Musica

FUTURE’S PAST di Dave Mason

 

 

 

 

 

ARTISTA: DAVE MASON
TITOLO: Future’s Past
ETICHETTA: Dave Mason Label
ANNO: 2014

Ricordo d’aver incontrato Dave Mason nel 1985 che se la godeva in quel di St. Thomas, nelle Isole Vergini; era lì che viveva a quel tempo, negli anni in cui si eclissò dalle scene; era ragionevole immaginare che avesse deciso d’allontanarsi volontariamente da un mondo che gli aveva dato (anche) gloria ma nel quale era stato sovente una scheggia impazzita ed incontrollabile (un piglio individualista, l’esperienza discontinua con i Traffic, la scarsa empatia avuta con Winwood, Jim Capaldi e Chris Wood, l’amicizia con Hendrix insegnano). La scelta di vita non è durata a lungo e Dave dopo pochi anni è tornato sui suoi passi, anche se l’isola dei Caraibi continua ad essere ancora oggi luogo eletto del ‘buen retiro‘. “Future’s Past” rende omaggio a quegli anni seminali così vibranti, intensi e meravigliosi in cui i Traffic conquistavano grande rilevanza sulla scena progressive inglese e lui avviata la carriera solista nel 1970 con “Alone Together”. Per alcuni dei nove brani in scaletta, tutti legati alla storia musicale di Dave, si tratta di una rivisitazione con qualche aggiustamento, giusto per dare ai brani un nuovo appeal ma senza allontanarsi troppo dai binari degli originari arrangiamenti. Così “Dear Mr. Fantasy” (ci ha speculato qui Dave visto non gli appartiene più di tanto), un classico del repertorio del gruppo inglese, suona diversa soprattutto nella parte vocale non più appannaggio di Steve Winwood, Mason gli ha tolto l’abito psichedelico e l’ha rivestita di sapori blues, così come un altro pezzo dei Traffic, “You Can All Join In”, conserva intatta la sua natura folksy nonostante il titolare l’abbia arricchito di riff chitarristici blues non contemplati in origine: nell’originale Dave suonava il basso, qui fa sua la parte elettrica della chitarra. Il rimaneggiamento più spinto risulta essere in fondo quello per “World in Changes” (tratto dall’album d’esordio “Alone Together”), intinto di colorazioni reggae. “As Sad and Deep as You”, sviluppata sugli arpeggi di una chitarra spagnola, accentua e migliora l’umore desolato che ne era alla base e diventa uno dei momenti migliori dell’album. Due brani (“How Do I Get to Heaven” e “Good 2 U”) sono tratti dall’album del 2008, “26 Letters 12 Notes”, e poi ci sono lo splendido strumentale “El Toro (Spanish Blues)”, il classico di Robert Johnson “Come On in My Kitchen” e l’inedito “That’s Freedom“, che inizialmente era un tema eseguito dal pianista del suo gruppo e che Mason ha trasformato in un gradevole brano, a completare la scaletta di un disco che suscita nostalgia concreta e per niente peregrina, assai variegato nella sostanza della proposta ed è stato concepito con passione indiscussa; ‘suona’ bene, intrigante e foriero di buone vibrazioni niente affatto datate. L’album non ha velleità di grandi vendite discografiche se non la volontà di proporsi quale souvenir per i fan al termine di ogni suo concerto. La copertina reca un’immagine elaborata da una foto scattata da Graham Nash negli anni Settanta.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA