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GRAVITY 3D di Alfonso Cuarón in Blu-Ray

 

 

 

 

La prima, notevole qualità di “Gravity” è rappresentata dallo straordinario utilizzo del 3D ma, oltre a ciò, il film diretto dal messicano Alfonso Cuarón si è guadagnato addirittura l’Oscar 2014 per la Migliore Regia, sicuramente in virtù di altre componenti.

 

Già nel momento di catalogarlo in un preciso genere cinematografico “Gravity” ci ha creato qualche perplessità e l’averlo collocato tra i film di Fantascienza in effetti non ci ha soddisfatti del tutto, perché se da un lato è vero che si tratta di un ‘Thriller nello Spazio Profondo’ o di un film che potrebbe essere derubricato alla voce ‘filone della fantascienza esistenziale ‘, è altrettanto vero che le vicissitudini narrate, seppure a tanti chilometri di distanza dalla Terra, non appartengono poi solamente ad una sfera Sci-Fi ma potrebbero costituire una reale, autentica e drammatica minaccia che poco ha avrebbe a che fare con la Fantascienza. L’uso delle tecnologie stereoscopiche raggiunge livelli qualitativi elevatissimi e non solo; perché il coinvolgimento emotivo e la valenza poetica che le immagini tridimensionali riescono a suscitare in questa occasione sono qualcosa che lo spettatore al Cinema fino ad oggi non aveva mai sperimentato, e la visione del film prima che sul piano drammatico si può trasformare in una ‘experience’ davvero indimenticabile su quello visivo. “Gravity” ha inaugurato fuori concorso la 70^ Mostra di Venezia 2013 e racconta un’Odissea nel cosmo pregna di fiducia ed ottimismo; è un blockbuster spettacolare racchiuso in 90 minuti di grande cinema. Matt Kowalski (George Clooney), astronauta veterano alla sua ultima missione con tanto di record di permanenza nello spazio, logorroico e narcisista, nella sua sicurezza e disinvoltura nel ‘muoversi’ lassù in cielo sembra una sorta di Buzz Lightyear (il protagonista di “Toy Story”) in carne ed ossa  – «verso l’infinito ed oltre!» – mentre la sua collega, Ryan Stone (Sandra BuIlock), è un ingegnere medico alla sua prima missione spaziale. I due cosmonauti stanno eseguendo un lavoro di manutenzione al telescopio Hubble orbitante nello spazio a circa 500 chilometri dalla Terra quando, per un concatenarsi di eventi negativi, su di loro precipita una pioggia di detriti che producono un impatto devastante sul loro Space Shuttle, che viene distrutto assieme all’equipaggio che è rimasto a bordo, e che li lascia soli a fare i conti con l’ignoto. Alla deriva nel buio nel tentativo disperato di sopravvivere e di trovare una maniera per tornare sulla Terra, facendo leva esclusivamente sul loro ingegno e sulla capacità di mantenere il sangue freddo senza farsi prendere dal panico, visto che hanno pure perso contatto con la base operativa della Nasa… Paradossalmente – e ne converrete con me una volta visto il film (la mia bonaria considerazione vale per chi non lo avesse ancora visto, ovviamente) – l’ambientazione nel cosmo non dona ‘spazialità’ al film che invece appare essere quanto mai claustrofobico. Ai protagonisti vengono improvvisamente a mancare i punti di riferimento ed il silenzio assoluto, che per molti versi ci ricorda quello espresso/manifestato in “Alien”, si trasforma praticamente in elemento inquietante e spaventevole, e tutta l’esperienza ‘survival’ diventa una esperienza ancestrale tout-court. Allo spettatore navigato, che invece non vuol perdere i suoi punti di riferimento, lo spazio si trasforma in un ‘luogo’ avventuroso in cui l’essere umano deve combattere contro avversità di ordine naturale, quasi si trattasse del più classico dei Western. Alfonso Cuarón, classe 1961, da Città del Messico, ha costruito in crescendo il proprio percorso cinematografico ===Consulta la Filmografia di Alfonso Cuaròn === alternando opere più personali a blockbuster ‘voluti’ dalle major (come ad esempio “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban” del 2004, il terzo della serie, che in molti tra i critici e tra i fan hanno elevato a miglior capitolo di tutti) che hanno riconosciuto al regista messicano doti non comuni e qui mostra per intero la sua padronanza di tutte le componenti del mezzo cinematografico e ‘in primis’ della messa in scena interamente realizzata in computer grafica. “Gravity”, che non costituisce un puro esercizio di stile ed è opera dal budget cospicuo, è senza ombra di dubbio destinato a diventare una nuova pietra miliare della fantascienza che, nell’immaginario cinefilo, si andrà a collocare al fianco di film come “2001 Odissea nello spazio” (Stanley Kubrick, 1968) e “Alien” (Ridley Scott, 1979), più che “Guerre Stellari” (George Lucas, 1977) ed “Avatar” James Cameron, 2009); altri referenti obbligati possono essere “2002: la seconda Odissea” (1972) di Douglas Trumball, “Dark Star” (1974) di John Carpenter, “Apollo 13” (1995) di Ron Howard, “Mission to Mars” (2000) di Brian De Palma. Si percepisce per tutto il film una palpabile tensione, lo spettatore prova la stessa ansia claustrofobica, lo stesso senso di vertigine in mancanza di ossigeno della protagonista femminile, lo spazio profondo diventa affascinante proprio per l’assenza dell’elemento che dà il titolo al film, la gravità, ma quello che rende “Gravity” speciale è la riflessione su un altro tipo di ‘profondità’, quella dell’animo umano costretto a fare i conti con un’emergenza (anche spirituale) che ha valenza d’universalità e che accosta il film – più che agli altri citati – alle vette sublimi dell’Odissea di kubrickiana memoria. Sul piano tecnico troviamo che gli Effetti siano stupefacenti per tutto il film, con picchi che si raggiungono nella scena della distruzione della navicella spaziale, davvero innovativa, per offrire allo spettatore uno spettacolo visivamente imperdibile. Ed il 3D rappresenta un valore narrativo aggiunto; anche i più scettici dovranno (potranno) convincersi (alla percezione) dell’altissima qualità espressa dal 3D. Un altro aspetto importante in un film ambientato nel silenzio cosmico, in un ambito nel quale non si propagano onde sonore per l’assenza di aria, è la resa tecnica proprio del contesto sonoro che circonda i protagonisti, fatto di voci (dalla base Nasa e dallo scambio tra i due astronauti) che provengono dalle radio inserite nelle tute spaziali o suoni prodotti dalle tute al loro interno, frutto di un sound design particolare ed accurato oltre che dalla magnifica colonna sonora a commento composta dall’inglese (e quasi esordiente) Steven Price. La pellicola ha vinto 7 Oscar (su 10 candidature) dei quali il più importante è certamente quello alla Migliore Regia di Alfonso Cuarón, mentre gli altri ribadiscono l’eccellenza tecnica del prodotto: Migliori Effetti Speciali, Miglior Fotografia, Miglior Montaggio, Miglior Colonna Sonora, Miglior Sonoro e Miglior Montaggio Sonoro.

La visione stereoscopica in High-Definition ricrea la stessa meraviglia vissuta alla proiezione in sala, con una efficace ed una aderenza semplicemente strabilianti. Il Blu-Ray che (da poco) si è reso disponibile è una delle migliori cose in Alta Definizione degli ultimi tempi in un mercato che ribadisce la tendenza ad alzare sempre di più l’asticella della meraviglia e d’una fruizione domestica quanto mai confortevole. Il formato audio DTS-HD Master Audio è presente solo per la traccia Inglese (in 5.1) e Francese (addirittura in 7.1) mentre per le altre lingue, compreso l’Italiano è disponibile un ‘semplice’ Dolby Digital 5.1, decisione che sinceramente non riusciamo a ‘comprendere’, visto che siamo dinanzi ad un prodotto assolutamente impeccabile. Ci sono poi 3 ore di Contenuti Extra che aiutano ad approfondire la conoscenza (e la curiosità) sugli aspetti produttivi, realizzativi e tecnici di questa pellicola. Troviamo lo Speciale “Gravity Mission Control” (106’ suddivisi in 9 parti), riguardante le tappe produttive per la realizzazione di questo ambizioso progetto con tanto di simulazioni a terra dell’assenza di gravità, poi l’ottimo documentario “Collision Point:The Race to Clean Up Space” (narrato da Ed Harris che nel film è la voce che arriva dalla base di Houston) di 22’ relativo alla problematica dell’inquinamento e dei detriti nello Spazio, la featurette  “Shot Breakdowns” (30’) con immagini dal set. Tra l’altro in questo Extra scopriamo come la visiera del casco della protagonista sia stato ricreato in digitale per evitare che i riflessi del set rovinassero il realismo delle scene. C’è anche un interessantissimo mini film diretto da Jonas Cuarón, figlio di Alfonso, “Aningaaq”, che riprende una scena di “Gravity” – quella in cui Ryan Stone in un momento drammatico parla alla radio con qualcuno sulla Terra e di cui presto perde il contatto – e veniamo a scoprire, spostando il focus sulla Terra, che a ‘ricevere’ il mayday dell’astronauta è stato un esquimese.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 


(immagini per cortese concessione della Warner Home Video)

 

NOTE TECNICHE

Il Film

GRAVITY 3D

(Gravity)

Usa/Gran Bretagna, 2013, 92’
Regia: Alfonso Cuarón
Cast: Sandra Bullock, George Clooney, Ed Harris, Orto Ignatiussen, Phaldut Sharma, Amy Warren.

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect Ratio: 1.85:1 1920x1080p/ MVC MPEG-4
Audio: Inglese DTS-HD Master Audio 5.1
             Francese DTS-HD Master Audio 7.1
             Italiano, Spagnolo, Tedesco, Inglese Dolby Digital 5.1
Distributore: Warner Home Video