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EUROPA ’51 di Roberto Rossellini in Blu-Ray

 

 

 

 

 

Disponibile per la prima volta in Blu-RayEuropa ’51” di Roberto Rossellini, nella versione restaurata, edito da Cristaldi Film e da CG Entertainment.

 

 

 

Roberto Rossellini, considerato il padre del Neorealismo ed uno dei massimi registi del cinema italiano, moriva a Roma il 3 giugno del 1977 e le sue ceneri vennero disperse nel cielo di Roma pochi giorni dopo la scomparsa. Il suo contributo alla Settima Arte è stato notevole, non solo per il corpo delle opere che ci ha lasciato in eredità, ma anche per una disponibilità a sperimentare le possibilità offerte dalla macchina da presa. A proposito di Rossellini così si esprimeva anni fa François Truffaut: «Roberto mi ha insegnato che il soggetto di un film è più importante dell’originalità dei titoli di testa, che una buona sceneggiatura deve stare in dodici pagine, che bisogna filmare i bambini con maggior rispetto di qualsiasi altra cosa, che la macchina da presa non ha più importanza di una forchetta e che bisogna potersi dire, prima di ogni ripresa: “O faccio questo film o crepo». “La nave bianca”, esordio cinematografico dopo alcuni documentari realizzati per l’Istituto Luce, “Un pilota ritorna” (1942), incentrato sul tema dell’aviazione, e “L’uomo della croce” (1943, con Giuseppe Rotunno assistente operatore), che racconta di un cappellano militare durante la campagna di Russia, andarono a formare la cosiddetta ‘Trilogia della Guerra’, dall’intento apertamente antiretorico e umanitario; si tratta di opere nelle quali era ancora in nuce la qualità straordinaria del suo cinema. Il 1945 fu l’anno di “Roma Città Aperta”, capo d’opera ed apripista del Neorealismo italiano, seguito da altri due capolavori riconosciuti quali “Paisà” (1946) e “Germania Anno Zero” (1947); un trittico che è andato a sua volta a costituire un’altra importante trilogia di opere. Il capolavoro di Rossellini, “Roma Città Aperta”, narra la tragedia dell’occupazione tedesca di Roma, e risulta così vero e sofferto da diventare espressione universale ed oggettiva della sofferenza umana; ecco perché è riconosciuto ed apprezzato in tutto il mondo, dov’è stato accolto in maniera trionfale. “Paisà”, fedele all’impostazione neorealista, racconta l’avanzata delle truppe alleate dalla Sicilia al Po in sei diversi episodi. Sono opere nelle quali il regista rifletteva le paure, le preoccupazioni ed i desideri suoi e di un paese che si stava tirando fuori dalla tragedia di una guerra, e con “Germania Anno Zero” si occupava del dopoguerra in Germania attraverso la vicenda, narrata con assoluta finezza psicologica, di un bambino che vive abbandonato nella Berlino ingombra di macerie. Dopodiché si registrava per Roberto Rossellini ===Consulta la Filmografia=== il superamento del primo Neorealismo per concentrare maggiormente la propria attenzione sull’individuo. A contrastare l’immagine del ‘poeta dei disastri della guerra’ il regista cercò di proporre un Rossellini diverso, esigenza dettata non tanto dalla volontà di mostrare un aspetto inconsueto di sé quanto piuttosto il bisogno di riaffermare la propria libertà intellettuale di fronte al tentativo di incasellarlo in schemi e formule di comodo, e procedere invece sulla strada dell’indagine dell’uomo e dei suoi sentimenti, dell’ambiente e delle relazioni interpersonali che alla fine definiscono il comportamento degli individui in una data situazione storica. Così con “Stromboli – Terra di Dio” (1950), aveva inizio la nuova fase creativa (e radicale, come sua abitudine) e con essa la collaborazione con Ingrid Bergman e l’avvio della cosiddetta ‘Trilogia della solitudine’ (completata da “Europa ‘51” del ’52 e “Viaggio in Italia” del 1954); al centro degli interessi del regista in quel periodo si fecero largo i problemi morali e psicologico dell’uomo, la sua incerta dimensione religiosa in una società alienante. Facendo un passo indietro ricordiamo come nel 1948 Rossellini avesse ricevuto una lettera da un’attrice straniera, stella hollywoodiana, che si offriva per lavorare con lui: «Caro Signor Rossellini, ho visto i suoi film Roma città aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo ‘ti amo’, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei. Ingrid Bergman». La coppia formata da Rossellini e dalla Bergman fece scalpore, perché i due erano entrambi sposati, e, oltre a creare molte chiacchiere, procurò una serie di veti ad Hollywood per entrambi, ma rimane il loro sodalizio artistico che ha prodotto alcune pagine di Cinema (italiano per giunta) appassionate e di assoluto valore a livello internazionale. Sul quadro artistico ed espressivo prima ben delineato, e perfettamente articolato, si innestava “Europa ’51”, con il quale Rossellini, dopo aver girato tra le macerie di Berlino (“Germania Anno Zero”), affrontava il dopoguerra nella sua città natale, l’amata Roma. Da poco gli era morto un figlio, e proprio ai bambini egli aveva dedicato i passaggi più significativi e dolorosi sia del film girato in terra tedesca, “Germania Anno Zero”, sia di “Roma Città Aperta” che di questo “Europa ’51”, film ‘politico’ senza mezze misure, che ‘guarda’ alla nuova realtà del dopoguerra della capitale, muovendosi dalla borghesia dei quartieri alti al proletariato delle borgate. Vi si racconta la vicenda di Irene, signora borghese per bene e moglie di un uomo di affari, che avverte un forte senso di colpa per il suicidio del figlio che ne destabilizza le sicurezze sociali, così da decidere di dedicare tutta se stessa ad opere di solidarietà e di conforto per le persone più deboli, per gli emarginati e per i reietti, e che possa così alleviare il suo dolore. Un comportamento giudicato ‘insano’ dai perbenisti striscianti e che convince il marito della donna a farla rinchiudere in manicomio. Un film splendido, un capolavoro, con una magnifica Ingrid Bergman che disegna un personaggio inquieto e frastornato. Qui la solitudine che identifica la trilogia sopra menzionata è la conseguenza di una deliberata ribellione ai falsi miti della società del benessere ed alla retorica di una civiltà che, appellandosi alla fratellanza e alla giustizia, pratica in effetti il sopruso, la violenza, l’ingiustizia. La ‘solitudine’, nella condizione della ‘follia’, è lo scotto da pagare, ma si trasforma in ‘forza’. La pellicola venne presentata alla 13ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel settembre 1952 vincendo il Premio Internazionale della Giuria (mentre Ingrid Bergman si aggiudicava il Nastro d’Argento come Migliore Attrice Protagonista) ma non venne troppo apprezzata dalla critica che la ritenne inferiore ad altre opere recenti del regista, e solo negli anni avrebbe ottenuto un risarcimento di considerazione soprattutto grazie al giudizio offerto da Martin Scorsese nel suo documentario sul cinema italiano “Il Mio Viaggio in Italia” nel 1999. E alla fine della giostra “Europa ‘51” è stato inserito nella prestigiosa lista dei 100 film italiani da salvare. In sostanza pubblico e critica rimasero perplessi e si rifiutarono (almeno in parte) di accettare un Rossellini che pareva radicalmente diverso – per stile e contenuti – da quello dei film precedenti. Sull’Unità scrissero: «Rossellini confeziona un’opera imperfetta che ha come punto di forza l’interpretazione di una Ingrid Bergman che appassiona e commuove immedesimandosi e immedesimandoci in ogni singolo fotogramma e giocando di continuo con la composizione delle inquadrature e con suo rapporto dialogico con il circostante. La pellicola è il viaggio in un itinerario tutto interiore che trova dei limiti in talune soluzioni narrative, sovraccaricato di significati spirituali. Scenografia completamente priva di orpelli, resa asettica dall’intento registico di redimere in via definitiva il suo cinema da sporcature anti-realiste…. Pellicola bistrattata dal mondo cattolico, che se ne rese un fiero avversario (il centro cattolico cinematografico aveva già interdetto la distribuzione di “Germania Anno Zero”) e al contempo criticato a sinistra» mentre E. Bruno su Filmcritica commentò: «Appesantito da una sceneggiatura a più mani, il film appare tutto di regia, ammirabile in certe intuizioni, più meccanico in talune soluzioni narrative. Ma Rossellini vede nell’itinerario dei fatti solo un pretesto, sposta la sua messa in scena sui grandi conflitti ideologici, mostra un itinerario interiore, con la luce abbagliante della radiografia. Per questo “Europa ’51” è uno dei film più importanti di questi anni, il più attuale, il più sentito». In realtà – e la cosa si sarebbe compresa solo anni dopo – il regista era al centro di una crisi che, se nell’immediato dopoguerra (con il boom economico ancora lontano a configurarsi) poteva identificarsi con lo sfacelo di una civiltà, ora si palesava all’interno del nuovo assetto sociale e politico che si era venuto a creare per la vittoria sul nazifascismo alla fine della guerra. La speranza di realizzare una società più giusta e più umana all’insegna della libertà e della fratellanza si era in effetti rivelata un’illusione. Ha scritto in proposito il critico Gianni Rondolino, scomparso nel gennaio 2016 all’età di 84 anni: «Lo spettro della guerra aleggiava ancora su un mondo profondamente lacerato e disunito: gli interessi di classe, come quelli delle nazioni, avevano nuovamente preso il sopravvento. L’uomo era in pericolo, soprattutto perché le rivoluzioni politiche e sociali non avevano intaccato il suo egoismo; e poi non si era trattato di vere rivoluzioni, ma di rivolte sovente abortite o fatte rientrare subito nella normalità e nella tradizione». Questo il pubblico e la critica della prim’ora non compresero. Roberto Rossellini con i suoi nuovi film non prospettava soluzioni ma andava alla ricerca delle ragioni d’un fallimento che riteneva fosse morale prima che politico, o meglio, politico in quanto morale. Ancora Rondolini: «Tema delle sue indagini era la crisi dei rapporti interpersonali che si rifletteva nella crisi imminente delle nuove istituzioni umane e sociali uscite dalla guerra, per troppi aspetti ancora legate ad un passato non interamente rinnegato. Le storie che voleva raccontare non potevano che riflettere questa crisi: i personaggio appena abbozzati, i piccoli fatti quotidiani, la natura vista come specchio dell’agire umano, la solitudine dell’individuo, più che essere immersi nel vasto mare della realtà contemporanea, di cui sfuggivano i confini, ne erano estratti come campioni d’una condizione generale. Attraverso pochi personaggi, pochi ambienti e pochi accadimenti era tuttavia possibile penetrare nella realtà, vederne i risvolti drammatici, individuarne i motivi di riflessione critica». Scettico verso le soluzioni politiche ed economiche, per superare le barriere sociali e religiose, ideologiche e culturali, morali e razziali, Rossellini optava per una scelta romantica e poetica: tentare di ritrovare la fratellanza tra gli uomini attraverso l’amore, la comprensione e la solidarietà con l’uomo al centro, artefice del proprio destino. Tra gli interpreti che hanno preso parte a “Europa ‘51” compare anche Giulietta Masina, musa e compagna di vita di Federico Fellini, qui nelle vesti di una donna baraccata con numerosa prole al seguito.

Un film che gli appassionati del Cinema italiano di un certo spessore non possono ignorare e che va recuperato assolutamente se non lo si è mai visto; confortati pure dall’ottima edizione in Blu-Ray giunta sul mercato. Per il mercato italiano Dolmen Home Video aveva già curato nel 2013 un’edizione in DVD del film nella sua versione restaurata e integrale, disponibile in una Collector’s Edition a due dischi con le scene cambiate. L’edizione curata da CG Entertainment che arriva oggi in Blu-Ray è arricchita da una eccellente sezione di Contenuti Extra che comprende Versioni e varianti, un’intervista alla studiosa del Cinema Eleonora Dagrada (38’), una contestualizzazione storico-critica di Adriano Aprà (7’), “Roberto Rossellini”, un documentario firmato da Carlo Lizzani (62’) e “Sguardi al cinema di oggi”, diviso in cinque parti, con interviste a Luca Bigazzi, Pippo Delbono, Enrico Ghezzi, Luca Guadagnino e Ferzan Ozpetek.

 

(Luigi Lozzi)                                                    © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

 


(immagini per cortese concessione della Cristaldi Film/CG Entertainment)

 

 

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film

EUROPA ‘51 

(Europa ‘51)

Italia, 1952, 118’

Regia: Roberto Rossellini
Cast: Ingrid Bergman, Alexander Knox, Ettore Giannini, Giulietta Masina, Teresa Pellati, Marcella Rovena, Tina Perna, Sandro Franchina, Maria Zanoli, William Tubbs, Alberto Plebani, Alfred Brown, Antonio Pietrangeli, Gianna Segale, Giancarlo Vigorelli, Rossana Rory, Carlo Hintermann.

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect ratio: 1.33:1 HD1080 24p

Audio: Italiano DTS-HD Master Audio 2.0 / Italiano Dolby Digital 2.0
Distributore: Cristaldi Film/CG Entertainment

 

 

Consulta la pagina ufficiale del distributore www.cgentertainment.it