branagh, Rami Malek e Josh Hartnett. Sotto il profilo tecnico conosciamo la cura maniacale con cui Nolan cura la realizzazione dei suoi film, che gira con la massima definizione possibile e il regista londinese non è nuovo (alcune scene de “Il Cavaliere Oscuro” buona parte di “Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno” ce lo ricordano) all’utilizzo di sofisticate cineprese IMAX ad altissima risoluzione che consentono di raggiungere risultati sorprendenti, più immersivi del 3D. è così che “Oppenheimer”, completamente votato alla tecnologia IMAX (è il primo film in cui è stata utilizzata pellicola in bianco e nero IMAX 70mm), oltre che per i contenuti narrativi, diventa giocoforza un ‘evento’ pure (e soprattutto) sotto l’aspetto visivo, e non difetta certo di grandiosità. A suo tempo Nolan aveva bocciato il 3D («I miei pensieri sul 3D sono complicati. Sicuramente mi preoccupa la perdita di luminosità nell’immagine perché credo che il 3D attualmente funzioni molto bene su piccolo schermo con i videogiochi», da un’intervista rilasciata nel 2010 in merito a “Inception”) votandosi completamente alla tecnologia IMAX. A brillare sono gli effetti speciali curati Scott R. Fisher, che in controtendenza rispetto al mirabolante utilizzo della tecnologia futuribile, sono interamente, nello stile acclarato delle opere di Stanley Kubrick e Terrence Malick, privi del supporto del digitale. La narrazione procede su una costruzione di andirivieni temporali a partire da un’introduzione frenetica, con scene riprese da punti di vista differenti, passando dal colore al bianco e nero e movimenti di macchina vorticosi, su cui si innestano un corpo centrale più narrativo e una parte finale rivelatrice. Straordinaria ed intensa è la Fotografia opera di Hoyte van Hoytema. Per la Colonna Sonora Nolan non si avvale, come d’abitudine, del lavoro del più che collaudato Hans Zimmer ma di Ludwig Göransson, capace di offrire agli spettatori uno score di grande impatto sonoro ed emotivo sebbene – forse la musica è troppo invasiva – non perfettamente adeguato alle esigenze narrative e spettacolari del film.

(Valerio Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

 

HOPPENHEIMER
Drammatico
Hoppenheimer
Usa, 2023, 180’
Regia: Christopher Nolan
Cast: Cillian Murphy, Emily Blunt, Robert Downey Jr., Matt Damon, Rami Malek, Florence Pugh, Benny Safdie, Michael Angarano, Josh Hartnett, Kenneth Branagh, Dane DeHaan, Matthew Modine, Dylan Arnold, Olli Haaskivi, Jason Clarke.
Distributore: Universal Pictures International Italia
Data di uscita in Italia: 23 agosto 2023