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MAGIC IN THE MOONLIGHT di Woody Allen in Blu-Ray

 

 

 

 

Era francamente difficile ipotizzare che Woody Allen potesse bissare a ruota il successo del film precedente, l’ottimo “Blue Jasmine” del 2013, incorniciato da un Oscar assegnato alla magnifica interpretazione di Cate Blanchett, e non perché la cosa non fosse nelle corde del quasi ottantenne regista newyorkese (compirà gli anni il 1° dicembre prossimo), ma solo perché nell’iperattivismo registico cui ci abituati da tanto tempo a questa parte (praticamente un film all’anno a partire dagli inizi degli anni Settanta), è pur comprensibile (ed accettabile) che potesse incappare in un giro a vuoto.

Da una decina d’anni Woody Allen ===Consulta la Filmografia=== ci ha abituati alle sue peregrinazioni di lavoro all’estero, in Europa nello specifico (lui che si dichiarava pigrissimo a lasciare anche se per poco tempo l’amata Manhattan), vuoi perché negli Stati Uniti i suoi film avevano scarso riscontro al box-office, vuoi perché nel Vecchio Continente continua ad esserci una platea ampia di appassionati che lo venera, vuoi perché nel continente che ha dato i natali a due suoi idoli, Ingmar Bergman e Federico Fellini, sarebbe stato più facile trovare capitali freschi per finanziare i suoi progetti. Il giusto compromesso è diventato quello di assicurare una visibilità internazionale alle location, spesso prestigiose, dei suoi film attraverso il medium cinematografico – ne avrebbe beneficiato in primis il turismo – e senza venir meno al riconosciuto spessore artistico dei suoi lavori. Era così stato per Londra (“Match Point” del 2005, “Scoop” del 2006, “Sogni e delitti” del 2007, “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni” del 2010), Barcellona (“Vicki Cristina Barcellona”), Parigi (“Midnight in Paris”) e Roma (“To Rome With Love” del 2012); questa volta ritorna in Francia e gli scenari sullo sfondo dei quali si svolge l’azione sono quelli fra la Costa Azzurra e la Provenza. Con il nuovo lavoro, “Magic in the Moonlight”, Woody Allen sembra mettere da parte (almeno ad una lettura di superficie) certi atteggiamenti filosofeggianti (sempre affrontati con i toni leggeri della commedia) consueti nel suo cinema e si concentra unicamente sull’amore, regalandoci un film romantico come poche volta avevamo avuto modo di assistere in precedenza; senz’altro è questo il suo più romantico di sempre. Si tratta di una commedia brillante ambientata sul finire degli anni Venti, a ribadire – come era stato per l’irresistibile “Midnight in Paris” – che il viaggio nostalgico indietro nel tempo, a quell’epoca così frizzante nutrita dal jazz, è uno dei motivi prediletti del regista. Siamo a Berlino nel 1928, ed assistiamo allo spettacolo di un prestigiatore ed illusionista cinese di fama internazionale, Wei Ling Soo, che incanta gli spettatori facendo sparire un elefante o praticando l’arte del teletrasporto da una cabina ad una sedia girevole. Si tratta in realtà di un gentiluomo inglese sprezzante e un po’ borioso, Stanley Crawford, irriconoscibile dietro il trucco ed i lunghi baffi sottili. L’uomo, che ostenta avversione per chi dichiara essere in grado di realizzare magie, accetta la sfida che gli sottopone un vecchio amico, ovvero smascherare una giovane donna che si sta spacciando per una medium dalle facoltà sovrannaturali che con ‘magie’ e manipolazioni servite ad arte va circuendo una facoltosa famiglia di villeggianti americani in vacanza sulla Costa Azzurra. Crawford  viene presentato alla famiglia Catledge come un uomo d’affari, onde non destare sospetti, e quindi anche alla giovane ed affascinante chiaroveggente Sophie Baker. La sensitiva riesce a indicare numerosi particolari della vita privata di Stanley mettendo a dura prova lo scetticismo che anima l’uomo che del ‘mestiere’ ha ovviamente una certa pratica, e fa addirittura di più perché riesce a farlo innamorare (innamorandosene a sua volta). In gioco c’è un’attrazione dinanzi alla quale hanno mal partito le leggi inestricabili del soprannaturale e del mistero, è la magia dell’amore che fa crollare qualsiasi forma di razionalismo. Un film – diremmo – inconsueto per le corde espressive di Woody, soprattutto se paragonato alle ciniche e feroci commedie degli ultimi due lustri quali “Vicky Cristina Barcelona”, “Match Point”, “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni” e il già citato “Blue Jasmine”, perché è opera che si abbandona completamente all’irrazionalità dell’amore, senza pungere, senza lanciare i suoi abituali strali di critica contro la borghesia e la mediocrità dell’umanità circostante. In una forma frizzante e leggera, e servito in confezione come sempre raffinata, soprattutto quando bisogna ricreare le atmosfere di epoche del passato, attraverso il gusto retrò, il virtuosismo della fotografia (che è di Darius Khondji), i deliziosi costumi (di Sonia Grande) e il climax della musica d’epoca, jazz. Già in passato molte volte Allen è stato attratto dall’illusionismo (“Stardust Memories”, “New York Stories”, “Alice”, “Ombre e nebbia”, “La maledizione dello scorpione di giada”, “Scoop”, “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”), una materia a lui cara visto che dalla sua biografia si evince che all’età di quindici anni il giovane Woody si distingueva per lo straordinario talento nei giochi di carte e nei trucchi di magia. Non siamo di sicuro all’altezza del precedente “Blue Jasmine” ma nemmeno deve essere banalizzato il contenuto di “Magic in the Moonlight” e derubricato riduttivamente alla voce commedia romantica (una ‘comédie au champagne’ come l’ha definita qualcuno), perché a guardare meglio, e più in profondità, qui Allen prova a giocare sul registro dell’alternativa tra vita vera e vita illusoria, su magia e illusionismo che non sono solo pratiche ludiche e manipolatorie ma possono essere ricondotte a discorsi più ‘alti’ sulla fede, sulla ragione, sulla trascendenza che rimangono elementi cardine della sua poetica. Sono considerazioni che emergono dopo un po’, quando lo spettatore più riflessivo torna a ripensare alla trama del film, ai suoi effetti sui personaggi, al suo senso nascosto, alla sua apparente semplicità in cui si racconta della bella società ancora spensierata e pronta a godersi la vita. E non dimentichiamo che la prima scena ci cala nella Berlino del 1928 prossima ad essere preda del nazismo. Colin Firth ===Consulta la Filmografia=== è carismatico, Emma Stone deliziosa, e ottimo come sempre è il cast a supporto (Marcia Gay Harden, Jacki Weaver, Eileen Atkins, Ute Lemper e Hamish Linklater). I titoli di testa e quelli di chiusura – come da abitudine consolidata da tantissimi anni (stile adottato a partire da “Io e Annie” del 1977) – mantengono sempre lo stesso carattere tipografico ‘Windsor’, bianco su fondo nero, con musica jazz di sottofondo. In questa occasione è “You Do Something To Me” di Cole Porter il marchio di fabbrica delle scelte musicali di Woody assieme a Gershwin e al dixieland nelle sue declinazioni.
Il film viene riversato in High Definition in condizioni qualitative ottimali; finalizzato in un master digitale con risoluzione a 2K (digital intermediate). Nelle immagini si evidenzia la straordinaria fotografia di Darius Khondji che cala perfettamente il racconto nelle atmosfere retrò volute da Woody Allen con una palette cromatica adeguata alle necessità narrative che vogliono i fatti narrati coincidere proprio con il momento del passaggio del cinema dal Bianco & nero al colore. Il quadro video risulta così piuttosto morbido e privo di solidità nei dettagli e di forza nei neri; non c’è errore nel trasferimento ma tutto è stato fortemente voluto in fase di pianificazione delle scelte di fotografia tra regista e direttore della fotografia. Per il comparto audio la traccia originale è codificata in l’originale inglese è in DTS HD Master Audio 5.1 mentre quella in italiano è in Dolby Digital 5.1, e ad un ascolto comparato risulta decisamente inferiore. Ma per i film di Allen l’aspetto sonoro non ha mai rivestito soverchia importanza se non per quel che concerne la musica di sottofondo da irradiare nell’ambiente secondo le necessità filmiche. I contenuti extra sono ridotti al minimo essenziale: una featurette con interviste al cast e qualche curiosità, più un superfluo breve speciale dedicato alla premiere del film tenutasi a Los Angeles, arricchita da qualche intervista colta sul red carpet, ed al trailer.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 


(immagini per cortese concessione della Warner Bros. Entertainment Italia)

 

 

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film

MAGIC IN THE MOONLIGHT
(Magic In The Moonlight)
Usa/Francia, 2014, 97’
Regia: Woody Allen
Cast: Colin Firth, Emma Stone, Marcia Gay Harden, Hamish Linklater, Simon McBurney, Jacki Weaver, Erica Leerhsen, Eileen Atkins, Antonia Clarke, Jeremy Shamos, Ute Lemper, Natasha Andrews, Kenneth Edelson.
Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect Ratio: 2.39:1 1920x1080p/ AVC
Audio: Inglese DTS HD Master Audio 5.1
             Italiano, Tedesco, Spagnolo, Catalano Dolby Digital 5.1
Distributore: Warner Bros. Entertainment Italia