Cinema

IL CINEMA di WERNER HERZOG in DVD e Blu-Ray

 

 

 

 

 

Assieme a Wim Wenders e Rainer Werner Fassbinder, Werner Herzog è l’altro grande caposaldo del Nuovo Cinema Tedesco di fine anni Sessanta.

Werner Herzog ===Consulta la Filmografia=== produce cinema d’azione con eroi solitari e temi e ambienti molto bizzarri, trattando anche spesso il mondo degli emarginati. Al pari di Wim Wenders, Herzog è un grande viaggiatore; nella sua opera, all’interno della quale è praticamente impossibile individuare precise influenze o derivazioni, Fiction e Documentario si intrecciano in maniera inscindibile, nel tentativo di sottrarsi al realismo della moderna civiltà industriale, e gli eroi che popolano il suo cinema appartengono tutti alla categoria della diversità rispetto all’uomo medio borghese, fondamentalmente dei perdenti, ma dall’incontaminata purezza umana, cui il regista rivolge tutto il suo affetto. Anche per lui, come abbiamo fatto per Wenders, ripercorriamo la cinematografia attraverso le recensioni dei suoi film in DVD e Blu-Ray pubblicate su Digital Video dal sottoscritto.

ANCHE I NANI HANNO COMINCIATO DA PICCOLI
(Auch Zwerge haben klein angefangen)
Germania, 1969, 92’
Regia: Werner Herzog
Cast: Helmut Doring, Paul Glauer, Gisela Hertwig, Hertel Minkner, Gerd Nickel, Erna Gschwendtner, Gerhard Marz, Alfredo Piccini, Brigitte Saar, Marianne Saar.
Video: 1.33:1 B&N
Audio: Tedesco Mono con sottotitoli in italiano (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video

Anche per Werner Herzog (viaggiatore instancabile ed apolide come Wenders; ed i due sono stati, assieme a Fassbinder, i maggiori esponenti della rinascita del cinema tedesco negli anni ’70), si rende disponibile in formato digitale una delle rarità di inizio carriera. Si tratta di una satira grottesca e surreale, allucinante e sovversiva, sulla società tedesca dell’epoca incentrata sulla ribellione fallita di un gruppo di nani detenuti in una colonia penale. Un film maledetto, a suo modo ‘estremo’, girato tra Messico e isole Canarie, frutto di un talento straordinario e inquieto, che ribalta un semplice assioma: non sono i nani ad essere ‘piccoli’, sono invece le cose che li circondano ad essere eccessivamente ‘grandi’. Nella sua poetica cinematografica gli eroi (siano essi reietti o trovatelli, avventurieri o nani appunto) appartengono alla categoria dei ‘diversi’: una maniera molto europea di identificarsi con i ‘perdenti’; ed il regista ha sempre privilegiato l’aspetto istintivo in una esistenza vissuta sempre all’insegna della sfida continua. Come extra, un inedito documentario sugli handicap ed il commento audio del regista per tutta la durata del film.

Recensione su Digital Video: aprile 2004

FATA MORGANA 
(Fata Morgana)
Germania, 1970, 74’
Regia: Werner Herzog
Video: 1.33:1
Audio: Italiano, Tedesco Dolby Digital 1.0 (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video

L’idea che Herzog ha sempre avuto del fare cinema si coniuga sempre con il concetto di fatica. A volte estrema, sempre alla ricerca di imprese irripetibili; come testimoniano “Fitzcarraldo” o “Aguirre”. E lui, l’autore, ogni volta mette in gioco se stesso e si impegna ai limiti della resistenza fisica. In effetti poi le sue creazioni sono film nel film, vissuti con intensità e sofferenza. Per realizzare il documentario “Fata Morgana” si è imbarcato in un’estenuante viaggio di un anno in Africa, assieme al suo operatore, facendosi arrestare prima in Uganda e poi in Camerun sospettato di essere mercenario. Ma alla fine il frutto (autentico ed appassionato) della sua determinazione è un piccolo capolavoro sulla devastazione del deserto africano ed un atto d’accusa nei confronti della civilizzazione (colonizzatrice) occidentale. Buona la qualità video per essere un documentario ed audio (mono) convincente ma trascurabile per ovvie ragioni. Extra con altri due interessanti documentari.

Recensione su Digital Video: giugno 2004

AGUIRRE FURORE DI DIO
(Aguirre, Der Zorn Gottes)
Germania, 1972, 91’
Regia: Werner Herzog
Cast: Klaus Kinski, Helena Rojo Del Negro, Ruy Guerra, Peter Berling, Cecilia Rivera.
Video: 1.33:1
Audio: Italiano, Tedesco Dolby Digital 1.0 (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video

Klaus Kinski, l’attore feticcio di Werner Herzog, qui alla prima delle collaborazioni col regista, è Aguirre, a capo di un manipolo di uomini che conduce alla morte, durante la conquista spagnola del Perù, nella ricerca del mitico Eldorado. Si tratta di uno dei film più riusciti di Herzog nonostante fosse stato girato (in maniera non dissimile da “Fitzcarraldo) tra enormi difficoltà ambientali. Al centro della  scena ci sono due protagonisti. Kinski, un attore lucidamente folle che tratteggia il condottiero tra sguardi penetranti, movenze animalesche e monologhi deliranti, per regalarci uno straordinario apologo sulla cupidigia del potere. L’altra è la Natura che assiste silenziosa all’evolversi degli eventi, alfine trionfante ‘ingoia’ gli sventurati conquistadores. L’edizione in digitale è impeccabile come tutti i DVD firmati Ripley’s. Pur mantenendo l’audio nel formato mono il sonoro è distintivamente nitido; le immagini vivono di quell’alone di magia che scaturisce dalle ambientazioni peruviane.

Recensione su Digital Video: giugno 2004

L’ENIGMA DI KASPAR HAUSER
(Jeder fur sich und Gott gegen alle)
Germania, 1974, 106’
Regia: Werner Herzog
Cast: Bruno S., Walter Ladengast, Brigitte Mira, Hans Masaus, Willy Semmelrogge, Michael Kroecher, Henry Van Lyck.
Video: 1.77:1 anamorfico
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1 rielaborato (384 kbps)
Italiano/Tedesco Mono  (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video

Il soggetto del film che ha consacrato definitivamente Werner Herzog si rifà ad un episodio di cronaca tedesca quanto mai emblematica: un giovane che approda alla vita dopo aver trascorso i suoi primi 16 anni rinchiuso in una buia cantina, in condizioni disumane, nella Norimberga del 1828, e che viene ‘educato’ nella Germania bigotta dell’epoca, poi misteriosamente assassinato cinque anni dopo, forse per impedire di scoprire le sue origini nobili. La storia, che ha più di un’assonanza con “Il ragazzo selvaggio” di Truffaut, offre l’estro al regista per tornare su uno degli argomenti a lui cari come quello della società che non ha comprensione per le persone ‘diverse’ e disadattate, ed è capace unicamente di abusare di loro. «Io tento di capire – ebbe a dire – chi siamo veramente come uomini». Ci preme qui sottolineare lo splendido lavoro sui materiali disponibili (master ed extra di alto livello) operato dalla Ripley, che vale per tutti i film di Herzog e Wenders, che rende questi DVD irrinunciabili gioielli da conservare nella propria DVD-teca. Utilissimo il commento (sottotitolato) del regista che apre squarci illuminanti sull’idea di cinema dell’autore.

Recensione su Digital Video: aprile 2004

LA BALLATA DI STROSZEK
(Stroszek)
Germania, 1976, 103’
Regia: Werner Herzog
Cast: Bruno S., Eva Mattes, Clements Scheitz, Clayton Rodriguez e Scott MacKain.
Video: 1.66:1 anamorfico
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1 rielaborato (448 kbps)
Italiano, Tedesco Dolby Digital 1.0 (128 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video [2 dischi]

Dopo “L’enigma di Kaspar Hauser” Werner Herzog diresse nuovamente l’attonito protagonista di quel film, Bruno S., attore non professionista ma un reale disadattato berlinese e prototipo della solitudine e dell’incomunicabilità, in un dolente ‘road movie’ ambientato negli Usa che va considerato come la sua personale e struggente elaborazione – ovviamente senza coltivare speranza alcuna ed il finale è tragico – del ‘sogno americano’. La ‘special edition’ per cinefili della Ripley’s è davvero ottima per la cura adottata per la sua realizzazione con un profilo tecnico di qualità assoluta (audio rielaborato in multicanale); ma il giudizio raggiunge l’eccellenza valutando il materiale extra presente sul secondo disco. Oltre ad un commento audio di Herzog quanto mai interessante perché spiega la sua poetica, ci sono tre rari documentari del regista tedesco (in originale con sottotitoli per un totale di oltre due ore) girati negli Stati Uniti durante le riprese del film.

Recensione su Digital Video: ottobre 2004

CUORE DI VETRO
(Herz Aus Glas)
Germania, 1976, 90’
Regia: Werner Herzog
Cast: Joseph Bierbichler, Stefan Guttler, Clemens Scheitz, Volker Precht.
Video: 1.66:1 anamorfico
Audio: Italiano, Tedesco Dolby Digital 2.0  Dual Mono (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video

Si  va completando la filmografia di Werner Herzog grazie al certosino (e splendido) lavoro di restauro operato dalla Ripley’s che non ci stancheremo di elogiare nell’ottica appassionata dei cinefili. Il regista tedesco è celebre per l’estremismo sofferto delle sue opere (ricordate “Fitzcarraldo” o “Aguirre furore di Dio”?), per quella volontà visionaria di rendere i set dei suoi film quasi una pena da espiare (per sé, gli attori e le maestranze). Così “Cuore di vetro” si distingue per il fatto che gli interpreti hanno recitavano in stato di ipnosi in una vicenda dai risvolti apocalittici. Vi si racconta una storia senza tempo, quasi una favola gotica, nella Baviera del primo Ottocento, quando un pastore profetico annuncia agli abitanti del suo villaggio l’approssimarsi della fine del mondo in concomitanza con l’incendio di una bottega che conosce il segreto della produzione del vetro rubino… La musica dei Popol Vuh dà spessore lirico all’insieme quasi a rendere tangibile il senso d’angoscia e di mistero che pervade la vicenda.

Recensione su Digital Video: ottobre 2004

NOSFERATU – IL PRINCIPE DELLA NOTTE
(Nosferatu, Phantom der Nacht)
Germania, 1979, 103’
Regia: Werner Herzog
Cast: Klaus Kinski, Isabelle Adjani, Bruno Ganz, Roland Topor.
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: Tedesco Dolby Digital 5.1 rielaborato (448 kbps)
Tedesco Dolby Digital 2.0 (192 kbps)
Italiano Mono  (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video
 [2 dischi]

Non poteva sortire risultato più affascinante il remake che Herzog ha dedicato nel ‘79 al mitico film del 1922 di Murnau, uno dei massimi esponenti dell’Espressionismo – dedicato alla figura di Nosferatu (il ‘non-morto’), il vampiro ispirato al celebre romanzo di Bram Stoker, “Dracula” – che anticipava, figurativamente, il ‘gelo’ delle coscienze con il nazismo oramai prossimo. Tanto accurata è stata l’operazione di rilettura da sconfinare nell’omaggio incondizionato e Klaus Kinski, che interpreta magistralmente il vampiro – un personaggio malinconico e dolente inesorabilmente destinato alla sconfitta -, è truccato con le unghie aguzze, il cranio rasato e le orecchie appuntite, proprio come l’originale. Il regista bavarese però cambia il finale, ribadendo il proprio pessimismo: il vampiro non viene sconfitto dal sacrificio di Lucy, che lo trattiene nel suo letto fino al sorgere del sole, ma si perpetua nel corpo del di lei marito, Jonathan, pronto a seminare disgrazia e distruzione. Sotto nuvole minacciose e paesaggi inquietanti, si è cercato di visualizzare le angosce latenti nell’individuo d’oggi. Assai riuscito l’uso delle musiche dei Popol Vuh inframezzate da altre classiche  (“L’ oro del Reno”, il “Sanctus” di Gounod). Toni e colori sono equilibrati ad un gelido blu che sembra precedere la catastrofe e l’immagine non è perfettamente nitida nelle scene più buie. L’audio in tedesco è migliore, l’immagine è più viva nella versione tedesca ma meglio dettagliata in quella italiana.

Recensione su Digital Video: maggio 2004

FITZCARRALDO
(Fitzcarraldo)
Germania, 1982, 150’
Regia: Werner Herzog
Cast: Klaus Kinski, José Lewgoy, Claudia Cardinale, Miguel Angle Fuentes.
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: Inglese Dolby Digital 5.1 (448 kbps)
Italiano/Inglese Mono  (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video

Herzog gira nel 1982 nella foresta amazzonica uno dei lavori più riusciti ed ancora una volta si ha conferma del suo talento ‘maudit’, della sua concezione di cinema estremo, della volontà di scrivere capitoli affascinanti di grande cinema, dello spingersi oltre l’immaginabile. Un film assai tormentata che ha richiesto 3 anni di lavorazione; più volte interrotto a causa di problemi contingenti e per le avverse condizioni meteorologiche (qualcosa di molto simili capitò anche a Coppola per “Apocalypse Now”). E la follia del personaggio interpretato da Klaus Kinski – un sognatore ed un appassionato di musica operistica che, pur di costruire il più grande teatro lirico del mondo nel cuore dell’Amazzonia, fa trascinare dagli indigeni un battello a vapore di oltre 300 tonnellate al di là di una montagna; e badate bene che non è stato utilizzato alcun effetto speciale – si specchia in quella di Herzog, tra eccessi visionari e sogni di grandezza. Kinski domina la scena con la sua presenza carismatica e si rivela l’interprete ideale (un ruolo rifiutato da Nicholson). Una splendida e suggestiva fotografia per una eccellente edizione in DVD (come tutte quelle firmate Ripley’s).

Recensione su Digital Video: aprile 2004

COBRA VERDE
(Cobra Verde)
Germania, 1987, 108’
Regia: Werner Herzog
Cast: Klaus Kinski, King Ampaw, Josè Lewgoy, Salvatore Basile, Peter Berling.
Video: 1.77:1 anamorfico
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1 rielaborato (448 kbps)
Inglese Dolby Stereo (192 kbps)
Italiano Mono  (192 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video

Werner Herzog, come regista, e Klaus Kinski, suo attore feticcio, hanno condiviso cinque esperienze cinematografiche come  “Aguirre, furore di Dio”, “Nosferatu, il Principe della Notte”, “Woyzeck”, “Fitzcarraldo” e per ultimo  “Cobra verde” nel 1987. Un rapporto complesso quello tra i due, entrambi dotati di una forte personalità e di una non meno palese inclinazione nel dialogare con la ‘follia’, fatto di attacchi d’ira furibondi e scambi di violenze fisiche, da ricondursi ad un sentimento di odio-amore ma di rispetto reciproco. Qui si racconta la storia di Francisco Manoel da Silva, conosciuto come Cobra Verde, un bandito temutissimo, con indosso una giacca napoleonica, vissuto nelle desolate terre selvagge del Serto in Africa. Un personaggio dolorosamente votato alla solitudine, di professione (apparentemente) schiavista ma in fondo prigioniero della sua irrequietezza e del suo destino. Nessuno meglio di Kinski poteva dare vita ad un simile personaggio dallo sguardo glaciale, una inaudita forza interiore, lo spirito selvaggio e solitario, angosciato dalla consapevolezza di un’immanente (metaforica) Apocalisse.

Recensione su Digital Video: aprile 2004

GRIDO DI PIETRA
(Schrei aus Stein/Screma Of Stone)
Germania/Francia/Canada, 1991, 106’
Regia: Werner Herzog
Cast: Vittorio Mezzogiorno, Donald Sutherland, Mathilda May, Brad Dourif, Stefan Glowacz, Al Waxman, Gunilla Karlzen, Chavela Vargas, Georg Marischka.
Video: 1.33:1
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1 (448 kbps)
Italiano, Inglese Dolby Digital 2.0 Dual Mono (192 kbps)
Distributore: Cult Media/Mondo Home Entertainment

Il cinema di Herzog, anche nei momenti in cui ha dispiegato unicamente la sua forza narrativa (e non l’anima documentaristica di opere quali “Grizzly Man” e “Il Diamante Bianco”), ha avuto come suo tratto distintivo la poetica dell’estremo. Basterà ricordare le difficoltà incontrate per realizzare film come “Fitzcarraldo” o “Aguirre furore di Dio” per rendersene conto. Spirito per l’avventura (di eroi solitari), misticismo, sfida alle leggi della natura, amore per paesaggi d’incanto, sono elementi presenti anche in uno dei pochi lavori della sua filmografia non ancora disponibili in DVD, “Grido di pietra”. La storia narrata prende spunto da un’idea di Reinhold Messner per raccontarci la storia di due alpinisti protesi a conquistare la vetta del Cerro Torre, in Patagonia, che pur non essendo alta (supera appena i tremila) è una delle montagne più temute dagli alpinisti ed è pressoché invalicabile. Purtroppo le eccellenti premesse non vengono adeguatamente premiate da una regia che smarrisce per strada la necessaria scansione drammatica.

Recensione su Digital Video: marzo 2009

KINSKI – IL MIO NEMICO PIU’ CARO
(Mein liebster Feind Klaus Kinski)
Germania/Gran Bretagna/Finlandia, 1999, 95’
Regia: Werner Herzog
Cast: Klaus Kinski, Werner Herzog, Claudia Cardinale, Eva Mattes, Beat Presser.
Video: 1.77:1 anamorfico
Audio: Tedesco Dolby Digital 2.0 con sottotitoli (224 kbps)
Distributore: Ripley’s Home Video

L’incontro tra due personalità forti ed entrambe dotate di una ben definita componente di follia creativa in una identica visione totalizzante del cinema, ha prodotto alcuni dei più bei film contemporanei. Klaus Kinski, un attore istrionico (di origine polacca: vero nome Nikolaus Gunther Nakszynski) che ha attraversato trasversalmente il cinema italiano dei ’60 e ’70 ed è scomparso nel 1991, sotto la guida di Werner Herzog, ha interpretato capolavori come “Nosferatu”, “Aguirre furore di Dio”, “Fitzcarraldo”, “Cobra Verde” e “Woyzeck” instaurando con il regista tedesco, che lo ha eletto a suo attore feticcio, un rapporto di odio/amore caratterizzato da momenti di estrema dolcezza ma che in più di una circostanza è sfociato addirittura in furibondi scontri fisici. Questo documentario – tra testimonianze dirette, brani di vecchi film, immagini inediti, scene tagliate e provini – traccia un ritratto della loro tormentata amicizia, ripercorrendo i momenti più significativi del loro rapporto a partire dall’appartamento di Monaco in cui si conobbero negli anni ’50.

Recensione su Digital Video: maggio 2005

GRIZZLY MAN
(Grizzly Man)
Usa 2005, 104’
Regia: Werner Herzog
Video: 1.78:1 anamorfico
Audio: Inglese Dolby Digital 5.1 (384 kbps) sottotitolato
Distributore: Fandango/Cecchi Gori Home Video

Se c’è un genere ‘antico’ che si è aperto ad un futuro prossimo radioso, paradossale che sembri, è il documentario. Negli ultimi anni ha avuto modo di essere sdoganato sul grande schermo con buoni riscontri al botteghino. Werner Herzog però non è tipo da inseguire le mode ed il documentario l’ha sempre fatto anche in tempi non sospetti. Il suo approccio con la macchina da presa è quello di colui che pensa all’esperienza cinematografica come ad un momento di coinvolgimento fisico assoluto. “Grizzly Man” racconta Timothy Treadwell, ambientalista e studioso di animali, nel suo rapporto con i pericolosi grizzly dell’Alaska, con i quali era riuscito a stringere un legame singolare, e dai quali è stato ucciso, assieme alla fidanzata, nel 2003. Il regista utilizza riprese originali effettuate dalla coppia integrate da interviste con le persone che hanno avuto modo di conoscerne l’affascinante personalità; tracciando un ritratto del personaggio pervaso da ossessioni che non sono dissimili da quelle che animano Herzog. Oltremodo interessanti gli extra (numerosi) inclusi

Recensione su Digital Video: aprile 2007

L’ALBA DELLA LIBERTA’
(Rescue Dawn)
Usa, 2006, 125’
Regia: Werner Herzog
Cast: Christian Bale, Steve Zahn, Jeremy Davies, Marshall Bell, Brad Carr, François Chau, Craig Gellis, GQ, Pat Healy, Zach Grenier.
Video: 1.85:1 / 1920x1080p
Audio: Italiano, Inglese, Spagnolo Dolby TrueHD 5.1
Distributore: Sony Pictures Home Entertainment

Con questo film (che però non è approdato nelle sale ma va direttamente in Home Video), primo film del regista con capitali americani, celebriamo il ritorno al cinema di Werner Herzog dopo una lunga serie di documentari, peraltro assai interessanti. Già nel 1997 il regista aveva trattato in un documentario – ”Flucht aos Laos” (“Little Dieter Needs to Fly”) – della vicenda autentica di un pilota della U.S Air Force di origine tedesca, Dieter Dengler, che era stato abbattuto e fatto prigioniero in Laos durante la guerra del Vietnam ed era poi riuscito abilmente a fuggire. Il tema trattato prosegue quello caro all’Herzog documentarista (“Grizzly Man”, “Il diamante bianco”) e di tanti film (su tutti “Fitzcarraldo”), ovvero l’incessante, spasmodica sfida che si può intentare alle leggi della natura. Ma sottesa alla sfida c’è anche l’omaggio alla Natura, alla sua misteriosa forza che incute timore in molti, non in Herzog. Nel ruolo principale c’è Christian Bale che va ad incastonare questa sua interpretazione tra quelle che negli ultimi anni gli sono valsa fama duratura come i due ultimi “Batman“, “Quel treno per Yuma“, “Io non sono qui“ e The Prestige“, e, non essendo questa assolutamente meno pregevole, lo hanno trasformato nel più bravo tra gli attori della sua generazione. Pronunciata qualità delle immagini in Alta Definizione che devono fare anche i conti con lo ’sguardo’ vertiginoso e coinvolgente del regista, con la sua personalissima concezione di composizione dell’immagine: insomma uno spettacolo (tecnico) nello spettacolo (cinematografico). Buona resa cromatica, compattezza delle immagini e alta profondità dei neri, con accentuato senso di tridimensionalità. Sonoro che si amalgama alla perfezione con l’esuberanza delle immagini (e le scelte musicali) con efficaci effetti d’ambienza. Commento del regista ed altro tra gli extra.

Recensione su Digital Video: febbraio 2009

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 


(immagini per cortese concessione della Ripley Home Video)