IL POZZO E IL PENDOLO di Roger Corman in Blu-Ray
Il ‘Mago del Cinema’, lo ha etichettato un bellissimo documentario che ne traccia il profilo (disponibile anche in DVD), Roger Corman, conosciuto anche come il ‘Re dei B-movies’ per la enorme capacità di sfornare produzioni ‘low budget‘ (ma ricche di idee) e porsi come punto di riferimento per le generazioni di cineasti venute dopo di lui e che dal regista di Detroit, classe 1926, hanno attinto a piene mani in quanto a ispirazione e capacità tecnico-organizzative.
Nella prima metà degli anni ’60 Roger Corman ===Leggi lo Speciale=== realizzava una serie di otto film (sette dei qualiinterpretati da Vincent Price) tratti dai più celebri racconti di Edgar Allan Poe, capostipite della letteratura horror-gotica, che sono diventati in breve cult per ogni appassionato del cinema Horror dalle sue origini, e tra questi la rivisitazione de “Il pozzo e il pendolo”, il secondo ad essere stato realizzato, senz’altro il migliore del novero e il più memorabile grazie all’ottimo script. A ben ragionarci, i testi di Poe si prestano magnificamente ad essere adattati per il grande schermo, eppure sono in pochi quelli che ne hanno approfittato, sebbene il nome dello scrittore aleggi su più e più film. È anche vero che quelli diretti da Roger Corman ===Consulta la Filmografia=== non sempre sono riusciti nell’intento di ricreare l’atmosfera delle pagine scritte. La sceneggiatura è opera di Richard Matheson, artefice anche di altri script di questa serie di film (“I racconti del terrore”, “I maghi del terrore”, “I vivi e i morti”), ma pure conosciutissimo per essere l’autore del romanzo fantascientifico d’ambientazione post apocalittica “Io sono leggenda” da cui sono stati tratte diverse pellicole; da “L’ultimo uomo sulla terra” (regia di Ubaldo Ragona con Vincent Price) del 1964 a “1975: occhi bianchi sul pianeta Terra” (regia di Boris Sagal con Charlton Heston) del 1971 al film omonimo del 2007 diretto da Francis Lawrence e interpretato da Will Smith. “Il pozzo e il pendolo” venne girato dopo il successo inaspettato de “I vivi e i morti”. Siamo in Spagna nel 1546, nel castello di Nicholas Medina si annida il mistero della morte di Elizabeth, sua moglie, e per far luce sull’accaduto giunge dall’Inghilterra il fratello della donna. Nelle segrete del maniero esiste una camera delle torture allestita a suo tempo dal padre di Nicholas, uno spietato Inquisitore. Intanto Nicholas è ossessionato dal pensiero che sua moglie sia stata chiusa nella bara ancora viva e che il suo fantasma si aggiri per la magione. In un’atmosfera ossessiva, lugubre e malsana, nella quale il passato sembra confondersi col presente, Medina riveste i panni del folle padre e cerca di ricalcarne le gesta, sottoponendo lo sventurato visitatore alla tortura del pendolo… Oltre al tema della follia del protagonista (che Corman racconta in modo efficacissimo), e che un Vincent Price ===Consulta la Filmografia=== in assoluto stato di grazia rende in modo magistrale, aleggia anche l’ipotesi di un seppellimento prematuro, elemento che sostanzialmente cita un altro celebre racconto di Poe. Misteri e intrighi vengono rivelati gradualmente fino all’indimenticabile finale ed è evidente l’abilità del regista nella costruzione delle sequenze di orrore e suspense, calate in una dimensione claustrofobica tra incubo e realtà, con invenzioni visive care al gothic-horror (il castello avvolto nelle nebbie ad esempio) capaci di coinvolgere profondamente lo spettatore. Del film è stato fatto un remake nel 1991 diretto da Stuart Gordon. In relazione alla scena cult finale Corman così ha scritto nella sua biografia “Come ho fatto cento film a Hollywood senza mai perdere un dollaro” (Edizione Lindau, 1998): «[…] decisi di girare “Il pozzo e il pendolo” con un piano di produzione di 15 giorni e il solito budget. […] La sequenza finale è una resa dei conti, tecnicamente complessa e visivamente splendida. Avvolto nel manto incappucciato del Boia, Medina sottopone erroneamente suo cognato, invece del medico, alla tortura del pozzo e del pendolo. John Kerr è legato ad un tavolo con il viso rivolto verso un pendolo gigantesco, affilato come un rasoio. La lama oscilla sempre più velocemente e comincia a scendere verso il tavolo mentre Medina, alle sue spalle, aziona con grande stridore la macchina. Danny Haller aveva allestito dei set immensi, che arrivavano fino alle travature e ai soffitti dello studio, per suscitare un senso di profondità e di minaccia. In certi punti il film sembra anche più elaborato di “I vivi e i morti”. Il congegno era azionato dall’alto, mediante un sistema meccanico che girava molto più lentamente di quanto avrei voluto: allora decisi di rielaborare la sequenza con una truka, riprendendo otticamente un’inquadratura su due per creare l’effetto di un raddoppiamento della velocità della lama. Per le riprese in campo lungo usai una lama in legno, mentre per i primi piani ne usai una di metallo, abbastanza affilata da ferire. John aveva un’imbottitura sul torace, con sopra una pellicola che simulava la pelle nuda. Durante la scena, la lama gli avrebbe strappato la camicia e dal rivestimento sarebbe uscito il sangue. Realizzammo questa sequenza in un giorno. La fine fu divertente. Usai una gru e, più o meno quando mancava un’ora al termine, cominciai a mettere insieme diverse riprese, sapendo che avrei sistemato tutto nel montaggio. Ne chiudemmo una ogni due o tre minuti, trenta o quaranta in tutto nelle ultime due ore. Ripresi la lama da sotto e da sopra, con panoramiche orizzontali e verticali. Danny aveva fatto dipingere dei murali sulle pareti e così zoomai per inquadrarli. Questi inserti di tormentoni diedero colore, vivacità e insieme una tensione dinamica all’intera sequenza. Funzionavano. Ho sempre provato una grande soddisfazione al pensiero che questi due film sembrino molto più ricchi di quanto suggeriscano i relativi budget e piani di lavorazione. Anche i profitti furono buoni. Mi pare che “Il pozzo e il pendolo” abbia realizzato qualcosa più dell’altro, quasi due milioni di dollari di noleggi per un costo al negativo di 200.000». Sotto il profilo tecnico, oltre alla splendida fotografia di Floyd Crosby, tutta giocata sull’utilizzo di filtri cromatici, sono interessanti (all’epoca fecero scalpore) alcuni suggestivi effetti psichedelici conosciuti come ‘Subliminal Flash Suggestion’. Non solo Price sugli scudi con quel suo ghigno ineffabile ed un’interpretazione volutamente sopra le righe, ma preziosa la presenza di un’altra eroina del genere, Barbara Steele, icona per gli appassionati di horror degli anni ’60 e ’70.
La qualità del riversamento in Alta Definizione, sebbene non si sia operato alcun restauro, è di gran lunga migliorativa della precedente edizione in DVD pubblicata da Flamingo Video; di certo sono apprezzabili la fotografia che ‘carica’ la palette cromatica del film, opera, come detto, di Floyd Crosby, e le scenografie gotiche che in buona misura richiamano la classicità raggiunta qualche anno prima dagli inglesi studi Hammer. Il sonoro è limitato ad un Dolby Digital 2.0 Dual Mono (sia per l’italiano che per l’originale) piatto e privo di qualsiasi profondità. I Contenuti Extra includono il solo commento audio di Roger Corman e rappresentano un passo indietro rispetto all’edizione in DVD che comprendeva un inedito prologo televisivo, il trailer, una galleria fotografica e biografie testuali.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione della Pulp Video/CG Entertainment)
NOTE TECNICHE
Il Film
IL POZZO E IL PENDOLO
(The Pit and the Pendulum)
Usa, 1961, 80’
Regia: Roger Corman
Cast: Vincent Price, John Kerr, Barbara Steele, Luana Anders, Antony Carbone, Patrick Westwood, Lynette Bernay, Larry Turner, Mary Menzies, Charles Victor.
Informazioni tecniche del Blu-Ray
Aspect ratio: HD 1080 24p 16/9 2.35:1
Audio: Italiano, Inglese Dolby Digital 2.0
Distributore: Pulp Video/CG Entertainment