L’ERA GLACIALE 4 – CONTINENTI ALLA DERIVA 3D di Steve Martino e Mike Thurmeier
Solitamente è difficile (ma non impossibile) per qualsiasi fortunato franchise cinematografico riuscire a mantenere alta la qualità quando si arriva al terzo, quarto o addirittura quinto capitolo di una saga; accade che un po’ ci si culli sugli allori e sulla certezza di raggiungere con facilità incassi stratosferici una volta che si è fatto breccia nelle simpatie del target di spettatori fidelizzati alla causa.
Quello de “L’era glaciale” è uno dei più fortunati casi dell’ultimo decennio, e pure con l’ultimo capitolo, “L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva”, non mostra segni di stanchezza o di cedimento nei favori del pubblico, nonostante siano passati dieci anni dall’esordio, questo perché la saga si alimenta di nuova linfa narrativa. In una classifica degli incassi circoscritta alla serie “L’era glaciale 3 – L’alba dei dinosauri” (2009) è primo con 886,7 milioni di $ in tutto il mondo, seguito negli incassi globali da quest’ultimo “L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva” (2012) arrivato a 875,3 milioni, poi “L’era glaciale 2 – Il disgelo” (2006) con 655,4 milioni e infine il capostipite, ovviamente il più originale di tutti con 383,3 milioni di $. Ma non si tratta solo di cifre che sanciscono un successo incontestabile e ribadiscono un trend fortunato, c’è pure la considerazione (non solo nostra) che “L’era glaciale” sia una delle serie più belle, convincenti e meglio realizzate da molto tempo a questa parte. I dati sopra indicati rendono conto di come e quanto la saga sia cresciuta negli anni nelle simpatie degli spettatori, e lo stato di buona salute che se ne può desumere la dice lunga sul fatto che possiamo prepararci ad altri futuri appuntamenti. Però bisognerà – fate attenzione – che gli sceneggiatori si superino nel fare un refresh della trama e dei personaggi per mantenere sempre alto l’appeal de “L’era glaciale” e inventare degli sviluppi che servano una volta di più a spiazzare lo spettatore. I personaggi sono oramai beniamini collaudati di un pubblico che è composto non solo da bambini: Manny, il mammuth patriarcale, Sid, il bradipo imbranato, e Diego, la tigre altera sono i principali. Nel plot si colgono pure alcune pregevoli invenzioni (le sirene, la tribù dei porcellini d’India, alcuni minuscoli roditori e altro ancora). La narrazione si evolve ed aggiusta il tiro, nuovi personaggi entrano in gioco con il loro bagaglio di problematiche, sempre e comunque a carattere familiare e/o esistenziale. In fondo quella de “L’era glaciale”, a voler fare i conti con il sociale che ci tocca da vicino nel quotidiano, è una vera e propria famiglia allargata, di nuova concezione, ovvero quella che non è omologata ma che è tale per scelta, non per eredità genetica. C’è Pesca, la figlia di Manny, che in cerca di una sua identità si ribella al padre iperprotettivo, e come new entry la piratessa Shira di cui si innamora Diego, poi c’è la nonnina di Sid, un personaggio davvero indovinato. E una grande quantità di battute e di gag divertenti accompagna tutti i protagonisti. Soprattutto le esilaranti (dis)avventure della variabile impazzita Scrat e della sua nemesi, la ghianda, inserite nel contesto filmico a mò di siparietto autonomo in puro stile slapstick, riescono sempre a sorprenderci e a divertirci come se fosse la prima volta che assistiamo ad una rappresentazione del genere. In questo capitolo poi il nuovo incontro ravvicinato – tra lo scoiattolo affamato e il frutto prelibato, bramato, amato eppure irraggiungibile – innesca reazioni come sempre imprevedibili e addirittura una rivoluzione geologica, la deriva dei continenti. Così che l’Africa si stacca dal Sud America proprio a causa di questa deriva; e la nostra penisola – veniamo ad apprendere – prende la forma di uno stivale per il tentativo di sferrare un calcio alla ghianda. Ogni volta accade pure che si riesca a dare una qualche credibile spiegazione (funzionale alla vicenda narrata) di quelle che sono le classiche domande dei bambini a cui noi adulti non sappiamo dare una spiegazione. “Papà, perché le giraffe hanno il collo lungo?”, ed ecco giustappunto spiegato il tutto, in modo davvero divertente, in questo film d’animazione. Manny, Sid e Diego si ritrovano alla deriva su un iceberg ed in mare aperto incrociano il vascello pirata di Capitan Sbudella e della sua ciurma… E non sono niente male le citazioni ad “Avatar”, “Braveheart” e “I Pirati dei Caraibi”, e pure all’”Odissea” e “Pinocchio”). L’unica obbiezione che forse potremmo avanzare è che il film strizzi l’occhio al pubblico dei più piccini ancora di più che in precedenza, lavorando molto sugli elementi e i personaggi di contorno – che hanno presa immediata sui bambini – e poco sull’amalgama equilibrato della vicenda narrata.
Diciamo subito che sono diverse le edizioni predisposte da 20th Century Fox Home Entertainment per il mercato, ognuna pronta a soddisfare le più svariate esigenze di fruizione domestica. Altissima qualità del trasferimento in High-Def che raggiunge l’eccellenza, pari a quella di qualsiasi altro film d’animazione di ultima generazione prodotto da una major, con definizione, dettaglio e palette cromatica davvero notevoli. la resa del disegno in CG è come sempre notevole, e di sicuro evoluta in meglio rispetto agli inizi della serie. Il quadro video, privo di difetti evidenti e di qualsiasi artefatto di sorta, è di primissimo livello. Già in fase produttiva “Continenti alla deriva” è stato concepito appositamente per il 3D, che risulta coinvolgente e spettacolare, usato con equilibrio e senza strafare, sembra proprio che molte delle scelte grafiche siano state concepite per favorire la rappresentazione tridimensionale. La stereoscopia è calibrata ed aderente allo sviluppo del plot narrativo e per nulla invasiva, con una percezione di profondità nella norma dei prodotti ben curati, e rende più che godibile la visione. Appare giusto un po’ statica (e parzialmente appiattita) in qualche sporadica inquadratura panoramica. I colori sono dosati in maniera perfetta, le texture e gli effetti ambientali sono resi con notevole precisione; sorprendente poi la cura estrema con cui vengono rese le pellicce dei protagonisti. Il comparto audio garantisce per la traccia in italiano buon coinvolgimento, ottima dinamicità e soddisfacente spazialità, con l’utilizzo equilibrato di tutti i diffusori a sostegno (posteriori e subwoofer) dell’impianto multicanale ma ovviamente non può reggere il confronto con l’originale inglese ‘lossless in DTS-HD Master Audio 7.1. Gran parte degli extra sono inclusi nella versione 2D del film, mancano invece in quella stereoscopica. L’edizione in 3D si limita ad offrire la possibilità di visualizzare il film in modalità interattiva con la comparsa qua e là di alcuni personaggi (“Vedo il Disco col Pirata Sguincio”, modalità di visione opzionale ‘interattiva’ che consente di gustare il film con i commenti a sorpresa del pirata). I contenuti speciali presenti nell’edizione 2D del film prevedono: “L’Era Glaciale: la storia fino ad ora”; Due scene tagliate con previsualizzazione; Dal cannocchiale dei pirati; La pigrizia e la puzza dei bradipi; Racconti dal film; Vedi la voce originale di Scrat; The Scratist; Divertiti Cantando, più diversi Trailer.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione della 20th Century Fox)
NOTE TECNICHE
Il Film
L’ERA GLACIALE 4 CONTINENTI ALLA DERIVA 3D
(Ice Age: Continental Drift)
Usa, 2012, 94’
Regia: Steve Martino, Mike Thurmeier
Cast: con le voci in lingua originale di Nick Frost, Ray Romano, John Leguizamo, Denis Leary, Queen Latifah, Chris Wedge, Seann William Scott, Josh Peck, Jeremy Renner; con le voci italiane di Filippo Timi, Claudio Bisio, Pino Insegno, Roberta Lanfranchi, Francesco Pezzulli, Isabelle Adriani, Cristina Noci, Francesco Pannofino.
Informazioni tecniche del Blu-Ray
Video: 2.40:1 1920x1080p/AVC MPEG-4
Audio: Inglese DTS HD Master Audio 7.1
Italiano, Francese, Olandese, DTS Digital Surround 5.1
Distributore: 20th Century Fox Home Entertainment
Prezzo: Euro 29,90 (3D + Blu-Ray 2D + Digital Copy)