È questa la canzone che, esclusa dalla finale del Festival di Sanremo '67, indusse Luigi Tenco al tragico gesto estremo del suicidio in quel 27 gennaio 1967. La sua partner canora allora fu Dalida che a lungo ha portato il dolore di quella serata. Il brano aveva ottenuto soltanto 38 voti su 900 dalle giurie e venne pure escluso dal ripescaggio della commissione di esperti. Solo qualche anno dopo Dalida avrebbe cantato il pezzo a Canzonissima 1971. Dell'esibizione di Tenco e Dalida al Festival di Sanremo 1967 non vi sono più tracce negli archivi RAI; esiste solamente una registrazione audio.
Il brano di grande successo del gruppo synthpop britannico degli Heaven 17 che raggiunse il #2 delle classifiche inglesi nel 1983. Secondo singolo estratto dal secondo album della band "The Luxury Gap" del 1982, si avvale come 'guest vocalist' della presenza di Carol Kenyon che in seguito avrebbe continuato a lavorare con gli Heaven 17 in un paio di dischi successivi. Il bel video promozionale, che venne diretto all'epoca dal regista irlandese Steve Barron, fa leva su atmosfere che richiamano l'Espressionismo tedesco, così caro a tanto cinema del passato. Il pezzo è stato utilizzato nella colonna sonora del film "Trainspotting" di Danny Boyle del 1996.
"The End" è uno dei più celebri ed importanti brani dei Doors, nato da una serie di improvvisazioni che il leader del gruppo, Jim Morrison, mise a punto nel corso di alcuni concerti tenuti nel 1966 al Whisky a Go Go di Los Angeles; venne inserito in chiusura dell'album di esordio della band californiana "The Doors" uscito nei primi giorni del gennaio 1967. "The End" è arrivato al grosso pubblico grazie all'uso che ne fece Francis Ford Coppola in apertura del suo capolavoro "Apocalypse Now" del 1979 (introdotto dal rumore delle pale di un elicottero, presente in alcune versioni successive messe in commercio del pezzo) e nella scena finale. La versione del brano per il film di Coppola è un remix creato appositamente per "Apocalypse Now", con un finale in crescendo e la voce di Morrison messa in primo piano.
Il brano che ha reso famosa Gloria Gaynor è uno dei pezzi Disco più conosciuti ed amati al mondo; per via del suo testo, che parla della forza di reazione di una donna dopo la rottura con il suo uomo, la canzone è diventata una sorta di inno alla presa di coscienza del proprio ruolo da parte delle donne, ma si è anche trasformata in un potente inno gay. E la stessa cantante, grazie al pezzo, è diventata un'indiscussa icona gay. Ha ricevuto il Grammy Award per la Miglior Canzone Disco nel 1980, l'unico anno in cui fu assegnato quel premio. La canzone è stata utilizzato in diversi film e certamente il più siginificativo, proprio per la simbologia gay cui è assurta, è "Priscilla, la regina del deserto". Tra le numerose cover abbiamo scelto quella dei Pet Shop Boys e quella di Celia Cruz, interpretata in una serata speciale con tanti ospiti latini che le hanno reso omaggio per la sua ultima apparizione pubblica: già malata da qualche tempo per un tumore cerebrale la cantante sarebbe morta pochi mesi dopo nel luglio 2003.
Brano scritto dallo sfortunato Buddy Holly (nome d'arte di Charles Hardin), uno dei primi grandi e più influenti interpreti del rock'n'roll, e dal produttore Norman Petty; è uno dei pezzi più distintivi e di maggior successo nella breve carriera del cantante prematuramente scomparso il 3 febbraio 1959 a soli 22 anni in un incidente aereo nel quale persero la vita anche Ritchie Valens e Big Bopper. James Taylor ha riarrangiato con successo e buoni risultati di vendita il brano in una versione uscita nel 1985 e una cover ne aveva inciso prima ancora Don McLean nel 1973. Lo stesso David McLean con "American Pie", il suo successo più grande, tributava un omaggio a Buddy Holly con il riferimento al "giorno in cui la musica morì" (The Day the Music Died), proprio quel tragico 3 febbraio 1959.