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IL MEREGHETTI 2017

 

 

 

 

IL MEREGHETTI – DIZIONARIO DEI FILM 2017
I numeri sono semplicemente … ‘pesanti’, e dicono molto sulla bontà, l’utilità e la mole dei dati – 5000 pagine (più 1.836 pagine degli Indici), 30.000 schede, 56 percorsi tematici, 20.000 voci di indice per titoli originali, 48.000 voci di indice per gli attori, 9500 voci di indice per i registi – per quello che è il dizionario enciclopedico per eccellenza dedicato al cinema e al suo universo, fatto di film, attori e registi, redatto da Paolo Mereghetti, volume sinteticamente conosciuto come Il Mereghetti.

Che sul mercato librario deve fare i conti con il rivale di sempre, Il Morandini, il realizzato da Morando Morandini, scomparso nell’ottobre 2015 (sono i familiari oggi a portare avanti il suo operato), al quale Paolo ha voluto rendere omaggio dedicandogli questa edizione del suo dizionario. La nuova edizione de Il Mereghetti, un appuntamento che si ripete dal 2008 con cadenza triennale (mentre inizialmente era biennale), è uscita nelle librerie aggiornata per quanto riguarda gli ultimi tre anni, gli anni trascorsi dall’uscita delle precedente datata 2014, e arricchita strada facendo di nuove voci (sono oltre 3mila le nuove schede), esattamente come accade con regolarità e frequenza dall’anno del suo battesimo che risale al 1993. Ogni film è siglato da stellette (da 1 a 4, utilizzando anche le mezze stelle) che ne sentenziano la bontà (superlativa, medio-alta o medio bassa) o i pallini neri per sancirne il limbo della mediocrità; insomma si tratta di un giudizio (sì sintetico ma pure) dall’immediato e semplice riscontro. Ma accade anche che le schede già esistenti vengono modificate, se non addirittura rifatte da nuovo, perché è possibile che qualche giudizio venga rivisto, rimodellato, o qualche opera ridimensionata, perché – ovviamente – l’importanza d’un film cambia inevitabilmente con il passare degli anni. Quella di questo fine anno è l’undicesima edizione, sempre edita da Baldini & Castoldi, curata dal critico cinematografico del Corriere della Sera, nato nel 1949 a Milano. Il Mereghetti, redatto dal critico e dallo staff dei suoi collaboratori (Filippo Mazzarella, Roberto Curti, Pier Maria Bocchi, Carlo Alberto Amadei, Alessandro Stellino, Alberto Pezzotta, Giacomo Calzoni e Daniela Persico), ha oramai assunto contorni monumentali, una vera e propria Bibbia per cinefili; è diventato nel tempo uno strumento insostituibile di consultazione per che ama e ‘vive’ di cinema, pratico e completo, per la sua capacità indiscussa di tracciare ‘traiettorie’ e percorsi cinematografici, che si dischiudono alla conoscenza e alla curiosità nelle sue cinquemila pagine. Ma è anche un’opera di lettura indipendente, perché propone agili e sintetiche recensioni (integrate dalla trama) per ognuno dei film che vi compaiono. Così, per la cronaca si va da “A.A.A. Achille” (2003), che apre le danze a “Zu: Warriors from the Magic Mountain” (1983) che le chiude. Negli ultimi volumi Mereghetti ha introdotto l’abitudine di segnalare anche film che non sono mai usciti in Italia ma che si possono facilmente reperire in Internet. E le quattro stelle assegnate ad un film lo collocano nell’Olimpo delle opere immortali e imperdibili: sono 486 in tutto laddove fanno sfoggio di sé opere universalmente riconoscibili tra passato e contemporaneità come “Quarto potere” (Orson Welles, 1941), “Casablanca” (Michael Curtiz, 1942), “Orizzonti di gloria” (Stanley Kubrick, 1957), “La Dolce Vita” (Federico Fellini, 1960) oppure “Star Wars: Episodio IV. Una nuova speranza” (George Lucas, 1977) e “Fargo” (Joel & Ethan Coen, 1996), ma tra cui trova posto anche “L’uscita dalle fabbriche Lumière” (1895), considerato il primo film della storia, e “La grande scommessa” (Adam McKay, 2015), l’unico film a quattro stelle uscito nell’arco di tempo successivo all’ultima edizione de Il Mereghetti. Per curiosità vi riportiamo i registi che annoverano il maggior numero di film a quattro stelle: Billy Wilder, Fritz Lang e Charlie Chaplin (con 9 film ciascuno) mentre tra gli italiani Roberto Rossellini (7 film) precede Federico Fellini (5 film). La lista completa di questi film, senza l’arduo obbligo di andarli a ricercare nei due volumi, è posta in coda al secondo suddivisa per registi e preceduta dall’indice delle voci tematiche (per capire meglio indichiamo, così alla rinfusa, Batman, Harry Potter, Emmanuelle, Dracula, Fantozzi, Maigret, Pixar: i Corti, con in testa 007 e in coda Zorro) dislocate come voci a se stanti lungo le pagine. In copertina (sul cofanetto e sui due volumi inclusi) campeggia un’immagine di Ettore Scola sul set de “La famiglia” (1987), un omaggio al regista scomparso il 19 gennaio di quest’anno. Ma c’è anche la possibilità di avere un terzo volume, quello degli Indici — titoli originali, attori e registi — che è disponibile in download digitale (bastano un indirizzo mail e il codice Siae dei volumi acquistati) oppure, su richiesta, in versione cartacea (per altre 1.836 pagine come già segnalato precedentemente) recapitate a casa al prezzo di 15 euro. Ed in chiusura, come abbiamo fatto a suo tempo quando su questo sito abbiamo recensito Il Morandini 2014, vi proponiamo una delle schede presenti nel Dizionario; la stessa di allora, quella di un film a noi assai caro, “The Dead – Gente di Dublino” di John Huston, che prende 4 stelle anche da Mereghetti.
The Dead – Gente di Dublino (The Dead, Usa/GB 1987, col, 82’) di John Huston. Con Anjelica Huston, Donal McCann, Helena Carroll, Cathleen Delany, Ingrid Craigie, Rachael Dowling, Dan O’Herlihy, Donald Donnelly. Dublino, primi del Novecento: una cena post-natalizia, a casa di anziane zie del marito, ridesta in Gretta (Huston) dolorosa ricordi di gioventù, mai confessati prima e destinati ad aprire uno squarcio nella sua vita matrimoniale. Da un racconto di Joyce, contenuto in Gente di Dublino, il testamento spirituale di John Huston che si è circondato di una straordinaria troupe di vecchi attore del teatro irlandese – in mezzo ai quali la figlia Anjelica si integra magnificamente – per affrontare il tema di ciò che non c’è più ma che è ancora dentro ognuno: il dialogo con i propri «morti», che poi sono quanto non potrà più tornare, quanto non si è vissuto o è durato troppo poco o non si è voluto vivere. Una grande lezione di cinema e di vita, espressa con ammirevole semplicità e senza vezzi intellettualistici. Il figlio Tony Huston ha firmato la sceneggiatura.

 

 

Il Mereghetti. Dizionario dei film 2017” (Baldini & Castoldi, pagine 6000, € 40)

 

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA