IL SOL DELL’AVVENIRE di Nanni Moretti
IL CINEMA E’ VITA
La vitalità di un (quasi) settantenne che non vuole deporre le armi dinanzi ad una realtà che è cambiata, dove tutto si è imbarbarito tra volgarità e stupidità, la posizione orgogliosa di un autore che continua a credere profondamente nel cinema, traspaiono nette nel nuovo, attesissimo, film di Nanni Moretti, “Il Sol dell’Avvenire”.
Dopo la parentesi per nulla banale di “Tre piani” (2021), primo adattamento cinematografico del regista da un romanzo altrui, scritto da Eshkol Nevo nel 2017, Nanni Moretti ===Consulta la Filmografia=== torna ad intrecciare il ‘respiro’ del suo pensiero d’intellettuale con la forma del ‘Cinema nel Cinema’, così come aveva fatto con “Mia Madre” nel 2015 che pure era film intimista ed elaborazione del lutto per la perdita dell’amata madre, Agata Apicella, scomparsa nel 2010. Nanni, come sua abitudine, va controcorrente, continuando tenacemente a fare il suo cinema per gli spettatori in sala. “Il sol dell’avvenire” è un’opera stratificata, carica di acute riflessioni, ironia e malinconiche suggestioni, che alterna più piani narrativi portandosi dietro un film nel film. «È una commedia alla Moretti, dunque segnata dalla disillusione» ha detto l’attore e regista francese Mathieu Amalric, che è uno dei protagonisti del film. Quello di Moretti è uno sguardo certamente disincantato sulla professione di regista, su quell’atto creativo che è alla base del suo fare cinema, ma non è opera-testamento. Il fulcro narrativo è il valore autentico del cinema, la sua capacità indiscussa di interpretare la realtà, di anticipare in segnali della sua attualità. In questo
caso lo fa raccontando le difficoltà che si incontrano nell’odierno consumo culturale veloce e dispersivo, dove a farla da padrone sono innanzitutto le piattaforme. Moretti rimane comunque un autore divisivo, un po’ come lo è sempre stato Woody Allen: lo si ama incondizionatamente o lo si detesta. Eppure a certificare la qualità del suo lavoro, dovrebbe bastare la considerazione che si ha di lui all’estero, in Francia soprattutto, dove il suo film approderà (tra il 16 e il 27 maggio) presentato in Concorso al 76^ Festival di Cannes, accanto a “Rapito” di Marco Bellocchio e “La chimera” di Alice Rohrwacher. Non è un caso infatti che l’ultima Palma d’Oro che l’Italia ha vinto sulla Croisette risalga al 2001, ed è quella per “La stanza del figlio” del regista italiano. Invitato all’anteprima per la stampa del film al Nuovo Sacher ho assistito ad un film bello e coinvolgente, che fa ridere e fa piangere, in cui, come si usa dire “c’è dentro tutto il suo cinema” e nel quale Nanni sembra essere anche assai indulgente (e comprensivo) verso la sua età e, in qualche frangente, più riflessivo e misurato. Nella conferenza stampa che è seguita alla proiezione Moretti ha dichiarato: «ci sono temi e personaggi che ho affrontato nel mio cinema precedente, ma la recitazione la regia e la scrittura ora sono diversi perché col tempo si cambia come persone – poco in verità, ma nei decenni si può cambiare – e quel poco si riflette su come lavori». Ampliando lo sguardo: «Le piattaforme vanno bene per le serie tv. I film si fanno per il cinema». “Il Sol dell’Avvenire”, infatti, è una riflessione sul cinema, tra professione e fase creativa, su chi crede ancora nel cinema e nella sua capacità di raccontare la realtà, toccando la stringente attualità (le difficoltà produttive, il rapporto scivoloso con le piattaforme, ecc.) ma restando pur sempre tangibile la poesia di quel tocco autoriale che vuole stimolare nello spettatore lampi di fiducia sul domani. Aggiungendo poi, nel sottolineare il suo impegno a favore del cinema e della centralità delle sale cinematografiche: «Sono sempre andato controcorrente alle tendenze; a metà degli anni Ottanta c’erano pochi film italiani radicati sul territorio, c’era la tendenza a fare film fintamente internazionali, film che per piacere a tutti non piacevano a nessuno, e io allora ho reagito aprendo una mia casa di produzione che facesse film italiani a tutti gli effetti, poi, quando i cinema erano in crisi o chiudevano, ho invece inaugurato il Nuovo Sacher. Era il novembre del 1991. Quindi, più di quindici anni fa, quando gli esordienti non se li filava nessuno, ho creato la rassegna ‘Bimbi Belli’ nell’Arena del Nuovo Sacher. E anche oggi continuo a fare i film per gli spettatori di cinema». Il regista si è anche soffermato sul valore del nostro cinema e sulle difficoltà di dargli visibilità: «Ci sono tanti film d’autore. Un tempo venivano curati bene, coccolati, preparati per l’uscita con attenzione. Ora vengono gettati allo sbaraglio e il pubblico non capisce bene cosa esca. Il nostro cinema è vivo, ricco di registi e di film, ma poco curati». Nello spassoso (e quasi tragicomico) faccia a faccia che i protagonisti Giovanni e Paola (Moretti e la Buy) hanno con i delegati Netflix, le trattative si arenano dinanzi a una ripetizione senza sosta di cifre senz’anima e di un tormentone disarmante: «siamo presenti in 190 Paesi». Di fatto il film si sviluppa attraverso la storia del regista Giovanni (che poi è il vero nome di Moretti all’anagrafe), affiancato dalla moglie produttrice Paola, alle prese con un nuovo progetto ambientato nella Roma del 1956, tra le fila del Pci, al tempo della drammatica notizia dell’invasione sovietica in Ungheria. Un film nel film, e al contempo un viaggio nelle pieghe della Storia, tra affondi storico-politici e tragici, quasi involontari, parallelismi con il nostro presente, con la guerra sul confine d’Europa. Ha precisato però Moretti: «Ho chiuso la sceneggiatura (scritta assieme a Francesca Marciano, Valia Santella e Federica Pontremoli; N.d.R.) nel giugno del 2021, molti mesi prima dell’invasione della Russia in Ucraina. L’idea di ambientarlo nel ’56 in verità si lega a un progetto sviluppato prima di lavorare a “Tre piani”, poi non portato a termine». Ha scritto Corrado Augias, che nel film compare in un breve cameo: “Il sol dell’avvenire” è un film politico, alla Moretti, ovviamente, cioè come può farlo un autore che nelle sue storie rimescola il guazzabuglio della vita, il sovrapporsi di affetti, convenienze, ideali, fatuità, capricci. Politico fin dal titolo perché il sole dell’avvenire è quello che il socialismo nascente aveva nei suoi simboli, nelle bandiere, nel famoso inno dei lavoratori: “Su fratelli, su compagne, su, venite in fitta schiera: sulla libera bandiera splende il sol dell’avvenir”. Il film è anche un inno a certi ricordi musicali, a certe canzoni (come spesso avviene nei lavori di Nanni) che hanno segnato alcuni periodi di vita. Nel racconto principale, Giovanni confida a Paola di voler fare un film con le canzoni italiane. Così, nel corso della narrazione, ci si imbatte in momenti in cui irrompono i brani di Noemi (“Sono solo parole”), Franco Battiato (“Voglio vederti danzare”), Aretha Franklin (“Think”) o Fabrizio De André (“La canzone dell’amore perduto”), cantati da tutto il cast. Scene corali, che assumono valenza quasi onirica, come quella in cui il regista e l’intera troupe bloccano le riprese e iniziano a girare se stessi sulle note del pezzo di Battiato. Ancora, “Il sol dell’avvenire” un’opera stratificata, densa di suggestioni e citazioni cinematografiche: da “Lola” (1961) di Jacques Demy con Anouk Aimée, a “8½” di Federico Fellini a “The Father” (2021) di Florian Zeller con Anthony Hopkins, da “San Michele aveva un Gallo” (1972) dei fratelli Taviani a “Apocalypse Now” (1979) di Francis Ford Coppola a “Un uomo a nudo” (1968) di Frank Perry. La scena finale vede i personaggi, mescolati a gente comune, sfilare lungo i Fori Imperiali. Ma assieme ai protagonisti del film e alle comparse, troviamo anche gran parte degli attori che hanno preso parte ai film di Nanni Moretti; da Fabio Traversa a Lina Sastri, da Jasmine Trinca a Giulia Lazzarini, da Renato Carpentieri ad Anna Bonaiuto, da Alba Rohrwacher a Dario Cantarelli ed altri; e se fosse stato in Italia certamente non sarebbe mancato a questa sfilata di attori morettiani Paolo Zaccagnini, che, provato nel fisico ma indomito nello spirito battagliero che sempre lo ha
caratterizzato, dal suo ‘buen ritiro’ in quel di Dublino tuonava il 19 aprile contro i detrattori di Moretti: «Non ho visto “Il Sol dell’Avvenire”, e non lo vedrò fino a che non sarà disponibile in dvd ma l’ennesima ondata di dispregio e odio nei suoi confronti mi fa ribrezzo. No, non perché con l’amico ho girato “Io sono un autarchico” e “Ecce Bombo” – quel film mi regalò una delle gioie più grandi della mia vita, essere invitato come interprete al Festival di Cannes, scendere lo scalone del vecchio Palais du Cinema, stringere la mano al regista Alan J. Pakula e baciare sulle guance la musa di Ingmar Bergman, l’attrice svedese Liv Ullmann – no, perché vedere dispiegata una simile quantità di odio nei confronti di una sola persona mi sgomenta. Mi terrorizza. Non è ancora uscito nelle sale e già le critiche fioccano cattive e impietose mentre quelle relative ai prodotti delle piattaforme e ai film – si fa per dire – ispirati ai fumetti non sanno dove trovare più gli aggettivi per esaltarli oltre, ovviamente, allo snocciolamento idiota delle cifre iperboliche guadagnate. Moretti, il sottoscritto e, forse, pochi altri non bada a questi orrori, lui vuole raccontare sentimenti, storie, di ieri e di oggi, far ridere e piangere, dirigere attrici e attori, scrivere, fin nei minimi particolari, le pellicole, non vuole seguire le mode. Parlare di politica in un film nel 2023 è una colpa? Omaggiare Federico Fellini anche? Usare i suoi attori, e attrici è simbolo di una colpa? Non invitare qualche critico all’anteprima un crimine inconfessabile? Gira lo stesso film da anni? Non è vero e assolutamente ma, se lo fosse, meno male, vuol dire che nel cinema italiano ci sono ancora cervello e cuore. Piuttosto, ahimè, come sempre, più gente accetta di andare al cinema a farsi lavare il cervello con l’acqua sporca. Un avvertimento: sicuramente andrà in Francia, al Festival di Cannes – lì lo amano molto di più che in patria e da sempre – e casomai avesse una lunghissima ovazione guardate come verrà osannato dai GGI (sta per Giornali generalisti Italiani; N.d.R.) il giorno successivo. Vergognarsi bisognerebbe». E poi ancora di rimando il giorno dopo: « Ci risiamo. Oggi esce “Il Sol dell’Avvenire” e subito parte la corsa a sapere quanto incasserà al botteghino. Certo, se uno confronta il nuovo film di Moretti con “SuperMario Bros” oppure gli impareggiabili “capolavori dei nuovi maestri italiani” la battaglia è persa in partenza. Già leggo giudizi durissimi, sprezzanti e vergognosi ma, ripeto, appena potrò acquistare il dvd lo farò. Perché Moretti – quanti film abbiamo visto insieme accapigliandoci poi sul diverso giudizio che ne davamo – è un Artista che si mette in discussione a ogni pellicola che realizza, che fa arrabbiare, pensare, ragionare. Interrogarsi. Tutte pratiche che, soprattutto, oggi in Italia sono desuete se non apertamente osteggiate. L’accanimento, a priori, mi ricorda gli allegri (lugubri) roghi di libri dei nazisti. Non si deve pensare, si deve ubbidire. Moretti, per dirla alla latina, “delendo est”. Moretti deve essere distrutto. Al muro i suoi, mi auguro tantissimi, spettatori. Vi piacerebbe, eh? Seguirò con passione questa stolida diatriba che contrappone il fine Cervello alla crassa Pancia». Per chi volesse seguirlo in internet questo l’indirizzo del suo blog: http://paolozaccablog.blogspot.com/
“Il Sol dell’Avvenire” è stato prodotto da Sacher Film, Fandango, Rai Cinema e la francese Le Pacte, e distribuito da giovedì 20 aprile in 500 sale da 01 Distribution.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL SOL DELL’AVVENIRE
Commedia
Il Sol dell’Avvenire
Italia/Francia, 2023, 95’
Regia: Nanni Moretti
Cast: Nanni Moretti, Margherita Buy, Valentina Romani, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, Flavio Furno, Mathieu Amalric, Zsolt Anger, Jerzy Stuhr, Teco Celio, Giuseppe Scoditti, Beniamino Marcone, Valerio Da Silva, Angelo Galdi, Arianna Pozzoli, Rosario Lisma, Francesco Brandi, Laura Nardi, Arianna Serrao, Blu Yoshimi, Michele Eburnea, Elena Lietti, Benjamin Stender, Francesco Rossini, Federica Sandrini, Carolina Pavone, Sun Hee You.
Distributore: Sacher Film, Fandango con Rai Cinema, Le Pacte / 01 Distribution
Data di uscita in Italia: 20 aprile 2023