MYSTERY GIRL DELUXE di Roy Orbison in Vinile
ARTISTA: ROY ORBISON
TITOLO: Mystery Girls Deluxe [2 LP]
ETICHETTA: Roy’s Boys/Legacy/Sony Music
ANNO: 1989/2014
Sull’onda del rilancio – ‘importante’ – dei gloriosi dischi in vinile la Sony Music pubblica in una Special Edition ‘Deluxe’ a 2 dischi, per la prima volta in questo formato nel nostro paese, l’album che Roy Orbison incise poco prima di morire e che venne pubblicato postumo, il 7 febbraio del 1989.
Sony Music Entertainment, attraverso la divisione catalogo Legacy Recordings e in collaborazione con Roy’s Boys LLC, la società formata dai figli del defunto Roy Orbison con sede a Nashville, aveva fatto uscire il doppio vinile ‘Expanded’ da collezione (180 grammi heavy weight 12″) nel 2014 con l’intento di celebrare il 25° anniversario di “Mystery Girl”, e solo adesso, a quattro anni di distanza, questa edizione giunge sul nostro mercato. Roy Kelton Orbison (Vernon, TX, 23 aprile 1936 – Hendersonville, 6 dicembre 1988) è stato tra i maggiori protagonisti della storia del rock’n’roll ma anche una delle figure più sfortunate; comunque un personaggio di culto della canzone americana a tutto tondo, in virtù d’una voce peculiare e distintiva. Assieme a Elvis Presley e Johnny Cash, con i quali incideva per la mitica Sun Records, è stato uno dei padri fondatori del rock‘n’roll nonostante siano in pochi realmente a saperlo. Orbison si rese divulgatore di questa dirompente nuova espressione musicale dalla fine degli anni Cinquanta in poi e sono stati davvero pochi gli artisti che hanno messo in mostra un talento musicale così genuino come Roy Orbison. Lui, texano classe 1936, è stato quindi uno dei più importanti eponimi del Rock della prim’ora, amato da Elvis Presley che lo definì il più grande cantante del mondo, da John Lennon che aveva dichiarato a suo tempo di essersi ispirato a lui nel comporre “Please Please Me” e da Bruce Springsteen (il quale dopo avergli dedicato una delle sue più belle canzoni, “Thunder Road”, nel corso del Rock’ n’ roll Hall of Fame del 1987 lo presentò come quello che aveva scritto canzoni che vanno dritte al cuore della nostra vita di tutti i giorni) ed al contempo uno degli artisti più sfortunati sulla scena: la moglie Claudette morta in un incidente stradale nel 1966, due mesi dopo averla risposata (avevano divorziato nel novembre 1964), due degli allora tre figli morti nell’incendio che distrusse la sua casa a Nashville, egli stesso operato a cuore aperto all’età di 41 anni per poi morire d’infarto nell’88, a soli 52 anni. In sostanza trascurato quando nei Sessanta era uno dei più accreditati rivali di Elvis Presley e obnubilato nei decenni successivi, e quando sembrava, sul finire degli ’80, che fosse sul punto di raccogliere i meritati frutti, per l’amorevole attenzione di cui lo accreditò gente come Bob Dylan, Bruce Springsteen, Tom Petty, George Harrison e Elvis Costello nel tentativo di rilanciarlo, morì per un attacco cardiaco. Cantante e songwriter, Roy diede inizio alla sua carriera quando Elvis e gli Everly Brothers scartarono una canzone da lui scritta nel 1960, “Only the Lonely”. Il brano divenne un grandissimo successo internazionale consacrando la bravura del suo autore. A questo seguirono altri hit indimenticabili a comporre uno straordinario repertorio di ballate romantiche e dolenti, in un mix di blues, rockabilly e bluegrass (oltre a “Only The Lonely”, diventata delle canzoni-simbolo della solitudine, “Crying”, “Blue Bayou”, “Dream Baby”, “In Dreams”, “Running Scared”, “Oh, Pretty Woman”), che hanno fatto sognare più di una generazione, ma solo a posteriori perché Roy è uno di quelli che ha racimolato assai meno di quanto ha seminato. Le sue canzoni appartengono oramai al patrimonio immaginifico di tutti noi appassionati di musica. Il periodo di maggiore successo di Roy durò fino alla metà circa dei Sessanta, durante il quale, oltre a proporre i suoi maggiori successi fu spesso in tournée con nomi famosi quali Beatles (divenne grande amico di John Lennon e George Harrison), Beach Boys, Rolling Stones. Negli ultimi mesi poi della sua esistenza aveva dato vita al supergruppo dei Travelling Wilburys assieme a Bob Dylan, George Harrison, Tom Petty e Jeff Lynne, incidendo un disco di grande successo. Grassottello e bruttino, miope e sofferente di cuore fin dall’infanzia, non aveva certamente l’aspetto richiesto dall’industria per sostenere il suo ruolo di rocker, tant’è che il marchio di figura triste, misteriosa e solitaria, accentuata dagli abiti quasi sempre neri, e dagli eterni occhiali scuri, non lo ha mai abbandonato, ma Roy – che si è portato dietro sempre quest’aura da menagramo anche per le tragedie familiari che lo hanno colpito – possedeva una voce in falsetto unica, divina, capace di spaziare dalle tonalità più basse a quelle più alte con estrema facilità. Chi ha apprezzato il valore di questo cantore di amori sfortunati e solitudini esistenziali lo ha amato sempre e incondizionatamente. Solo tardivamente, come detto, negli ultimi anni della sua esistenza, e grazie all’appassionato contributo di alcuni discepoli illuminati (Dylan, Harrison, Petty e Lynne a costruire con Orbison il supergruppo Traveling Wilburys), la sua stella è tornata a brillare e Roy ha potuto rendere più lieve il suo rammarico. Quando Elvis Presley affermava che Roy Orbison era il più grande vocalist del globo non stava bluffando, stava dando solamente corpo a ciò che in molti pensavano di questo artista unico e… sfortunato, segnato per sempre dai tragici eventi familiari, nato a Vernon nel Texas nel 1936 e scomparso nel 1988, appena un anno dopo che il pubblico lo aveva riscoperto grazie ad un concerto fortemente voluto da artisti che gli dovevano qualcosa in termini di ispirazione. Era il 30 settembre del 1987 quando si tenne un concerto – ora diventato leggendario – al Coconut Grove di Los Angeles, definito come il ‘comeback concert’, il concerto del grande ritorno, nel quale Orbison ebbe a sua disposizione una band a supporto (semplicemente) superlativa, composta tra gli altri da Bruce Springsteen, Tom Waits, Elvis Costello, Jackson Browne e Bonnie Raitt, sotto la guida produttiva di T. Bone Burnett; tutti rispettosamente al servizio del grande Roy e nessuno che cercasse in qualche modo di rubargli la scena. Un ritorno accolto con entusiasmo dai fan di lungo corso, ed Orbison fece appena in tempo a preparare il suo nuovo ed attesissimo disco di studio, “Mystery Girl”, che un infarto lo stroncò, come sappiamo, nel dicembre 1988, prima ancora che l’album venisse pubblicato. Nel 1980 con il brano “That Loving You Feeling Again”, cantato assieme a Emmylou Harris, Toy si era aggiudicato un Grammy Award, e ricordiamo inoltre come David Lynch avesse dato un piccolo-grande contributo al rilancio del cantante utilizzando nel 1986 un classico come “In Dreams” nella colonna sonora del film “Velluto Blu”, rilancio che aveva avuto un momento importante grazie anche al film “Pretty Woman”, ispirato alla sua celebre canzone, diretto da Garry Marshall nel 1990 ed interpretato da Julia Roberts e Richard Gere. Nella Deluxe Edition, oltre alle dieci canzoni che erano incluse nella prima stampa del disco, compaiono nove inediti tra registrazioni in studio e demo. Tra questi “The Way Is Love”, che unisce la traccia vocale di Roy Orbison restaurata per quanto riguarda chitarra, batteria e ‘backing vocal’ dai tre figli di Roy (Roy Jr., Alex e Wesley). “Mystery Girl” è di fatto l’ultimo disco di Roy Orbison e, all’epoca della sua uscita, è stato pure il primo composto di materiali inediti da una decina di anni a quella parte; e si distingue immediatamente per il magnifico e tipico sound ‘sixtiees’ dell’artista corroborato però da una produzione moderna. Vi sono racchiusi, in forma compiuta, tutti i tratti distintivi che hanno reso grande Roy e questo non fa che accrescere il rimpianto per la sua scomparsa. Dieci canzoni per le quali si sono messi al servizio di Orbison ben sei produttori diversi, riuscendo nel miracolo di comporre, nell’insieme, un mosaico compatto ed omogeneo. La voce riconoscibile del cantante e il suo carisma indiscusso non vengono mai sopraffatti dallo straordinario e stellare supporto degli artisti che hanno voluto garantire la loro presenza in fase di registrazione dell’album, e al contempo rendere un omaggio sentito all’artista. Un cast di ‘guest-star’ che annovera tra gli altri i tre-quarti rimanenti dell’ultimo supergruppo nel quale Orbison ha militato, i Traveling Wilburys (George Harrison, Tom Petty e Jeff Lynne; con il solo Bob Dylan a dare forfait per altri impegni presi: tutti e quattro devoti ammiratori del cantante), tre componenti degli Heartbreakers di Petty, T Bone Burnett, Bono degli U2, Elvis Costello, Jim Keltner, alcuni membri dei Fleetwood Mac, Mitchell Froom. Sul tutto pero risplende la voce da brividi lungo la schiena di Roy che fa crescere a dismisura la qualità semplice e diretta di brani quali le roccheggianti “You Got It” e “(All I Can Do Is) Dream You” o la ballata sdolcinata “A Love So Beautiful”. Ognuno degli autori dei testi che si sono messi al servizio dell’artista si è impegnato a comporre qualcosa che aderisse alla perfezione al suo stile consolidato, ed il risultato è stato ampiamente soddisfacente. “You Got It” è diventata con gli anni uno dei pezzi più memorabili del repertorio dello sfortunato artista che si tramanda alle giovani generazioni, si tratta – controcorrente – di un indiscutibile inno all’ottimismo: «Anything you want, you got it, Anything you need, you got it» (Tutto ciò che vuoi ce l’hai, l’hai preso). Con “(All I Can Do Is) Dream You” emerge in maniera efficace la vena rock, con un magnifico gioco di chitarre orchestrato da Jeff Lynne. Un altro brano, tra i migliori dell’album, è certamente “She’s a Mystery to Me”, scritto da Bono e the Edge e prodotto dallo stesso cantante degli U2; non sorprende che la canzone abbia un sound dal vago sapore U2-esque ed il fraseggio vocale di Roy sembra proprio allinearsi in parte agli schemi di Bono, anche se poi alla fine il modo di cantare dell’artista, nella tonalità (drammaticamente) alta e riconoscibile, è Orbison allo stato puro. All’ascolto dell’album la malinconia si fa largo da sola, in modo naturale. “The Only One” è il classico pezzo ‘alla Orbison’ mentre “Windsurfer” e “Careless Heart” chiudono il disco senza lasciare – invero – traccia importante di sé. La palette cromatica del ‘sentire’ Orbison tende ovviamente verso tonalità ‘blue’ e come sempre, nei testi delle canzoni, tracimano le parole ‘lonely’, ‘dream’ e ‘blue’, anche se ‘sogno’ stride con la sostanza di un pezzo qual è “In the Real World” (“But in the real world, we must say real goodbyes/No matter if the love will live/Will never die”) oppure Roy è ironico e auto-commiserativo sulla ‘solitudine’ che pervade “The Only One”, brano che deve il suo incedere, ed il suo groove alla Memphis sound, alla presenza del veterano della Stax-Volt, Steve Cropper, chitarrista ed arrangiatore un tempo al fianco di Otis Redding, (è Steve ad aver prodotto nel 1967 la mitica “(Sittin’ On) The Dock Of The Bay” di Otis) successivamente componente dei Blues Brothers di John Belushi e Dan Aykroyd. Con rara ironia, e con riferimento al suo mood personale e alle vicissitudini patite sulla propria pelle, Orbison canta: “You’re the only one with a broken heart/The only one who is falling apart/The only one in a crowded room”. Accanto al contributo di scrittura di Bono anche Elvis Costello ha ampliato il range espressivo (ed innovativo) del disco di ‘Big O’ (è questo l’appellativo con cui viene spesso indicato Orbison) con il brano “The Comedians”, ancora una storia intorno ad un amore perduto ma costruito su un tempo dispari (ed indubbia fantasia negli arrangiamenti) che sorprendentemente calza a pennello a Roy. Tre brani – “You Got It”, “A Love So Beautiful” e “California Blue” – sono stati co-scritti e prodotti da Jeff Lynne, il leader della Electric Light Orchestra, che con Roy aveva instaurato un’amicizia speciale, ed oggi sono diventati classici senza tempo del repertorio di Roy a tutti gli effetti. “She’s A Mystery To Me”, prodotta da Bono Vox, suscita emozione così come alcune altre gemme dell’album (“In The Real World”, “(All I Can Do Is) Dream You”, “Careless Heart”). Tre settimane dopo la sua morte, avvenuta – come detto – per un attacco cardiaco, l’album “Mystery Girl” raggiungeva la posizione #2 nella classifica ‘UK Album’ e il singolo estratto, “You Got It”, la #3 in quella ‘UK Singles’. “You Got It” entrava nella Top Ten di Billboard: 25 anni dopo che “Oh, Pretty Woman” aveva raggiunto la #1 nel 1964, vendendo sette milioni di copie. “The Way Is Love” è stato recuperato da un audio-tape del 1986 ed è stato lavorato e rimasterizzato dai tre figli di Orbison, Wesley, Roy Jr. e Alex. Le bonus-track aggiunte alla ‘Deluxe Edition’ ci danno una ulteriore conferma del talento di Roy ed enfatizzano ancor meglio la straordinaria qualità di una voce unica e leggendaria. L’ascolto del doppio album in vinile vi permetterà di essere catapultati in una dimensione vintage e nostalgica, distante anni luce dalla realtà in cui ci si muove (musicalmente) al giorno d’oggi, e – credetemi – non è cosa da poco. Roy Orbison merita di essere collocato in posizione di rilievo tra le grandi figure del Rock.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione di Legacy/Sony Music)
Mystery Girl Deluxe – Roy Orbison
Tracklist (LP):
Side One
1. You Got It – 3:30 (Roy Orbison, Jeff Lynne, Tom Petty)
2. In the Real World – 3:44 (Richard Kerr, Will Jennings)
3. (All I Can Do Is) Dream You – 3:39 (Billy Burnette, David Malloy)
4. A Love So Beautiful – 3:33 (Roy Orbison, Jeff Lynne)
5. California Blue – 3:57 (Roy Orbison, Jeff Lynne, Tom Petty)
Side Two
1. She’s a Mystery to Me – 4:16 (Bono, The Edge)
2. The Comedians – 3:26 (Elvis Costello)
3. The Only One – 3:55 (Wesley Orbison, Craig Wiseman)
4. Windsurfer – 4:01 (Roy Orbison, Bill Dees)
5. Careless Heart – 4:08 (Roy Orbison, Diane Warren, Albert Hammond)
Side Three – Bonus songs
1. The Way Is Love (unreleased with new instruments and vocals)
2. She’s a Mystery to Me (Studio demo with Bono)
3. (All I Can Do Is) Dream You (Studio Demo)
4. The Only One (Studio Demo)
Side Four – Bonus songs
1. The Comedians (Studio Demo)
2. In the Real World (Studio Demo)
3. California Blue (Studio Demo)
4. Windsurfer (Work-tape Demo)
5. You Are My Love (Work-tape Demo)
Musicisti
Roy Orbison – vocals, backing vocals, acoustic guitar, electric guitar
Jeff Lynne – electric guitar, acoustic guitar, keyboards, piano, bass, backing vocals
Tom Petty – acoustic guitar, backing vocals
Mike Campbell – electric guitar, acoustic guitar, bass, mandolin
Jim Keltner – drums
Howie Epstein – bass, backing vocals
Benmont Tench – piano, organ, cheap strings
Additional personnel
Phil Jones, Michael Utley, Barbara Orbison, Roy Orbison, Jr., Al Kooper, Rick Vito, Tom “T-Bone” Wolk, Buell Neidlinger, Billy Burnette, Mickey Curry, George Harrison, Ray Cooper, Louis Clark, Ian Wallace, Bono, David Rhodes, T-Bone Burnett, Mitchell Froom, Jerry Scheff, David Miner, Gary Coleman, Steve Cropper, The Memphis Horns
Discografia di Roy Orbison:
Ooby Dooby, 1956
Lonely and Blue (Monument, 1961) Re-issued, 2006 (Legacy Recordings)
Crying (Monument, 1962) Re-issued, 2006 (Legacy Recordings)
Roy Orbison’s Greatest Hits (Monument, 1962)
In Dreams (Monument, 1963) Re-issued, 2006 (Legacy Recordings)
More of Roy Orbison’s Greatest Hits (Monument, 1964)
There Is Only One Roy Orbison (MGM, 1965)
Orbisongs (Monument, 1965)
The Orbison Way (MGM, 1966)
The Classic Roy Orbison (MGM, 1966)
Roy Orbison Sings Don Gibson (MGM, 1967)
The Fastest Guitar Alive (Movie Soundtrack) (MGM, 1967)
Cry Softly Lonely One (MGM, 1967)
Roy Orbison’s Many Moods (MGM, 1969)
The Great Songs of Roy Orbison (MGM, 1970)
Hank Williams the Roy Orbison Way (MGM, 1970)
The Big O (UK, London, 1970)
Zig Zag (Movie Soundtrack) (MGM, 1970)
Roy Orbison Sings (MGM, 1972)
Memphis (MGM, 1972)
Milestones (MGM, 1973)
I’m Still in Love with You (Mercury, 1974)
The Living Legend of Roy Orbison (compilation album, Columbia Special Products, Candlelite Music, 1975)
Regeneration (Monument, 1976)
All-Time Greatest Hits (Monument, 1977)
Living Legend (Movie Soundtrack, 1978)
Laminar Flow (Asylum Records, 1979)
Roadie (Movie Soundtrack) (Warner Bros., 1980)
Class of ’55 (Lewis, Cash and Perkins) (Polygram, 1985)
Insignificance (Movie Sountrack) (Zenith, 1985)
Blue Velvet (Movie Soundtrack) (Varese Sarabande, 1986)
In Dreams: The Greatest Hits (New recordings, Virgin, 1987)
Less Than Zero (Movie Soundtrack)(Def Jam/Columbia, 1987)
Hiding Out (Movie Soundtrack) (Virgin, 1987)
Traveling Wilburys Vol. 1 (Wilbury/WB, 1988)
Mystery Girl (Virgin, 1989) Re-issued, 2006 (Legacy Recordings)
A Black & White Night Live (Virgin, 1989) Re-issued, 2006 (Legacy Recordings)
King of Hearts (Virgin, 1992)
I Singoli di Roy Orbison arrivati nella Top 10 delle classifiche americane:
Only the Lonely (1960, #2)
Blue Angel (1960, #9)
Running Scared (1961, #1)
Crying (1961, #2)
Dream Baby (1962, #4)
In Dreams (1963, #7)
It’s Over (1964, #9)
Oh, Pretty Woman (1964, #1)
You Got It (1989, #9)