FAHRENHEIT 11/9 di Michael Moore in Blu-Ray
“Fahrenheit 11/9”, in cui viene rovesciata la data, non va confuso con “Fahrenheit 9/11” del 2004, entrambi diretti da Michael Moore: quello ‘raccontava’ gli eventi del tragico 11 settembre 2001 con il riconoscibile stile sferzante e provocatorio del regista, questo invece sposta la sua attenzione su un’altra significativa data, il 9 novembre 2016, giorno in cui Donald Trump è stato eletto 45esimo Presidente degli Stati Uniti, sull’epoca in cui viviamo con non minore capacità di lanciare proditoriamente strali contro i suoi bersagli.
Mentre si stava già festeggiando la signora Clinton, quale probabile vincitrice per la corsa alla Casa Bianca, il 9 novembre del 2016 veniva eletto presidente degli Stati Uniti d’America un uomo dichiaratamente razzista, classista e misogino e perfino ambiguo nel suo privato. Il cineasta di Flint ha il documentario quale strumento politico per la sua battaglia liberale contro ogni forma di conservatorismo e con questo film, questa volta prende di mira un sistema corrotto e coloro, nell’amministrazione degli Stati Uniti, fossero Democratici o Repubblicani, si sono resi partecipi dello sfacelo cui stiamo assistendo negli ultimi anni. Non si tratta semplicemente di un film anti-Trump. I film di Michael Moore ===Consulta la Filmografia=== sembrano sempre dei manuali di sopravvivenza, delle lezioni di educazione civica: diretti, immediati e comprensibili, anche se non sempre completamente condivisibili. “How the fuck did this happen? / Come cazzo è potuto succedere?”, si domanda Michael Moore, e già che c’è articola qualche doloroso collegamento tra la nuova presidenza e alcune tragedie nazionali, partendo dalle carneficine nelle scuole. L’ascesa di Trump alla carica politica più importante del mondo è stato in effetti un evento surreale, ancora di più se spostiamo il nostro punto di vista negli Stati Uniti, dove nessuno, nemmeno nel Partito Repubblicano, prese sul serio la sua candidatura fino a che la sua corsa si dimostrò sorprendentemente inarrestabile persino per lui stesso. C’è meno ironia di altre volte in questo decimo lungometraggio di Michael Moore, e molta più urgenza di comunicare, perché, come lascia intendere il regista, la situazione è grave e la Democrazia – nel senso più alto del suo significato – seriamente messa a rischio da un potere marcio, fortemente inquinato dalle persone sbagliate messe nei posti importanti oppure, visto nel rovescio della medaglia, l’uomo ‘giusto’ (Trump, ‘of course!’) arrivato al momento giusto. “Fahrenheit 11/9” lancia un grido di allarme forte e chiaro come d’abitudine per Moore, perché – egli afferma – se la Democrazia viene meno è il futuro del mondo libero a patirne nell’immediato le conseguenze più gravi. Ne è venuto fuori un film fondamentalmente pessimista se non addirittura ‘fin troppo’ realista, su una realtà di cui sono corresponsabili alla stessa maniera si i repubblicani che i democratici. La chiusura del documentario lascia spazio alla speranza sui giovani, soffermandosi con le immagini su una ragazza, cui viene la parola su un palco dinanzi a migliaia di persone, che, nel ricordare i suoi compagni di scuola di Parkland, sterminati da un loro coetaneo, con gli occhi pieni di lacrime lancia un atto d’accusa fortissimo contro l’estrema facilità che chiunque ha negli Usa di procurarsi un’arma. Il documentario accenna brevemente alla prima campagna elettorale che ha visto Donald Trump scendere in campo nel 2000 a fronte dei suoi fallimenti economici e alle accuse di violenza sessuale recapitategli, e in qualche maniera insinua pure qualche sua tendenza incestuosa nei confronti della figlia Ivanka. Ma si concentra sul pronunciato narcisismo del personaggio Trump, uomo dalle tendenze dittatoriali e diabolico manipolatore dei media ma resta pur tuttavia feroce nei confronti dei democratici colpevoli, a suo modo di vedere, d’essere scesi a compromessi (fin dai tempi dell’amministrazione Clinton) con i poteri forti e con le banche e di aver allontanato la gente dall’esercizio del voto perché disillusa. Moore dedica un pezzo importante ed emozionante del suo documentario d’accusa al caso della catastrofe per avvelenamento da piombo della popolazione accaduto nella sua città natale, Flint nel Michigan, che si trova a circa un centinaio di chilometri a nord-ovest di Detroit e dove nel 1908 venne fondata la General Motors. Per anni per distribuire l’acqua potabile la città di Flint si è appoggiata al sistema idrico di Detroit, finché non si presentò l’opportunità di aderire a una nuova autorità regionale per la distribuzione dell’acqua, che secondo gli amministratori avrebbe consentito di risparmiare milioni di dollari. C’era però bisogno di un sistema alternativo da adottare per qualche mese, finché il nuovo sistema idrico non fosse stato pronto, e così nell’aprile del 2014 si cominciò a prendere l’acqua dal fiume Flint. Fin da subito gli abitanti della città si lamentarono del cattivo odore dell’acqua, del suo gusto e del suo colore. Le autorità a lungo rassicurarono chi protestava, sostenendo che l’acqua fosse perfettamente sicura e controllata. Uno studio, portato avanti da gruppi di residenti, ricercatori della Virginia Tech e dalla American Civil Liberties Union of Michigan, un’organizzazione per la difesa dei diritti civili, dimostrò che l’acqua, per via della sua corrosività, assorbiva nelle tubature del sistema idrico una percentuale di piombo tossica. Il piombo fu trovato anche nel sangue di alcuni bambini di Flint, si è registrato un aumento dei casi di legionellosi, una grave infezione dell’apparato respiratorio che si può contrarre se esposti ad acqua contaminata: 87 persone sono state colpite dalla malattia e 10 sono morte. Nell’ottobre del 2015 le autorità ammisero che la situazione era più grave di quanto avessero stimato in precedenza e il governatore Snyder annunciò un piano da 12 milioni per il ritorno al sistema idrico di Detroit. Moore, da parte sua, a capo di una manifestazione popolare aveva chiesto al procuratore generale di arrestare e processare il governatore del Michigan Rick Snyder perché “sapeva che sostanze tossiche, inquinanti e anche piombo erano filtrati nell’acqua e finivano nei rubinetti delle case della gente”, colpevole pure di aver nascosto i risultati delle analisi quando la concentrazione di piombo nel sangue delle ignare vittime superava il valore di 3.5 considerato tollerabile dall’uomo e arrivava perfino a 14. Un crimine vero e proprio, che oltre al danno ha procurato pure la beffa, quando c’è stata la visita del presidente Obama, cui si era direttamente rivolto Michael Moore, protagonista negativo di una delle scene più imbarazzanti da parte di un uomo di potere cui sia mai capitato di assistere. Così assistiamo nel film alla provocazione del Moore disturbatore: innaffiare il giardino della villa del governatore del Michigan con un’autoclave piena dell’acqua avvelenata dei condotti idrici della cittadina. E sebbene possa sembrare che il regista ripeta (oramai da anni) un copione fatto di siparietti ironici e di stupore sapientemente innescato, e incorre nel rischio di apparire noioso, va detto che quando Moore vuole raccontare qualcosa lo sa fare ancora nella maniera migliore, con la forza delle immagini, delle interviste e del suo attivismo trasparente. “Fahrenheit 11/9” è un film da vedere senza dubbio alcuno e su cui riflettere, una appassionata e importante testimonianza resa ancora una volta da un personaggio dall’alto senso civico come Michael Moore.
TECNICA
La forma tecnica espressiva è quella del documentario girato con grande padronanza dei mezzi a disposizione, assai efficace sotto il profilo visivo e ben sostenuto e corroborato dal comparto audio che, ovviamente, non ha elementi per esaltare canali del fronte sonoro e il subwoofer. Comparto Extra ridotto al semplice Trailer del film.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione Lucky Red)
NOTE TECNICHE
Il Film
FAHRENHEIT 11/9
(Fahrenheit 11/9)
Usa, 2018, 128’
Regia: Michael Moore
Cast: Donald J. Trump, Michael Moore, Ivanka Trump, Hillary Clinton, Donald Trump Jr.
Informazioni tecniche del Blu-Ray
Aspect ratio: 1.33:1 1920x1080p/ MVC MPEG-4
Audio: Italiano, Inglese DTS-HD Master Audio
Distributore: Lucky Red/Koch Media