Soundtracks

LIFE OF PI di Mychael Danna

 

 

 

ARTISTA: MYCHAEL DANNA
TITOLO: Life Of Pi
ETICHETTA: Sony Classical
ANNO: 2012

Vita di Pi”, favola di formazione diretta dal regista taiwanese Ang Lee, ha ottenuto undici nomination agli Oscar, vincendone quattro. Gli Oscar vinti testimoniano con precisione chirurgica, oltre della qualità indiscussa del film (la Regia), dell’assoluta bontà tecnica, visivo-musicale della pellicola (con i premi a Fotografia, Effetti Speciali e Colonna Sonora originale). Autore dello score è un veterano come Mychael Danna, che compone per il cinema dal 1987 (esordì con “Black Comedy” di Atom Egoyan, regista con il quale ha instaurato un lungo, proficuamente reciproco, rapporto di collaborazione) e che viene premiato per la prima volta con l’Oscar (battendo la concorrenza di altri due importanti score, “Lincoln” di John Williams e “Argo” di Alexandre Desplat) in capo ad una carriera nella quale ha inanellato innumerevoli lavori di pregio dei quali ci piace ricordare “Exotica”, “Cavalcando con il diavolo”, “Hulk” (2003), “La fiera della vanità”, “Little Miss Sunshine” e “Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo”. La musica assai appropriata ai toni filmici perlustra le caratteristiche più intime della narrazione, e gli intrecci trascendentali e spirituali che vi emergono; Danna, per la frequentazione di determinati territori sonori, è il più idoneo a farsi carico di un impegno di tale entità, che si impregna pure di quel tocco di etnicità che globalizza la visione dell’oggetto cinematografico. Lo score composto da Egoyan – invero assai sofisticato – ha una struttura ‘moderna’, perché al suo interno rielabora elementi sonori provenienti dall’India, che non è solo un mercato ambito da tutti i cineasti (perché oggi il più ricco) ma ha già visto il compositore cimentarsi in questo nuovo millennio con quella cultura in film quali “Monsoon Wedding” di Mira Nair e “Water” di Deepa Mehta. Un elemento che caratterizza lo score e salta immediatamente all’attenzione di chi ascolta, è il ‘melting pot‘ di strumentazioni world, prevalentemente indiane (il flauto bansuri, il sitar e le percussioni native), ed altre indonesiane, persiane e francesi, che Danna ha utilizzato ad enfatizzare la sostanza del suo lavoro e che si amalgamano a meraviglia con gli straordinari elementi visivi del film che non mancheranno di colpire l’immaginario degli spettatori. Un secondo livello di fascinazione deriva dall’evoluzione tematica delle musiche composte a corredo di un viaggio che non è solo fisico ma anche spirituale; un passaggio questo che si arricchisce ad ogni reiterato ascolto dello score. Si fa notare la suggestiva performance vocale in lingua Tamil della cantante Bombay Jayashri in “Pi’s Lullaby“, brano composto a quattro mani con Danna.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA