IL CINEMA di WIM WENDERS in DVD e Blu-Ray
Wim Wenders è stato, assieme a Werner Herzog, Rainer Werner Fassbinder, Alexander Kluge, uno dei massimi rappresentanti del cosiddetto Nuovo Cinema Tedesco, un movimento cinematografico di grande rilevanza nato in Germania a cavallo degli anni Sessanta, sulla scia della Nouvelle Vague francese, rivendicando i fasti del glorioso passato espressionista ma volgendo il proprio sguardo originale al nuovo.
In pratica rifiutando il cinema dei ‘padri’ compromesso dal nazionalsocialismo nazista e rendendo invece omaggio a quello dei ‘nonni’ (Fritz Lang e Friederich Murnau). Di suo Win Wenders ===Consulta la Filmografia===, in grado di passare con disinvolta facilità da un genere cinematografico all’altro, è assurto al rango di personalità tra le più rilevanti della storia del cinema del Novecento e viene ricordato per essere stato autore di un cinema proiettato ad indagare in profondità ogni mutamento della condizione umana, un cinema fatto di spazi, di viaggi e tormenti interiori.
Ripercorriamo alcune delle tappe principali della sua filmografia attraverso i film che il sottoscritto ha recensito nell’ultimo decennio ed oltre per la rivista Digital Video.
LA LETTERA SCARLATTA
(Der scharlachrote Buchstabe)
Germania/Spagna, 1972, 86’
Regia: Wim Wenders
Cast: Senta Berger, Lou Castel, Hans Christian Blech, Yelena Samarina, Yella Rottländer, William Layton, Alfredo Mayo, Angel Alvarez, Rafael Albaicin, Laura Currie.
Video: 1.78:1 anamorfico
Audio: Tedesco Dolby Digital 5.1 rielaborato sottotitolato in italiano (448 kbps)
Tedesco Mono sottotitolato in italiano (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video
Un lavoro quantomeno insolito nella cinematografia di Wim Wenders visto che è in costume e non contiene alcuno dei topos che solitamente popolano il suo immaginario (automobili, distributori di benzina, juke-box o cabine telefoniche). In più è quello dal quale Wenders ha preso maggiormente le distanze per divergenze con i produttori e perché fin dall’inizio non ha mostrato di crederci. Ma è utile agli appassionati di cinema per recuperare il secondo lungometraggio del regista tedesco, un’autentica rarità. E’ tratto dall’omonimo romanzo di Nathaniel Hawthorne ed è stato portato in tempi più recenti sullo schermo da Roland Joffè (in una versione interpretata da Demi Moore e Gary Oldman nel 1995); vi si narra l’esistenza infelice di un’adultera, in una comunità puritana di immigrati europei nella Nuova Inghilterra del 600, che è condannata a portare cucita sul vestito una lettera ‘A’ di colore scarlatto come indelebile testimonianza della sua colpa, tra moralismo bigotto, tentativi di emancipazione e violenze psicologiche. Interessanti gli extra con l’inclusione di 2 film-tv: “Dalla famiglia degli Idrosauri” e “L’Isola”, più commento audio del regista al film.
Recensione su Digital Video: aprile 2004
FALSO MOVIMENTO
(Falsche bewegung)
Germania, 1975, 99′
Regia: Wim Wenders
Cast: Rudiger Vogler, Hanna Schygulla, Hans-Christian Blech, Ivan Desny, Marianne Hoppe, Nastassja Kinski, Lisa Kreuzer.
Video: 1.78:1
Audio: Tedesco Dolby Digital 5.1 (448 kbps)
Tedesco Dolby Digital 2.0 (192 kbps)
Italiano Dolby Digital 1.0 (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video
Si può guardare a “Falso movimento” come ad uno dei ‘manifesti’ più espliciti della cinematografia di Wim Wenders; un film insomma imprescindibile per comprendere la poetica del regista tedesco. Appartiene (assieme a “Alice nella città” e “Nel corso del tempo”) alla cosiddetta ‘trilogia della strada’ con cui è stata introdotta la ‘filosofia’ wendersiana del viaggio nella quale l’incessante spostamento fisico e mentale costituisce una delle ossessioni più ricorrenti del regista. A tal proposito Wenders ha dichiarato: «La stabilità dei personaggi è una cosa che riesco a stabilire solo mettendoli sulla strada e abbandonandoli ad un moto sfrenato. Movimento (motion)… immagini in movimento (motion pictures = cinema). Ho sempre amato lo stretto rapporto che c’è tra movimento (motion) ed emozione (emotion). Alle volte mi viene fatto di pensare che nei miei film l’emozione nasce solo dal movimento, è creata dai personaggi…». Il DVD appartiene alla splendida collana approntata dalla Ripley, cui non ci stancheremo di fare i complimenti per la bontà del lavoro di restauro realizzato.
Recensione su Digital Video: febbraio 2005
NEL CORSO DEL TEMPO
(Im Lauf der Zeit)
Germania, 1976 168′
Regia: Wim Wenders
Cast: Rudiger Vogler, Hans Zischler, Lisa Kreuzer, Rudolf Schundler.
Video: 1,77:1 anamorfico B&N
Audio: Tedesco Dolby Digital 5.1 (448 kbps)
Tedesco Dolby Digital 2.0 Dual Mono (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video
[cofanetto 2 DVD + 1 CD]
Il più universale dei lavori di Wenders, quello che accomuna tutti i viaggiatori ‘On the Road’ degli anni ’70 senza distinzione di cultura o nazionalità, ma anche il film che ha svelato al pubblico più attento alle cinematografie ‘altre’ l’esistenza di questo talentuoso regista tedesco di Dusseldorf (allora appena 30-enne) destinato ad una carriera importante e fino a quel momento autore di opere note a pochi. Un film lontano dagli schemi produttivi più consolidati, frutto dell’amore e della passione di un gruppo di amici (Wenders alla regia, Robbie Muller alla fotografia, Heidi Ludi, scenografa e i protagonisti Rudiger Vogler e Hans Zischler); un modello di narrazione e di vita che chiunque poteva fare propria e che assurgeva ad emblema del Nuovo Cinema Tedesco; grande successo di pubblico sia in patria che all’estero. In fondo l’operazione condotta da Wenders era quella di conciliare in nuovi modelli espressivi il conflitto tra una memoria europea (priva di immagini) e le immagini ridondanti e (talvolta) invasive del Sogno Americano. Tutto aveva avuto inizio qualche anno prima quando diversi registi si erano dati una struttura di produzione-distribuzione autonoma fondando il Filmverlag der Autoren: spirito da piccola impresa artigianale che poi permetterà ai suoi componenti di farsi conoscere un pò dappertutto. Preziosa edizione – in uno splendido B&N che evoca le immagini del fotografo americano Walker Evans – che contiene in una elegante confezione cartonata due DVD più un CD con le musiche della colonna sonora composte da Axel Lintsadt ed eseguite dagli Improved Sound Limited. La versione proposta è quella originale (sia mono che rielaborata in DD 5.1) con sottotitoli in italiano visto che il film non è stato mai doppiato. Tra gli extra spiccano il commento del regista (sottotitolato), un’intervista a a Hans Zischler, alcune scene tagliate.
Recensione su Digital Video: giugno 2006
L’AMICO AMERICANO
(Deramerikanische Freund)
Germania, 1977, 125’
Regia: Wim Wenders
Cast: Bruno Ganz, Dennis Hopper, Lisa Kreuzer, Gerard Blain, Nicholas Ray, Samuel Fuller, Peter Lilienthal, Daniel Schmid, Jean Eustache, Sandy Whitelaw, Lou Castel.
Video: 1.77:1 anamorfico
Audio: Inglese/Tedesco Dolby Digital 5.1 – con sottotitoli italiani (448 kbps)
Inglese/Tedesco Stereo – con sottotitoli italiani (192 kbps)
Italiano Mono (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video
Il fascino per la cultura americana e l’ossessione per il viaggio sono da sempre alcune delle principali caratteristiche del cinema di Wenders. Nel 1977 egli realizzava un film tratto da un ‘giallo’ di Patricia Highsmith (“Ripley’s Game”) nel quale, pur nel solco del poliziesco canonico e tradizionale, si prendeva la libertà di stravolgere regole e schemi consolidati del genere con il ricorso a lunghe pause ed un’attenzione particolare alle atmosfere. Lui, che fino a quel momento aveva realizzato unicamente storie introverse e ricche di analisi psicologiche dei personaggi, qui è abile nel muoversi su un terreno di più immediata assimilazione. Gli stereotipi del genere ci sono tutti: gangster, pistole e denaro, ed inoltre Wenders sottolinea l’antitesi tra i caratteri dei due protagonisti, Bruno Ganz e Dennis Hopper, con quest’ultimo chiamato ad aderire ad un modello classico, quasi a sottolineare come gli States abbiano di fatto colonizzato l’immaginario cinematografico degli spettatori di tutto il mondo. Edizione in DVD curata in ogni particolare; audio rielaborato in un efficace DD 5.1 sottotitolato in italiano. Commento di Wenders e Hopper, scene tagliate.
Recensione su Digital Video: aprile 2004
NICK’S FILM – LAMPI SULL’ACQUA
(Nick’s Movie)
Germania, 1980, 87’
Regia: Wim Wenders
Cast: Nicholas Ray, Wim Wenders, Susan Ray, Tim Ray, Tom Farrell, Ronee Blakely, Jerry Bamman, Pierre Cottrell.
Video: 1.78:1 anamorfico
Audio: Inglese Dolby Digital 5.1 rielaborato – con sottotitoli italiani (448 kbps)
Inglese Stereo – con sottotitoli italiani (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video
Il fascino per la cultura americana – “Per me, durante l’infanzia, l’America non era un paese in cui si potesse andare. Era un mito” – portò Wenders negli ultimi anni dei ‘70 a girare (con alterne fortune) alcune pellicole negli States. Una di queste è “Nick’s Movie” (realizzato durante alcune lunghe pause nel corso della lavorazione di “Hammett”), un omaggio all’amico, maestro e regista americano Nicholas Ray (pochi anni prima i due si erano conosciuti e Wim aveva chiesto a Nick di fare un’apparizione ne “L’amico americano”), un lavoro fuori dai canoni, una sorta di commovente diario filmato, con la macchina da presa che segue con affettuosa partecipazione gli ultimi giorni di vita di Ray, condannato da un male incurabile, e ne filma in diretta l’agonia e la morte. Il film venne girato tra l’aprile e il giugno del 1979 tra New York e la California ed inizialmente doveva essere un progetto a quattro mani «su un uomo che vuole ritrovarsi prima di morire, ritrovare il rispetto di se stesso» ma poi le condizioni di salute di Ray l’hanno trasformato in una sorta di testamento spirituale ed artistico nel quale viene coinvolto emotivamente lo stesso Wenders.
Recensione su Digital Video: aprile 2004
LO STATO DELLE COSE
(The State of Things)
Germania, 1982 114′
Regia: Wim Wenders
Cast: Patrick Bauchau, Paul Getty III, Sam Fuller, Artur Semedo, Francisco Baião, Robert Kramer, Isabelle Weingarten, Rebecca Pauly, Jeffrey Kime, Geoffrey Carey, Roger Corman.
Video: 1,77:1 anamorfico B&N
Audio: Inglese Dolby Digital 5.0 (448 kbps)
Italiano, Inglese Dolby Digital 2.0 Dual Mono (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video
Questo è il film di Wenders più impregnato (non ‘impegnato’!) del connubio tra realtà e finzione che anima il lavoro di qualsiasi regista, il più rappresentativo della sua carriera. Infatti fin dalle scene iniziali si assiste – restando in equilibrio ‘precario’ tra i due estremi contrapposti che sono l’essenza del fare cinema – al lavoro di una troupe che ha l’obiettivo di girare un remake fantascientifico (da “The Most Dangerous Man Alive” di Alan Dwann), con tutti i problemi connessi a quelle opere avventurose in cui può accadere che il produttore si renda improvvisamente irreperibile e manchi addirittura la pellicola per girare. E su questo pirandelliano ‘gioco delle parti’, calato in un contesto cinematografico, si muove il film del regista tedesco (volutamente in B&N per sottolineare la difficoltà di esprimere a 360° la propria poetica). Prima parte ambientata a Lisbona, lucido mosaico esistenziale e descrittivo, la seconda a Los Angeles con l’accavallarsi continuo di situazioni e colpi di scena da vero e proprio gangster movie.
Recensione su Digital Video: luglio 2006
PARIS, TEXAS
(Paris, Texas)
Germania/Usa, 1984, 145’
Regia: Wim Wenders
Cast: Nastassja Kinski, Harry Dean Stanton, Dean Stockwell, Aurore Clément, Hunter Carson.
Video: 1.77:1 1920x1080p (AVC)
Audio: Inglese Dolby Digital 5.1
Inglese Dolby Digital 2.0
Italiano PCM 1.0
Distributore: Ripley’s Home Video
Palma d’Oro al Festival di Cannes dell’84, “Paris, Texas” è uno dei film che Wim Wenders ha realizzato nel corso del suo soggiorno americano negli anni Ottanta, e rappresenta come altri lavori (“L’amico americano”, “Nick’s Movie”, “Hammett”) l’omaggio cinefilo di un autore innamorato della cultura USA che però non smarrisce la sua identità europea. L’esperienza servì a sperimentare di persona la standardizzazione del sistema produttivo hollywoodiano. Un flop al botteghino negli States, invece acclamato come capolavoro in Europa, il film, un ‘road movie’ ispirato da una serie di racconti brevi (“Motel Chronicles”) dell’amico Sam Shepard, che ne è anche sceneggiatore, è ambientato nei luoghi mitici in cui sono stati girati i western che avevano affascinato il regista nell’adolescenza. Racconta la storia di un uomo silenzioso, ed apparentemente senza storia, che vaga nel deserto alla ricerca della moglie… Il trasferimento in HD è stato personalmente supervisionato ed approvato da Wenders partendo dall’originale master in 35mm e il fruitore finale si trova davvero dinanzi ad un lavoro di encoding eccellente sotto tutti i punti di vista ad onta dei quasi trent’anni che ci separano dall’uscita della pellicola. Nitido e (ri)pulito (da graffi, imperfezioni ed artefatti) il film in Blu ray ci restituisce tutta la magnificenza della fotografia di Robby Muller e degli sterminati scenari naturali in cui si muove Harry Dean Stanton. Il comparto sonoro, pur non potendo competere con gli standard odierni, esalta la magistrale colonna sonora di Ry Cooder ed ha la naturalezza dei suoi tempi. Tra gli extra – molti inediti – troviamo, oltre al commento di Wenders, un’intervista al regista (25’), alcune scene tagliate (sempre con il commento di Wim) ed un Super 8 con il flashback integrale (7’) della ‘love story’ naufragata tra i protagonisti più un prezioso booklet (12 pagine).
Recensione su Digital Video: marzo 2012
TOKIO GA
(Tokyo-Ga)
Germania, 1985, 90’
Regia: Wim Wenders
Cast: Chishu Ryu, Yuharu Atsuta, Werner Herzog.
Video: 1.33:1
Audio: Inglese Dolby Digital 5.1 rielaborato sottotitolato in italiano (448 kbps)
Inglese Dolby Digital 2.0 sottotitolato in italiano (224 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video
Si è spesso parlato della passione che Wim Wenders ha nutrito per la cultura americana, la letteratura ‘on the road’ o il cinema di Nicholas Ray e Fritz Lang, ma poco rilievo è invece stato dato ad un cineasta che lo ha fortemente influenzato soprattutto sotto l’aspetto visivo (e prevalentemente nei film in B&N), il giapponese Yasujiro Ozu (1903-1963). Al punto che, dopo il trionfo a Cannes con “Paris-Texas”, in perfetta controtendenza, il regista tedesco decideva di girare un documentario sulla capitale nipponica che fosse anche un tributo all’estetica di Ozu. In evidenza una volontà artistica di spiegare con le immagini quello che solitamente richiederebbe l’uso di parole. Inquadrature basse, quasi a sfiorare il suolo, lunghi controcampo luminosi. E’ chiaramente un lavoro minore per Wenders, visto che si tratta di un documentario, ma che non può essere assolutamente trascurato dagli amanti del suo cinema. Girato originariamente in 16 mm conserva una eccellente qualità complessiva.
Recensione su Digital Video: luglio 2004
IL CIELO SOPRA BERLINO
(Der Rimmel uber Berlin/Wings of Destre)
Germania/Francia, 1987, 123’
Regia: Wim Wenders
Cast: Bruno Ganz, Solveig Dommartin, Otto Sander, Curt Bois, Peter Falk.
Video: 1.78:1 anamorfico
Audio: Tedesco Dolby Digital 5.1 rielaborato (448 kbps)
Italiano/Tedesco Stereo Surround (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video
I più giovani tra i lettori saranno rimasti affascinati dal film-documentario che Wenders e Ry Cooder hanno dedicato alla musica cubana (“Buena Vista Social Club”) ma andando un pò a ritroso nel tempo, tra gli anni ’70 e ’80 si possono ritrovare le tracce migliori del cinema del regista tedesco quando egli, assieme ad altri è stato artefice della rinascita del cinema tedesco. C’è un filo sottile che lega tra loro i film di Wim Wenders ed è il guidare lo spettatore tra i meandri di un cinema che sia lo specchio intimo dell’anima e della spiritualità recondita dell’uomo per comunicare emozioni muovendosi tra pessimismo e speranza. Su questa direttrice si muove anche il sublime e poetico “Il cielo sotto Berlino”, una favola moderna che recupera la memoria storica e visiva della città di Berlino, un atto d’ amore per una città ancora divisa in due all’epoca delle riprese, dove gli angeli osservano gli uomini e le loro sofferenze. Quest’ultima cosa non può non aver ispirato “City of Angels” del 1998 di Brad Silberling con Nicolas Cage e Meg Ryan. C’è lentezza narrativa, è indubbio, ma anche una continua ricerca nelle immagini che il regista sa proporre con il suo occhio. Ricchissimi gli extra per questa pregevole edizione in DVD; tra questi si può godere quasi un’ora di scene tagliate (commentate dallo stesso Wenders) dal montaggio finale e che mostrano una (probabile) diversa direzione che il regista tedesco avrebbe potuto (e/o voluto) dare al suo lavoro. Affascinate (e tecnicamente ben dettagliato) il Bianco & Nero utilizzato per le riprese.
Recensione su Digital Video: gennaio 2004
FINO ALLA FINE DEL MONDO – Director’s Cut
(Bis ans ende der welt/Until the End of the World)
Germania/Francia/Australia, 1992, 278’
Regia: Wim Wenders
Cast: William Hurt, Solveig Dommartin, Sam Neill, Max Von Sydow, Jeanne Moreau, Rudiger Vogler.
Video: 1.77:1 anamorfico
Audio: Inglese Dolby Digital 5.1 (448 kbps)
Inglese Dolby Digital 2.0 (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video [box 4 dischi]
L’opera più ambiziosa (e per questo da lui più amata) e costosa di Wim Wenders, girata in 3 anni tra Italia, Francia, Germania, Russia, Giappone e Australia, rielaborando temi tipici del ‘road-movie’, del thriller e della fantascienza, con numerosi richiami alle atmosfere di un certo cinema ‘noir’ del passato ed a quello di Bergman. Un’opera fortemente voluta, costata al regista oltre quattordici anni di lavoro (dal 1977 al 1991), con un cast d’eccezione (William Hurt, Jeanne Moreau, Max Von Sydow, Sam Neill) e personaggi in continuo movimento (almeno nella prima metà) da una parte all’altra del globo ed ogni luogo a rincorrerne un altro senza sosta. Le riprese si sono svolte in quindici diverse nazioni e, come ha sottolineato lo stesso Wenders, nel film si parlano inglese, francese, russo, tedesco, cinese, giapponese, spagnolo e portoghese. Sedici mesi ci son voluti soltanto per il montaggio. C’è poi una colonna sonora strepitosa che ribadisce l’antica passione del regista per la musica rock – «il rock mi ha salvato la vita!» dichiarò una volta – e che riunisce alcuni dei maggiori artisti sulla scena all’epoca delle riprese: U2, Rem, Depeche Mode, Lou Reed, Talking Heads, Nick Cave, Patti Smith, Lou Reed, Elvis Costello. E’ stato diretto in modo magistrale dal suo autore con l’ausilio delle tecniche digitali, un settore all’interno del quale egli ha dimostrato di sapersi destreggiare con padronanza dei mezzi ed abilità da sperimentatore. Il regista tedesco fa un cinema curato nei minimi dettagli, espressione del suo sguardo sul mondo e frutto (anche) di una forte collaborazione con un gruppo di fedeli collaboratori. Qui ha tentato di creare un linguaggio visivo che combinasse immagini oniriche con altre distintivamente pittoriche, con risultati non sempre riusciti: ma pure se imperfetto è comunque un film d’autore. Tant’è che, nonostante il forte esborso economico e il grande impegno dal punto di vista organizzativo, il film non venne accolto favorevolmente né dal pubblico né dalla critica in generale perché, a smorzare le velleità di Wenders, esso venne depauperato di oltre 100 minuti e distribuito nelle sale in una versione ridotta a due ore e quaranta.
Tecnica
La Ripley’s Home Video è titolare del lussuoso cofanetto con 4 dischi (di cui uno interamente dedicato agli extra per una durata di 1h:40′) della ghiotta “Director’s Cut” che è tale perché per la prima volta viene resa accessibile al pubblico italiano la versione integrale concepita da Wenders. L’edizione messa in commercio ora è quella di 280 minuti che Wenders ha realizzato dopo l’uscita del film nelle sale, rimontando nuovamente il negativo originale e lavorando per quasi un anno sulla moviola. Questa versione appare meglio equilibrata tra una prima parte ‘on the road’ ed una seconda decisamente sintonizzata sulle riflessioni intorno alla natura dell’animo umano. Un’edizione assai ben curata che è il suggello all’intera pubblicazione in DVD dei film di Wenders (ma anche di quelli di Werner Herzog). La qualità tecnica è più che buona. L’essere riusciti a distribuire il film su tre dischi ha garantito la riuscita dell’operazione di transfert in una procedura ottimale senza soffrire di alcun problema dovuto ad una affrettata compressione. Bene il dettaglio ed ancor meglio la pulizia complessiva delle immagini. La natura digitale delle riprese, poi, ci restituisce una pellicola dall’invidiabile varietà cromatica. Sonoro rimasterizzato in Dolby Digital 5.1 che brilla per la spazialità distribuita su tutti i diffusori; ampia enfasi (e risalto) lasciata alle musiche che compongono la colonna sonora e che impreziosiscono il giudizio finale (assolutamente positivo). Tra gli extra una lunga intervista di 40 minuti al regista che ripercorre i momenti principali della realizzazione del film ‘della vita’; poi anche una ventina di minuti di scene tagliate.
Recensione su Digital Video: maggio 2004
COSI’ LONTANO COSI’ VICINO
(In weiter ferne, si nah!/Faraway, So Close!)
Germania, 1993, 140’
Regia: Wim Wenders
Cast: Otto Sander, Bruno Ganz, Solveig Dommartin, Nastassja Kinski, Rudiger Vogler, Horst Buchholz, Peter Falk, Willem Dafoe, Lou Reed.
Video: 1.85:1 1920x1080p (AVC)
Audio: Tedesco Dolby Digital 3.1
Italiano Dolby Digital 2.1
Distributore: Ripley’s Home Video
“Così lontano così vicino” – vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 46º Festival di Cannes – è nelle ambientazioni, nei personaggi (stessi attori ad impersonarli), il sequel di “Il cielo sopra Berlino” del 1987. Perché un seguito? «Semplicemente – ha spiegato lo stesso Wenders – per far rivivere la metafora dell’angelo e della città, ma qualche anno più tardi e da un nuovo punto di vista». E sì, perché nei sei anni intercorsi tra i due film ne sono successe di cose: è caduto il Muro di Berlino, e di conseguenza c’è stata la fine della Guerra Fredda. Comprensibile quindi l’ansia intellettuale di Wenders di porsi negli stessi luoghi a disegnare un prima e un dopo della vicenda del suo paese. Ma è il pessimismo a guidare la mano del regista che trova il suo paese in preda alla confusione ed alla violenza. L’approccio è poetico con la sfilza di personaggi indimenticabili che popolano il suo film e le citazioni filmiche (Chaplin, Lang, Vigo) di cui è intriso il film. Come per “Fino alla fine del mondo” nella colonna sonora sono presenti nomi di primo piano, come Lou Reed (che prende parte al film anche come attore, interpretando sé stesso), U2 e Nick Cave, quest’ultimo autore e interprete della struggente “Cassiel Song” in chiusura del film. Fotografia mirabile (B&N alternato al colore) con quella qualità di dettaglio e di contrasto che abbiamo avuto modo di apprezzare in tutti i film che Ripley ha dedicato al regista. Ottimo lavoro – come sempre – da parte della Ripley’s per il trasferimento in HD di questo film (che alterna il B&N e il colore) da un master in eccellenti condizioni. Qualche leggera imperfezione si coglie, ma ritengo sia stato fatto il massimo per ridare lucentezza e solidità a questa pellicola che già in DVD era più che soddisfacente. Gli extra prevedono il commento di Wim Wenders, il ‘Making Of’ e interviste ai protagonisti.
Recensione su Digital Video: dicembre 2005
LISBON STORY
(Lisbon Story)
Germania/Portogallo, 1995, 105’
Regia: Wim Wenders
Cast: Rudiger Vogler, Patrick Bauchau, Vasco Sequeira, Canto e Castro, Viriato Jose da Silva, João Canijo, Teresa Salgueiro, Manoel De Oliveira.
Video: 1.66:1 anamorfico
Audio: Italiano, Tedesco Dolby Digital 2.0 (192 kbps)
Distributore: Dall’Angelo Pictures/Sony Pictures HE
Non è solo un regista – tra i più apprezzati e originali del cinema contemporaneo – Wim Wenders, di lui conosciamo la passione per la fotografia e per il viaggio alla scoperta di nuove ‘verità’; così quando venne realizzato “Lisbon Story” sembrò questi essere una ‘Cartoline da Lisbona’ tanto è il fascino e la bellezza che emana la straordinaria capitale portoghese, fotografata – è il caso di dirlo – con maestria nei suoi angoli più nascosti e suggestivi. Conta relativamente la storia narrata, comunque pregna di interrogativi importanti, riguardo la crisi esistenziale di un autore (impersonato da Patrick Bauchau) che si interroga sulla importanza del suo ruolo e sul valore del cinema. Il regista Friedrich convoca il suo fidato tecnico del suono Phillip a Lisbona perché lo aiuti a realizzare un film muto e in B&N, ma quando questi arriva nella città lusitana scopre che dell’amico si è persa ogni traccia… Film in cui abbondano le citazioni (Manoel de Oliveira) sullo sfondo del fado dei Madredeus e peccato per la mancanza di qualsiasi extra.
Recensione su Digital Video: giugno 2011
I FRATELLI SKLADANOWSKY
(Die Gebruder Skladanowski)
Germania, 1996, 79′
Regia: Wim Wenders
Cast: Lucie Hürtgen-Skladanowski, Udo Kier, Otto Kuhnke, Nadine Buettner, Christoph Merg.
Video: 1.33:1
Audio: Tedesco Dolby Digital 5.1 (448 kbps)
Italiano, Tedesco Dolby Digital 2.0 (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video
Un raffinato esercizio stilistico ed un atto d’amore all’innocenza del cinema degli albori; questo è “I fratelli Skladanowsky” con il quale Wenders, quasi a reclamare la paternità tedesca della nascita del Cinema, narra la storia di due fratelli che realizzarono un rudimentale strumento chiamato ‘bioscopio’ capace di proiettare alcune brevi sequenze di immagini in movimento, poche settimane prima di quel fatidico 28 dicembre del 1895, quando i fratelli Lumière presentarono il primo film al Grand Café di Parigi con apparecchiature ben più sofisticate. Ed è Lucia, figlia novantenne di uno dei fratelli, che fa riaffiorare memoria dell’episodio. A metà fra documentario e finzione Wenders propugna un ritorno alla purezza delle immagini che sembrano aver perduto ogni potere di suggestione nei confronti del pubblico. Le immagini sono volutamente ‘primitive’: si mescolano colore e B&N e il lungometraggio è stato girato in 16 mm con pellicola d’epoca e con una macchina da presa di inizio secolo.
Recensione su Digital Video: settembre 2004
LA TERRA DELL’ABBONDANZA
(Land Of Plenty)
Germania/Usa, 2004, 120′
Regia: Wim Wenders
Cast: Michelle Williams, John Diehl, Burt Young, Shaun Toub, Wendell Pierce, Richard Edson, Jeris Poindexter, Rhonda Stubbins White, Bernard White, Yuri Elvin.
Video: 1.78:1 anamorfico
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1 (448 kbps)
Inglese Dolby Digital 2.0 (192 kbps)
Distributore: Dolmen/Cecchi Gori Home Video
L’uscita di un nuovo film di Wim Wenders viene sempre accolta con estrema attenzione dal pubblico dei cinefili, anche se negli ultimi anni le cose migliori che ha espresso sono stati i documentari dedicati alla musica cubana (“Buena Vista Social Club”) e al blues (“Soul of A Man”). Ma a criticare i suoi film c’è un ché di perverso: è come dire che da chi ha dato tanto al cinema ci si attende che rimanga sempre sugli stessi livelli e quando magari consegna alla storia un film meno brillante degli altri ecco scattare una bocciatura che però non è tale in valore assoluto. “Land Of Planty” (a proposito il titolo è mutuato da una splendida canzone di Leonard Cohen) ci racconta, come altre opere degli ultimi anni, il disagio seguito al tragico 11 settembre 2001 attraverso la vicenda di un veterano del Vietnam, che gira l’America ossessionato dalla paura di subire un nuovo attentato, e di una ragazza mossa dal desiderio di cambiare il mondo con il suo impegno civile. Insomma lo sguardo di un intellettuale che elabora un personale sentimento di odio-amore per gli States.
Recensione su Digital Video: aprile 2005
WIM WENDERS’ STORY – GLI ESORDI
(Von Einem der Auszog)
Germania, 2007, 96’
Regia: Marcel Wehn
Cast: Wim Wenders, Donata Wenders, Lisa Kreuzer, Robby Muller, Bruno Ganz, Peter Przygodda, Peter Handke, Yella Rottlander, Rudiger Vogler.
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: Tedesco Dolby Digital 2.0 (192 kbps) Sottotitolato
Distributore: Ripley’s Home Video/Cecchi Gori HV
Nel corso della 25^ edizione del Torino Film Festival del 2007 è stata dedicata a Wim Wenders una retrospettiva completa di tutte le opere con la collaborazione del Filmmuseum München e della Ripley’s, che da molti anni si occupa del restauro dei film del regista tedesco da destinare al mercato dell’Home Video. In quell’occasione veniva proposto l’inedito documentario curato da uno dei suoi allievi, Marcel Wehn, a narrare di Wenders – artista difficile e introverso ma sempre pronto ad affrontare nuove sfide – attraverso le testimonianze dei collaboratori che hanno accompagnato la sua carriera fin dagli inizi. Il tutto integrato da filmati di repertorio (anche privati) e dal contributo dello stesso regista (che parte dai ricordi dell’infanzia, sulle riprese amatoriali cui si appassionò) e di sua moglie Donata. Si scoprono così elementi che aiutano a delineare meglio l’Uomo che è dietro il Regista. “Se si vuole cercare un tema ricorrente del mio cinema – sono parole di Wenders – è quello di personaggi che cercano un senso alla vita umana”.
Recensione su Digital Video: agosto 2010
PALERMO SHOOTING
Palermo Shooting
Germania, 2008, 124’
Regia: Wim Wenders
Cast: Campino, Giovanna Mezzogiorno, Dennis Hopper, Olivia Asiedu-Poku, Letizia Battaglia, Harry Blain, Sebastian Blomberg, Inga Busch, Alessandro Dieli, Melika Foroutan, Irina Gerdt, Gerhard Gutberlet, Francesco Guzzo, Wolfgang Michael, Lou Reed, Milla Jovovich, Patti Smith.
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1 (448 kbps)
originale Dolby Digital 2.0 (192 kbps) con sottotitoli
Distributore: BIM/Feltrinelli
[DVD + Libro]
Da sempre Wim Wenders è stato rapito – sia in veste di regista che di semplice spettatore dell’opera altrui – dal mistero recondito delle ‘immagini’. Di questa ossessione, in varia misura e con peculiarità diverse, sono pieni tutti i suoi film, anche se non sempre il risultato finale è di quelli che appagano lo spirito (solidale) dello spettatore. Così per questa sua ultima fatica il regista di Düsseldorf ha scelto di seguire i passi di un fotografo (suo alter-ego) all’apice del successo (lo interpreta il cantante del gruppo punk-rock tedesco Die Toten Hosen, Andreas Frege, meglio noto come Campino) per evidenziare il proprio malessere nei confronti di una realtà oramai consolidata che vede la straripante egemonia delle immagini digitali che, per la facilità d’essere manipolate, annientano la creatività. «Esiste solo quello che si vede in superficie» dice il protagonista deluso (assonanza con “Professione: Reporter” di Antonioni), sull’orlo della crisi di nervi, nel corso del film, prima di ‘fuggire’ a Palermo dove viene conquistato dai colori della città siciliana e si riappropria della libertà di fare fotografie. Qui fa la conoscenza con una restauratrice, giunta in suo soccorso, e viene turbato dalle fugaci ma continue e minacciose apparizioni di un uomo incappucciato e biancovestito (più d’una assonanza con la Morte de “Il Settimo Sigillo”; si rivelerà essere Dennis Hopper a perorare addirittura la causa del buon vecchio cinema in pellicola). E quello che poteva apparire come un racconto metaforico ma lineare si sfalda, si fa confuso, appesantendo il tutto e senza condurre lo spettatore da una qualche parte. Presentato al Festival di Cannes del 2008 “Palermo Shooting” non è piaciuto alla critica (ma pare che sia stato proposto di fretta quando l’autore ancora non lo riteneva terminato) che l’ha stroncato. Peccato perchè il tema era interessante.
Recensione su Digital Video: maggio 2009
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione della Ripley Home Video)