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E’ STATO TUTTO BELLO – STORIA DI PAOLINO E DI PABLITO di Walter Veltroni

 

 

 

 

PAOLO ROSSI UN BENE DI TUTTI

Il magnifico docu-film firmato da Walter Veltroni e dedicato a Paolo Rossi, una delle glorie più fulgide del calcio italiano, scomparso prematuramente il 9 dicembre 2020, all’età di appena 64 anni, per un tumore ai polmoni, arriva nelle sale cinematografiche per tre giorno a partire dal 19 settembre. Il regista tratteggia con delicatezza il profilo umano dell’uomo prima che quello calcistico che lo ha reso famoso in tutto il mondo ed è oggi leggenda.

 

È stato tutto bello – Storia di Paolino e Pablito”, diretto da Walter Veltroni e prodotto da Palomar arriva nelle sale cinematografiche grazie a Vision Distribution il 19, 20 e 21 settembre, e prossimamente approderà su Sky. Film che racconta la vita del campione ripercorrendo i luoghi dell’infanzia e gli affetti più cari. Un tratto distintivo accompagna l’intera narrazione del film scritto e diretto da Walter Veltroni, vivido nei ricordi di coloro che lo hanno frequentato e conosciuto, ed è quel sorriso che ha sempre accompagnato in ogni momento della sua vita pubblica e privata, un sorriso genuino e contagioso. È un racconto cronologico dal forte impatto emotivo. Veltroni ha sottolineato, nel corso dell’incontro con i giornalisti seguito alla proiezione del film: «Ho cercato di raccontare la vita di un ragazzo italiano, che si chiamava Paolo Rossi come tanti altri, che aveva un fisico mingherlino, che veniva da una famiglia umile e ce l’ha fatta, ma passando attraverso il dolore. Paolo è caduto tante volte, per colpa dei problemi fisici o per quel folle caso ‘calcio scommesse’, ma ogni volta ha saputo rialzarsi con una determinazione fuori dal comune: la sua vita è stata un ottovolante. In questo Paese siamo abituati a cadere e risalire, questa virtù lui l’ha interpretata con semplicità e grande umiltà, mostrando il modo migliore per essere italiani», ad indicare la grande forza dell’uomo capace di risollevarsi tante volte dopo svariati incidenti di gioco ed una drammatica sospensione di due anni per lo scandalo scommesse ed aggiungendo: «Aveva una determinazione fuori dal comune, proprio la determinazione è stata la cosa che mi ha sorpreso di più scavando nella sua vita». Un po’ improvvida è stata ad un certo punto la domanda del giornalista del Corriere della Sera presente all’incontro con la stampa che facendo leva cameratesca sulla comune passione per i colori juventini ha fatto notare a Veltroni come nel suo docu-film ci fosse “poca Juventus” e non poteva che esserci risposta più ovvia (ed anche frustrante per il giornalista) che quella di un Paolo Rossi che si trovava di certo meglio, a vivere e giocare, in una dimensione ambientale più raccolta ed umana, più semplice e provinciale, simile alla sua Prato, come sono state per lui e per la sua storia di calciatore Vicenza e Perugia. E, in aggiunta, la considerazione che fa il sottoscritto di quanto Paolo Rossi, al di là di inopportune questioni campanilistiche, sia un bene di tutti, un patrimonio di una nazione che si è unita sotto i colori azzurri in occasione dei Mondiali di Calcio 1982 vinti in Spagna, un patrimonio (anche culturale) da conservare per sempre nella memoria e tramandare a figli e nipoti. Il documentario parte da una frazione di Prato, Santa Lucia, da quel campo sconnesso dove il giovanissimo Paolo ha imparato l’arte del dribbling scartando gli ulivi prima dei suoi compagni di giochi. A raccontare quei giorni sono gli amici d’un tempo e quelli che lo hanno visto bambino alla Cattolica Virtus. Ci sono le parole commosse del fratello Rossano di poco più grande di Paolo (dormivamo insieme in un letto a una piazza e mezza, in una casa senza riscaldamento a Prato, ma non ci è mai mancato nulla»), di Ilario Castagner, l’allenatore allora del Perugia, quasi un secondo padre per lui. Poi per celebrare quei Mondiali del 1982 in Spagna, che hanno trasformato Paolino in Pablito, così conosciuto in tutto il mondo, oltre ad alcuni aneddoti raccontati da Tardelli e Cabrini, o dallo stesso Paolo Rossi (come quello del tassista brasiliano che alcuni anni dopo, riconoscendolo, non lo ha fatto salire sulla sua vettura abbandonandolo in piena notte nelle strade di San Paolo) c’è, recuperato da Veltroni, un audio inedito, mai diffuso in precedenza, di un divertito Sandro Pertini catturato nel corso del pranzo speciale al Quirinale della Nazionale dopo il trionfo del Bernabeu. Il materiale di repertorio non si ferma qui poiché ci sono tante altre cose: le interviste a Mixer, quelle alle tv locali perugine. Le immagini della vittoria mondiale (le partite con Argentina, Brasile, Polonia e la finale con la Germania) sono oramai patrimonio del nostro immaginario collettivo ma qui vengono integrate da una serie di riprese inedite effettuate dal giornalista Michele Plastino, con una piccola telecamera e in modo artigianale, mescolato in tribuna con i tifosi. In un viaggio dal sapore nostalgico ed evocativo Veltroni, Cabrini e Tardelli sono tornati in Spagna passeggiando a Barcellona là dove sorgeva il mitico stadio Sarrià (ed oggi ci sono solo degli anonimi giardinetti) e nell’hotel del ritiro per raccontare il clima che si respirava quaranta anni fa, dei dissidi con la stampa che criticava giocatori e l’allenatore Enzo Bearzot, della loro reazione orgogliosa. «È entrato qui tra le critiche ed è uscito da Pablito», sintetizza Cabrini a proposito di Rossi, uno dei più bersagliati dalla critica per lo scandalo scommesse e per il fatto di non aver segnato neppure un gol nel girone di qualificazione: i sei gol che lo hanno fatto diventare capocannoniere dei Mondiali Paolino se li era riservati per la parte finale dell’avventura in terra di Spagna. Ci sono i video-messaggi che Paolo ha scambiato con Maradona e l’affetto reciproco. E poi le immagini private, concesse dalla vedova di Rossi, Federica Cappelletti, di un loro viaggio con le figlie Mavi e Sofia alle Maldive; l’ultimo momento di gioia comune prima del drammatico evolversi della malattia. È stata proprio Federica Cappelletti, assistita dalla casa produttrice Palomar, e dopo aver scartato le innumerevoli proposte ricevute che non la convincevano, a contattare Veltroni per realizzare questo omaggio a Paolo chiosando «oggi che ho visto il risultato di quanto hanno fatto non posso che essere felice per la mia scelta. Grazie al suo garbo e alla sua delicatezza, Walter è riuscito a tirare fuori il Paolo che io ho conosciuto, quello più intimo. Era un uomo straordinario ed è giusto che lo sappiano tutti». Paolo ha portato luce e sorrisi dovunque e il film di Walter Veltroni ha saputo descriverla per immagini attraverso gli occhi e i volti di coloro che gli hanno voluto bene. Tardelli che a Paolo è stato molto vicino («Avevo 20 anni quando ho conosciuto Paolo Rossi, lui era nei ragazzi della Juve. Se lo guardavi e lo vedevi sorridere non potevi non amarlo. Sono stato io a consigliarlo ai dirigenti del Como: dopo due mesi ha lasciato la squadra ed è andato a Vicenza, ed è stata la sua fortuna. Gli anni con Paolo sono stati meravigliosi, e quando Walter mi ha chiamato e ci ha portato a Barcellona, ho riprovato le emozioni di quel periodo. Rivedere quelle stanze che erano dei loculi è stata una cosa che mi ha quasi commosso. Anche io ho avuto dei fratelli straordinari che mi hanno aiutato a convincere i miei genitori che il calcio era la mia strada») e in qualche modo conclude: «in questo film Paolo appare come uomo autentico ed un grande papà. Spero che in tanti vedano questo film, perché Paolo è un magnifico esempio per tutte le nuove generazioni di sportivi». Ed alla domanda se non si debba ripartire dalla parola ‘umiltà’, che così spesso è affiorata durante l’incontro, per dare al nostro paese una ‘ripartenza’ in questi tempi così bui, Veltroni ha detto: «Ci sono delle qualità a cominciare dall’umiltà, che andrebbero esercitate. Ci deve preoccupare il grado di rissosità, di faziosità, di pregiudizio, di partito preso che attraversa il nostro paese e che è alimentato dai social, che sono spesso uno strumento per coltivare l’odio, l’invidia, il rancore. Queste cose fanno male al nostro paese, che ha invece tantissime qualità: la generosità, l’inclusività e la poesia, che poi sono ciò che permette alle persone di svegliarsi ogni giorno e di affrontare con determinazione le difficoltà». A Chiudere l’incontro con la stampa la parola è stata data al fratello Rossano: «Paolino ha realizzato il suo sogno, il mio e quello di tanti ragazzini che vogliono diventare calciatori e la cosa che mi manca di più di lui è il suo sorriso».

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

È STATO TUTTO BELLO – STORIA DI PAOLINO E PABLITO
Documentario
E’ stato tutto bello – Storia di Paolino e di Pablito
Italia, 2022, 107’
Regia: Walter Veltroni
Cast: Paolo Rossi, Rossano Rossi, Federica Cappelletti, Antonio Cabrini, Marco Tardelli, Ilario Castagner, Enzo Bearzot, Sandro Pertini, gli amici d’infanzia di Paolo.
Distributore: Palomar/ Vision Distribution
Data di uscita in Italia: 19/20/21 settembre 2022