MONO dei Mavericks
ARTISTA: MAVERICKS
TITOLO: Mono
ETICHETTA: Valory Music/Universal Music
ANNO: 2015
Riuscite ad immaginare una formazione country di Miami con un lead-vocalist cubano? Se la risposta è “no” guardate ai Mavericks, capeggiati da Raul Malo, band cool assai versatile le cui sonorità ci ricordano i gruppi strumentali di una volta pur senza rinunciare alla parte cantata: atmosfere di salsa latina (e world più in generale) mescolate con standard rock e pop in una predominante identità country neo-traditional. Hanno da poco festeggiato i venticinque anni di carriera (benché siano stati inattivi come gruppo tra il 2004 e il 2011) ma non hanno perso un briciolo del loro appeal anche dopo la fuoriuscita dalla formazione di uno dei co-fondatori, il bassista Robert Reynolds. Se ne infischiano di generi e preconcetti e, con un lessico musicale ricco di soluzioni, vanno dritti per la loro strada grazia al vigoroso lavoro di chitarre (Eddie Perez è basilare), sax e organo, irrorato qua è là dall’utilizzo distintivo di una fisarmonica, in un approccio multiculturale all’insegna del più puro dei divertimenti. In aperture la seducente “All Night Long”, piena di reminiscenze cubane e sorretta da un’affascinante combinazione di strumentazioni varie, ci proietta in esuberanti e spassosissime atmosfere retro senza tempo, nella ballata (robustamente) romantica “Pardon Me” Raul raggiunge un’estensione vocale di assoluto rilievo, “Stories We Could Tell” e “Out the Door” sono swing retro irresistibili, “Stories We Could Tell” avrebbe potuto figurare magnificamente nel repertorio di Elvis, con “What You Do To Me” si sale sulla giostra fantasmagorica di un serrato drums’n’horn condotto dal batterista Paul Deakin, “The Only Question Is” si colora di toni da burlesque & bluesy, con ironia e buon gusto strumentale, mentre “Waiting For the World To End” è una polka “alla Asleep At The Wheel” e su queste lunghezze d’onda veleggia pure “Out the Door”. “Fascinate Me” sembra essere una ballata da saloon, rievoca le ballate di uno dei maggiori ispiratori di Malo, Roy Orbison e starebbe alla grande nella colonna sonora di un film come “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino, e l’esuberanza di “Summertime” e “(Waiting For) The World To End” è assolutamente contagiosa. La spumeggiante “Nitty Gritty”, datata 1992, è presa in prestito dal repertorio di Doug Sahm l’ultimo dei re del Tex-Mex, e ci viene restituita in una versione quanto mai vibrante: è la migliore delle conclusioni per un album piacevole e mai banale. I Mavericks hanno di fatto gettato le basi per il superamento dell’identità consolidata del country, in una sorta di afflato post-Nashville.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA