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IRRATIONAL MAN di Woody Allen in DVD

 
 
 
Puntuale come un orologio svizzero oppure inesorabile come una cambiale in scadenza? Come definire il ‘rito’di un nuovo, immancabile, annuale, film di Woody Allen? Come un fastidio, che ci piomba addosso indesiderato perché sappiamo – o intuiamo, o crediamo di sapere – che le caratteristiche del regista newyorkese sono ben definite e fondamentalmente ogni nuovo film somiglia in gran parte a quello che l’ha preceduto, oppure come l’ennesima prova di un talento senza età e senza tempo, nonostante gli 81 anni che compirà il prossimo 1° dicembre, attaccato alla vita come alla sua voglia di fare Cinema e instancabile nella voglia di raccontare e di raccontarsi (idiosincrasie annesse)?

 

Personalmente, per la mia visione del Cinema e per il particolare affetto che nutro per Allen (lo adoro!), propendo per la seconda ipotesi, anche se – devo essere sincero – c’è il pericolo palese che nello spettatore, anche quello più assiduo e partecipe, possa generarsi una qualche confusione tra un film e l’altro, con il pericolo che la ‘memoria’ di uno vada a sovrapporsi a quello precedente o a quello seguente, creando un corto circuito da cui non sempre si esce poi con chiarezza di ricordi. Però, salvo qualche passo falso (pochissimi in verità) tutti i lavori di Woody Allen ===Consulta la Filmografia=== sono sicuramente più interessanti ed intelligenti di gran parte dei film che sbarcano ogni anno sui nostri schermi. È pure evidente che si assiste ad una riproposizione di spunti e temi già utilizzati nel passato (con la casualità di certi accadimenti là in bella evidenza) ma l’universo alleniano porta avanti sempre e comunque una personalissima ed autoriale visione di Cinema nella quale egli è pronto e (volutamente) disposto a spiazzare la platea in sala; forse si ripete, ma forse è più vero che si ripetono interrogativi cui Woody non è ancora riuscito a dare una sua risposta etica e morale. È compito dello spettatore attento individuare la mole ragguardevole di indizi, di elementi, di stimoli, di curiosità che Allen dissemina nei suoi film dallo stile sempre riconoscibilissimo da sconfinare – potrebbe essere questa una lettura della sua opera – in un vero e proprio genere, il film ‘alla Woody Allen’. Certo è che i suoi film – e con questo sono quarantacinque – sfuggono costantemente a una qualsiasi classificazione, perché il regista percorre territori cinematografici diversi che spesso conducono a generi diversi (tra commedia malinconica e intellettuale, film comici, drammatici, polizieschi, musicali, autobiografici) da quello che l’incipit sembra proporre; in questo senso lo splendido “Blue Jasmine” è esemplare per come passa dalla commedia leggera al dramma esistenziale e alla tragedia dei sentimenti. E sovente ci ammonisce: non fidarsi completamente del proprio raziocinio! In “Irrational Man” – che è stato accolto a Cannes 2015 da giudizi controversi – si racconta dell’affascinante Abe Lucas, un professore di filosofia con la fama di intellettuale che arriva in provincia, a Newport, per insegnare nel locale college; ma l’apparenza inganna perché egli in realtà è un uomo frustrato e depresso, in crisi esistenziale, afflitto da un male di vivere assai pronunciato. Una collega divorziata, Rita Richards  (Parker Posey), inizia a corteggiarlo mentre ad intrigarlo di più è Jill Pollard, la migliore studentessa del corso (Emma Stone, nuova musa di Allen), dai modi brillanti e dagli stimoli culturali più vivaci, che progressivamente rimane affascinata a sua volta. Un film su un triangolo amoroso che prende una piega inaspettata quando il protagonista in cerca di una forma di ‘redenzione’ spirituale è costretto a compiere un omicidio… C’è chi lo ha giudicato come una delle migliori opere degli ultimi anni del regista newyorkese; a noi ci ha ricordato “Crimini e misfatti”, “Sogni e delitti” e “Match Point” (molto più il primo che gli altri due) con quegli interrogativi filosofico-metafisici che sfociano in conflitti esistenziali, quelle riflessioni sulla morte e sul senso della vita, e quel quid di dostoevskiano (il richiamo a “Delitto e castigo” di Fëdor Dostoevskij è evidente) connaturato con simile tematica. Joaquin Phoenix ===Consulta la Filmografia=== è perfetto nei panni del professore inquieto e tormentato. Probabilmente “Irrational Man” è solo meno buono di altri film e – credo – non sia affatto una scelta felice quella di ignorarlo. E intanto all’apertura (e fuori concorso) dell’ultimo Festival di Cannes è stato presentato “Café Society”, il nuovo film (il 46-esimo) del 2016 scritto e diretto da Woody Allen, e primo girato in digitale dal regista di New York.
Nella norma di un buon prodotto medio-alto è il DVD del film, soddisfacente sia dal punto di vista video che audio. I Contenuti Extra prevedono la featurette “On the Red Carpet: Los Angeles Film Premiere” e una Galleria Fotografica.

 


(immagini per cortese concessione della Warner Bros. Italia)

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA