Libri

LA STORIA DEL BLUES di Roberto Caselli

 

 

 

 

La Storia del Blues, seppur declinata in mille forme diverse, ad ogni nuovo appuntamento riserva sempre sorprese e scoperte eccitanti tali da lasciare immutato il fascino che ne accompagna ogni narrazione video (vedi ad esempio la splendida serie di documentari realizzata da Martin Scorsese) o editoriale libraria.

Il libro scritto da Roberto Caselli non può certo dirsi frutto dell’improvvisazione, visto che il suo autore è figura di primo piano del giornalismo musicale italiano e grande esperto di Blues; Castelli è direttore responsabile del mensile specializzato (JAM) ed ha all’attivo numerosi altri libri sul Blues (tra cui il basilare “100 dischi ideali per capire il Blues”) e monografie dedicate ai vari Leonard Cohen, Joan Baez, Paolo Conte. Bisogna sottolineare che, sebbene da oltre una ventina d’anni a questa parte siano emerse teorie, avvalorate da contributi e testimonianze ben pregnanti (l’album del 1994, “Talking Timbuktu”, di Ry Cooder e Ali Farka Tourè, il ‘John Lee Hooker africano’ come venne ribattezzato, i meravigliosi musicisti del Mali, l’Africa dei griot), che vogliono la nascita del Blues, non solo le sue radici, localizzabile nel Continente Nero, da sempre questo genere musicale ‘racconta’ il lungo percorso dei neri americani (gli afro-americani) alla ricerca di una propria identità per affrancarsi dalla la schiavitù cui sono stati relegati nei secoli scorsi sul territorio americano, patria della democrazia, dopo esservi stati condotti in catene, deportati dalla Madre Terra Africa a bordo delle navi dei negrieri. È il Blues ad aver dato vita a generi diversi quali il Jazz (e con esso lo Swing, il Be Bop), il Gospel, il Folk, un certo tipo di folk rurale nello specifico, e perfino il Rock più tardi negli anni Cinquanta; fondamentalmente, comprendere l’evoluzione storica del Blues significa davvero capire la storia della musica popolare negli ultimi cento anni, forse non solo di quella americana. Caratterizzato da quelle dodici battute, oramai riconoscibili in tutto il mondo, il Blues è musica dell’anima come poche altre, d’improvviso capace di infiammare i cuori e la mente di chi l’ascolta, e ancor più di chi lo suona per quel suo mood distintivo, veemente nei modi di interpretarlo, carico di suggestioni nelle sue atmosfere. Vicino al canto religioso ma al contempo pure espressione profana è stato ribattezzato la ‘Musica del Diavolo’ per le sue implicazioni con perdizione e peccato; “to have the blue devils” (alla lettera “avere i diavoli blu“), suona metaforicamente come “essere triste“. Il libro di Roberto Caselli, nei suoi nove capitoli, partendo dalle piantagioni di cotone lungo le sponde del Grande Fiume, il Mississippi, passa in rassegna, con dovizia di informazioni e di particolari, i diversi stili che si sono sviluppati dal ceppo principale a partire dagli anni Venti e da certe tradizioni africane, dal blues acustico rurale del Delta a quello urbano, a quello elettrico di Chicago poi sfociato nel rock-blues, e senza trascurare lo Zydeco e il Cayoun che hanno preso vita a New Orleans. Praticamente inevitabile l’approdo a quella musica, il Rock, che si è affermata con grande forza rivoluzionaria dai Cinquanta in poi e che non poteva ignorare le sue radici ‘black’ nonostante fosse stata l’industria ‘bianca’ a renderla popolare in tutto il mondo. Ma il testo ci fa comprendere anche che il blues non è solo musica, ma è anche e soprattutto forma di cultura ed uno stile di vita per il popolo afroamericano che faticosamente ha raggiunto la propria indipendenza e legittimazione solo alla metà degli anni settanta, con l’abolizione delle leggi sulla segregazione razziale dei neri negli Stati del sud, in virtù dell’impegno dei vari Martin Luther King e Malcolm X e l’approvazione nel 1964 del Civil Rights Act e nel 1965 con il Voting Rights Act. Il libro poi ci parla dei ‘race records’, i dischi destinati al consumo solamente da parte della gente di colore, ci fa conoscere i nomi leggendari che hanno costruito le basi del Blues, Robert Johnson, Leadbelly, Bessie Smith, Muddy Waters, John Lee Hooker, B.B. King, Howlin’ Wolf, gli ultimi quattro fondamentali ed influenti per la storia del rock, e tanti altri ancora fino alla mitica etichetta ‘blues-oriented’, la Chess Records. Tutti nomi da considerare tra i padri fondatori della musica americana del Novecento al pari di un Gershwin o di un Cole Porter. Ovviamente arrivando a considerare, in un importante capitolo, il contributo offerto alla causa da tanti celebrati musicisti bianchi che dal Blues hanno attinto linfa vitale per imporre il proprio credo; da John Mayall a Mike Bloomfield ad Alexis Korner, al Blues Revival britannico, a gruppi rock quali Rolling Stones, Cream, Kinks, Them, Animals, Yardbirds, Led Zeppelin, che non hanno potuto sottrarsi al fascino influente della ‘Musica del Diavolo’. Vengono passati in rassegna cantanti, chitarristi e armonicisti, pianisti, gli effettivi pionieri del boogie-woogie, grandi maestri come Charley Patton, Bukka White, Little Walter, la grande tradizione chitarristica texana (quella dei T. Bone Walker, Albert King, Albert Collins), il museo del Blues costruito a Clarksdale. Nel libro uscito per la Hoepli trovano posto tante immagini, tante chicche e curiosità, ed una serie di box specifici d’approfondimento che hanno taglio indipendente e possono essere consultati autonomamente gli uni dagli altri senza smarrire il senso di quello che si sta leggendo. E ancora citazioni, momenti e date significativi, analisi dei brani, luoghi cult e un’immancabile sezione dedicata ai dischi imperdibili, impaginati con scelte grafiche accattivanti; elementi tutti che facilitano l’approccio del lettore curioso ed ‘affamato’ di conoscenza e rendono oltremodo piacevole la lettura o la consultazione del libro. Nel libro di Caselli vengono menzionati pure alcuni artisti nostrani che si sono applicati nello studio e nella divulgazione del Blues sul nostro territorio. Il libro è corredato da una prefazione di John Hammond Jr. e da un’efficace introduzione di Eugenio Finardi.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

LA STORIA DEL BLUES” (Edizioni Hoepli, 2016, pp. 290, € 24,90 – in libreria) di Roberto Caselli