Era uno dei film di cui lamentavano l’assenza sul mercato dell’Home Entertainment in uno dei nostri periodici articoli dedicati alla ‘Dream List’ dei desideri degli appassionati di cinema.
Sebbene sia di origine turca Ferzan Özpetek è a tutto diritto un regista del nostro cinema. Ed ha raggiunto questo status non solo perché è stato naturalizzato italiano ma anche per i numerosi (e importanti) film che ha girato nel nostro paese che oramai fanno parte del nostro patrimonio cinematografico.
Quello che in tanti – e in modo proditoriamente superficiale – giudicano ‘solamente’ uno dei più bei film di gangster mai realizzati, in realtà è qualcosa che travalica i generi per imporsi (questo sì, a giudizio di molti, con consapevolezza, per il profondo significato allegorico e per l’atmosfera che circonda la narrazione filmica) come uno dei più bei film di tutti i tempi.
Nell’ambito collaudato (ma anche sovradimensionato ed abusato) del genere thriller d’azione di stampo ‘a stelle e strisce’, capita talvolta di imbattersi in film che meno pedissequamente seguono l’alveo più convenzionale e provano a battere strade diverse.
Il ‘wuxiàpiàn’, il cosiddetto ‘cappa e spada alla cinese’ (definito anche ‘western cinese’), è oramai genere cinematografico ampiamente sdoganato.