IO SONO STEVE MCQUEEN – UNA VITA SPERICOLATA in DVD
L’uscita sul mercato dell’Home Entertainment di due documentari dedicati a Steve McQueen (“Io sono Steve McQueen” e “Steve McQueen: Una vita spericolata”), ad un anno di distanza l’uno dall’altro, ci consente di inglobare insieme le recensioni dei relativi DVD e di tracciare un breve profilo dell’indimenticato attore. I due docu-film offrono la maniera per far scoprire Steve McQueen alle giovani generazioni che poco o nulla sanno dell’attore e dell’uomo.
Il 7 novembre del 1980, in una clinica messicana, a soli cinquant’anni moriva Steve McQueen per un tumore allo stomaco causato dall’esposizione all’amianto (contenuto nelle tute sportive indossate negli anni). Sono passati poco più di trentasette anni eppure il ricordo dell’attore ‘spericolato’ continua a essere vivido nel cuore degli appassionati del suo Cinema e delle sue gesta da pilota sportivo. Una ‘vita spericolata’ la sua, come l’ha cantato Vasco Rossi: «Voglio una vita spericolata / voglio una vita come quelle dei film / voglio una vita esagerata / voglio una vita come Steve McQueen / voglio una vita che non è mai tardi / di quelle che non dormi mai / voglio una vita, la voglio piena di guai / e poi ci troveremo come le star / a bere del whisky al Roxy Bar / oppure non c’incontreremo mai / ognuno a rincorrere i suoi guai / ognuno col suo viaggio / ognuno diverso / e ognuno in fondo perso / dentro i fatti suoi […]». Ma anche una vita ‘libera’ da obblighi nei confronti dello star-system e delle Major e da condizionamenti di sorta. Una leggenda è stato Steve McQueen ===Consulta la Filmografia===, in vita, ed ancor di più dopo morto, e forse noi un po’ più avanti con gli anni, che abbiamo visto i suoi film, ci ritroviamo a fare i conti con l’ultima generazione di consumatori di Cinema che forse sa poco o nulla dell’attore dagli occhi blu che, negli anni della sua attività – i Sessanta e Settanta – fu uno dei divi più amati di Hollywood, anche al di fuori dei set cinematografici; ‘The King of Cool’ come era stato ribattezzato, interpretò molte pellicole di successo e divenne l’attore più pagato al mondo per la sua epoca: le doti d’attore affinate presso il mitico Actor’s Studio di New York diretto da Lee Strasberg. La passione per le corse automobilistiche è solo l’altra faccia (non secondaria) di una stessa medaglia, quella di un personaggio indipendente tout-court, irrequieto e padrone assoluto del proprio destino, un sognatore senza pari, e, nel privato, padre affettuoso e allo stesso tempo sfuggente. Un’immaturità irrisolta, probabilmente, la sua, e una difficoltà ad assumersi la responsabilità di una vita adulta, restano sullo sfondo a delinearne meglio la figura di uomo in fuga da se stesso. Sovente è stato ritratto in sella ad una moto o alla guida di automobili prestigiose o di bolidi da corsa, e per un periodo aveva addirittura abbracciato l’idea di abbandonare il Cinema per dedicarsi esclusivamente allo sport automobilistico. Sono certo ben impresse nella nostra mente le iconiche immagini di Steve in sella ad una moto che cerca di fuggire da un campo di prigionia nazista nel film “La grande fuga” di John Sturges del 1963. Ci è dato sapere che solo per l’ultima scena più pericolosa – e per ragioni contrattuali e assicurative –, quella del salto sopra un reticolato di filo spinato, si è servito di una controfigura, altrimenti è stato egli stesso a girare in prima persone scene che non erano certamente alla portata di tutti. Oppure è viva nella nostra memoria la straordinaria scena d’inseguimento per le strade di San Francisco, alla guida di una Ford Mustang verde, in “Bullitt” (1968) di Peter Yates.
“Steve McQueen: Una vita spericolata”, il docu-film – venne presentato a Cannes nel 2015 ed è passato brevemente pure sugli schermi cinematografici – realizzato da Gabriel Clarke e John McKenna, ripercorre le fasi di lavorazione dell’ambizioso suo progetto di girare un film sulla 24 Ore di Le Mans, per il quale Steve dispensò tutte le sue energie, investì i suoi denari per quello che nelle intenzioni doveva essere il film definitivo sull’automobilismo, e che si rivelò invece un flop nel 1971 quando uscì. Vuoi perché il progetto ‘indipendente’ venne osteggiato dalle major di Hollywood, vuoi perché il film aveva una concezione ed una impostazione decisamente avanti coi tempi ed il pubblico non ne colse la lungimirante. Addirittura McQueen litigò con il regista John Sturges, artefice di alcuni dei film più celebrati di Steve (lo aveva diretto e lanciato in “Sacro e profano” nel 1959, “I Magnifici Sette” nel 1960, “La Grande Fuga” nel 1963), per divergenze sulla sceneggiatura, mettendosi egli stesso dietro la macchina da presa ed affidandola poi a Lee H. Katzin. Il figlio Chad che ha fortemente voluto si realizzasse il documentario, dopo aver ritrovato in una cantina a quarant’anni di distanza, molto materiale (audio e video) inedito, originale e ‘dietro le quinte’, ha dichiarato: «Quel lavoro fu un disastro finanziario – provocò il fallimento della casa di produzione di Steve, la Solar Productions – ma c’è dentro tutta la visione sulle corse, sul cinema, sulla vita di mio padre; quello che mio padre voleva era trasmettere le sensazioni di cosa significasse stare dentro un’auto da corsa»; Steve, nonostante l’impegno profuso per la realizzazione di questo suo sogno, vi perse milioni di dollari anche di tasca propria. Eppure il film a distanza di anni è oggi considerato uno dei più importanti lavori sul mondo delle corse automobilistiche e certamente il “Rush” di Ron Howard (2013) vi si è ispirato. Perché quello di McQueen, come detto, è stato uno sguardo modernissimo sul cinema dell’epoca, con quelle macchine da presa montate su auto lanciate ad alta velocità, gli svariati punti di ripresa, il montaggio alternato e lo sfrecciare pericoloso delle auto da corsa. Il documentario si compone quindi di materiali di repertorio, filmati d’archivio (tratti dalle tre ore e mezzo di girato sul set del 1970), delle interviste ai familiari dell’attore e, assieme alle immagini ci vien dato di riscoprire l’uomo, la sua ossessione, la volitiva determinazione per condurre in porto il suo progetto più grande. E per bocca dello stesso attore veniamo messi a conoscenza del suo pensiero riguardo al tumore che se lo sarebbe portato via: «Credo che a causare la mia malattia sia stata di certo la presenza di alluminio nei polmoni, ma vi abbiano concorso anche le troppe pressioni che ho subito in un momento particolare della mia vita, in cui ho perfino pensato di mollare tutto». E c’è pure il ricordo umano del figlio Chad – anch’egli con la passione per le corse – nei confronti di Steve: «Quando i miei genitori si sono separati io ho voluto restare con mio padre, e sono stato al suo fianco fino a quando è morto, in Messico. Quando se ne è andato aveva 50 anni, ed io ne avevo quasi venti. Ho vissuto un bel pezzo di vita con lui; aveva avuto un’infanzia terribile, da orfano e per questo ci ha voluto, me e mia sorella: ci voleva sempre con lui sul set, ovunque fosse. Era un grande padre, divertente: voleva vedere, esplorare tutto ed era bello da ragazzino stargli appresso, ho vissuto avventure bellissime. Il ricordo più forte è una corsa in moto con mio padre nel deserto, nel bel mezzo del nulla, solo noi due».
“Io sono Steve McQueen” di Jeff Renfroe, anche questo realizzato con il contributo del figlio dell’attore, Chad McQueen, e contraddistinto dalle voci narranti di Robert Downey Jr. e Kristin Kreuk nella versione originale, è invece un documentario sulla vita privata e professionale dell’attore, icona hollywoodiana tra gli anni Sessanta e Settanta, una vita sorprendente sconosciuta ai più; in un ritratto non convenzionale per un personaggio nato nello stesso anno di Sean Connery e Clint Eastwood ed un anno prima di James Dean. Si cerca di far comprendere la personalità di un attore diventato un mito prendendo spunto dalla sua passione per le corse, dalle difficoltà da ragazzo e dai difficili rapporti con i genitori. A ricordare l’attore simbolo di libertà e individualità sono amici, colleghi e donne della sua vita come Pierce Brosnan, Norman Jewison, Robert Vaughn, Ali McGraw che egli sposò dopo averla conosciuta sul set di “Getaway!” di Sam Peckinpah, e poi ancora Gary Oldman, Marisa Miller, Randy Couture, Zoë Bell e Ben Mankiewicz. L’originale racconto parte dall’infanzia difficile per concludersi nei difficili giorni sofferti per il male che stava devastando il suo corpo; il tutto intervallato da scene tratte dai suoi film più importanti e popolari. Affascinante e magnetico Steve aveva una comunicativa unica ed è stato un indiscusso beniamino delle platee cinematografiche. Dei film interpretati, oltre a quelli già citati, vogliamo ricordare anche “Il caso Thomas Crown”, “Nevada Smith”, “Quelli della San Pablo”, “Papillon”, “L’ultimo buscadero”, “Inferno di cristallo” e l’ultimo, interpretato nel 1980, “Il cacciatore di taglie”. Oltre ad Ali McGraw e al figlio Chad, tra i parenti più stretti, a ricordare Steve ci pensano pure le mogli Neile Adams (dal 1956 al 1972), Barbara Minty (insieme negli ultimi dieci mesi di vita dell’attore), e i nipoti Steven R. McQueen (classe 1988) e Molly (classe 1987). È inoltre presente una rara intervista allo stesso Steve McQueen. Per un’edizione in DVD assolutamente pregevole sotto il profilo tecnico, constatiamo l’assoluta assenza di Contenuti Extra.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione della Koch Media/I Wonder Pictures/CG Entertainment)
NOTE TECNICHE
Il Film
IO SONO STEVE McQUEEN
(I am Steve McQueen)
Usa, 2012, 66’
Regia: Jeff Renfroe
Cast: Steve McQueen, Pierce Brosnan, Norman Jewison, Ali McGraw, Robert Vaughn, Randy Couture, Zoë Bell, Gary Oldman, Ben Mankiewicz, Marisa Miller.
Informazioni tecniche del DVD
Video: 1.78:1 anamorfico
Audio: Italiano, Inglese Dolby Digital 2.0
Distributore: McQueen Racing/Koch Media
NOTE TECNICHE
Il Film
STEVE McQUEEN: UNA VITA SPERICOLATA
(Steve McQueen : The Man & Le Mans)
Gran Bretagna/Usa, 2015, 108’
Regia: Gabriel Clarke, John McKenna
Cast: Steve McQueen, Chad McQueen, John Sturges, Neile Adams, Lee H. Katzin, Alan Trustman.
Informazioni tecniche del DVD
Video: 1.78:1 anamorfico
Audio: Italiano, Inglese Dolby Digital 5.1
Italiano, Inglese Dolby Digital 2.0
Distributore: I Wonder Pictures/Mustang Entertainment/CG Entertainment
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