Musica

LOLA di Carrie Rodriguez

 

 

 

ARTISTA: CARRIE RODRIGUEZ + THE SACRED HEART
TITOLO: Lola
ETICHETTA: Appaloosa/IRD
ANNO: 2016

Trascorsi importanti e formativi per la texana (dal sangue messicano) Carrie Rodriguez in ambito country-rock & folk, prima al fianco di Chip Taylor (con cui ha condiviso i natali in quel di Austin), fratello minore di Jon Voight e quindi zio di Angelina Jolie, che l’ha scoperta e lanciata appena ventitreenne incidendo con la ragazza un (primo di quattro) album di duetti, e poi a condurre avanti una personale ricerca musicale attraverso lo studio, e l’applicazione, di strumentazioni variegate (il violino in primis) oltre che nel songwriting e ad abbracciare una autonoma carriera solista nel 2006. La ritroviamo oggi titolare di un disco d’ispirazione ranchera in cui si circonda di un ensamble composto da musicisti di valore (per primo Bill Frisell) e di qualche ospite illustre (Raul Malo) e nel quale, con un twist moderno e sofisticato, mescola personalissime versioni di classici della sua infanzia latina a ballate originali. Con un incedere sospeso e suadente che crea immediata empatia con l’ascoltatore fin dalla magnifica cover d’apertura, “Perfidia”, il classico di Alberto Dominguez. Un blend musical-culturale che, nell’esplorare le radici musicali messicane, utilizza senza problemi entrambi gli idiomi, in quello che comunemente viene riconosciuto come idioma spanglish. In questo rarefatto contesto tex-mex brilla per efficacia strumentale ed evocativa il contributo chitarristico di Bill Frisell che in alcuni frangenti ricorda il Ry Cooder delle tante frequentazioni latine e cinematografiche; “Que manera de perder” su tutte, un vecchio classico firmato da Cuco Sánchez alla fine dei ’50 qui cantato da Carrie come fosse un valzer country in duetto con Luke Jacobs. “La última vez”, “Llano estacado” e “I Dreamed I Was Lola Beltrán” sono brani nuovi che si muovono su territori moderni mentre “Z”, una ballata alla Bonnie Raitt, è l’unico momento rock. “Noche de Ronda” è un altro magnifico pezzo, ed uno dei momenti topici dell’album, carico di suggestioni, interpretato con passione e duttilità vocale da Carrie. “Si no te vas”, un altro classico di Sánchez, chiude il disco; uno strumentale prima, arrangiato da Carrie e condotto dalla chitarra di Frisell, subito dopo in una versione vocale. L’album è stato registrato ad Austin sotto la produzione di Lee Townsend e con l’accompagnamento dei Sacred Hearts: Viktor Krauss al basso, Bill Frisell, David Pulkingham e Luke Jacobs alle chitarre, Brannen Temple alla batteria, Max Baca ospite al bajo sexto.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA