Vinile

BOTH SIDES OF THE SKY di Jimi Hendrix in Vinile

 
 
ARTISTA: JIMI HENDRIX
TITOLO: Both Sides of the Sky [2LP]
ETICHETTA: Experience Hendrix/Legacy/Sony Music
ANNO: 2018
 
Nell’ambito dell’ampio e articolato progetto discografico di pubblicazione, tra ristampe e inediti, della musica del compianto Jimi Hendrix avviato una ventina d’anni fa dalla famiglia, detentrice unica dei diritti di sfruttamento della sua immagine e del suo catalogo, “Both Sides of the Sky” costituisce il terzo capitolo di una trilogia che raccoglie molte significative registrazioni in studio del chitarrista scomparso nel 1970.

Trilogia avviata nel 2010 con l’album “Valleys of Neptune” seguito poi nel 2013 da “People, Hell and Angels” e in questo 2018 da “Both Sides Of The Sky” appunto, che contiene tredici brani (di cui 10 inediti), ovvero pezzi in buona parte mai pubblicati, o perlomeno non in queste versioni, registrati in studio tra il gennaio 1968 e il febbraio 1970, quando Hendrix realizzò un numero cospicuo di session assieme ai due membri dell’Experience (Noel Rending e Mitch Mitchell), ai nuovi compagni d’avventura della Band of Gypsys (Billy Cox e Buddy Miles), oltre ad un’ampia schiera di amici e collaboratori occasionali. L’album, ‘of course’ è ‘postumo’ come la stragrande maggioranza dei dischi che compongono la discografia di Hendrix seguiti a quel 18 settembre del 1970 quando Jimi venne trovato morto (in circostanze mai del tutto chiarite ufficialmente) in una stanza dello Samarkand Hotel di Londra, soffocato – è questa la versione delle autorità di polizia – da un conato di vomito causato da un cocktail di alcool e tranquillanti. Benché sia deplorevole l’enorme sfruttamento operato nei confronti del repertorio di Jimi Hendrix, a partire dai giorni successivi alla sua morte, va ricordato come Jimi fosse un artista creativo, prolifico nel comporre brani e sempre proteso, visceralmente, a sperimentale soluzioni musicali che già dai tempi in cui era in vita lo ponevano anni luce dinanzi ai suoi contemporanei, musicisti come lui. Ed anche attento a non pubblicare la sua musica senza essere convinto di aver raggiunto il risultato desiderato. Quindi, a parte le cose immediatamente ‘saccheggiate’ e pubblicate in modo selvaggio da gente senza scrupoli – in primis dal controverso produttore Alan Douglas che arrivò a controllare la gestione esclusiva dei materiali discografici, che mantenne per una ventina d’anni, fino a quando non ne rientrarono in possesso i familiari – nei suoi archivi hanno soggiornato a lungo materiali inediti di particolare pregio e significato. Così la trilogia cui si faceva cenno, resa disponibile dalla famiglia di Jimi (attraverso la società Experience Hendrix LCC), ha offerto a critici ed appassionati molti motivi di interesse, e “Both Sides Of The Sky” ne ha suggellato il peso specifico con i suoi tredici imperdibili brani. È bene, certamente, fissare nella memoria alcuni punti del percorso che Jimi compì in quei tre frenetici (ed ultimi) anni di vita intorno a cui ruotano le registrazioni presenti su “Both Sides Of The Sky”.
1968: l’anno viene in parte speso tra una tournée e l’altra, ed una puntatina anche in Italia per un breve tour. In aprile-maggio Hendrix si dedica ad alcune session di registrazione negli studi Record Plant di New York, per “Electric Ladyland” e trascorre gran parte del mese di giugno negli Studios per ultimare il doppio mitico album, prima di un tour americano in agosto. Tra il 10 e il 12 ottobre tiene concerti (che registra anche) al Winterland di San Francisco. Per alcuni giorno in ottobre si trattiene negli studi di registrazione T.T.G. Inc. Sunset-Highland di Hollywood, mentre in novembre torna sulla costa est, a New York, per una nuova serie di esibizioni. “Electric Ladyland” viene pubblicato negli Usa in ottobre e rimane in classifica per 37 settimane, raggiungendo il #1 in classifica, unico album dell’Experience ad arrivare in vetta. Già sul finire del ’68 cominciano a girare voci di un imminente scioglimento degli Experience.  
1969: In gennaio l’Experience affronta una tournée in Europa; la band suona in Svezia, Danimarca, Germania, Francia e Austria. Quelli del 18 e 24 febbraio alla Albert Hall sono gli ultimi concerti inglesi dell’Experience. La band è oramai quella con il più alto ingaggio al mondo; da aprile a giugno nuovo grande tour negli Usa. Dopo il concerto di fine giugno, tenuto al Mile High Stadium di Denver, Noel Redding annuncia che abbandona gli Experience, inseguendo un suo personale e diverso modo di fare musica. In luglio Jimi prende in affitto una casa nei dintorni di Shokan, una cittadina nell’entroterra dello stato di New York, e vi si trasferì assieme a Billy Cox e altri. Hendrix aveva conosciuto Billy nell’esercito, erano entrambi nella divisione aviotrasportata; di lui dice: «Billy è un bassista solido, e insieme stiamo sperimentando parecchie cose basso e chitarra, solamente pattern ritmici. Stiamo sviluppando un’ottima intesa perché abbiamo capito quanto sia importante avere un amico in questo mondo. Nell’Experience c’era più spazio per l’autoesaltazione. Sul palco mi bastava mettere in ombra un batterista e il basso. Adesso invece sento di dover fare un passo indietro perché qualcos’altro possa emergere. Ci prenderemo un po’ di tempo, andremo in un capanno nei boschi, in montagna o chissà dove, e ci resteremo finché non avrò qualche pezzo nuovo, nuovi arrangiamenti, qualcosa di inedito da offrire. E per quest’avventura serviranno nuovi protagonisti. Stiamo cercando di radunare una sorta di famiglia, ma non è il caso di tornare sempre al solito discorso, alla personalità di ognuno eccetera. Il corpo della musica in sé è ciò che conta. Ecco il punto di partenza. Suoneremo perlopiù in spazi aperti. Sarà una specie di chiesa a cielo aperto. Qualunque sia la risposta che cerchi, ti aspetta nella musica, e il posto migliore per trovarla è all’aperto. Ci esibiremo un po’ dappertutto, nei ghetti, ad Harlem e così via. Gratuitamente, se sarà possibile». La nuova band di Jimi fa il suo debutto al Festival di Woodstock il 18 agosto, e Hendrix presenta così la sua band: «A quanto pare ci rincontriamo, uhm! Mettiamo subito in chiaro una cosa, l’Experience ci aveva stancato, a volte non ne potevamo davvero più, così abbiamo deciso di rivoluzionare tutto. Adesso ci chiamiamo Gipsy Sun and Rainbows. Per farla breve, siamo una band di zingari. Al basso c’è Billy Cox da Nashville, Tennessee, e alla chitarra Larry Lee – Yellin’ Lee! Alle conga Juma e Jerry Velez. E alla batteria Nonna Papera, scusate, Mitch Mitchell, il nostro cuore. E allo strumento grosso, il sottoscritto». Dopo Woodstock Jimi porta la nuova band alla Hit Factory, uno studio di registrazione di New York. Il 5 settembre del 1969 Jimi tiene un concerto gratuito alla Street Fair di Harlem, New York. Fatta eccezione per la data del 10 settembre al Salvation di New York, Jimi non si esibisce più in pubblico per il resto dell’anno. Trascorre gran parte del tempo negli studi Record Plant, impegnato nelle registrazioni. Jimi ha modo di esprimere il suo pensiero sulla questione degli studi di registrazione; in un’intervista afferma: «A livello di equipaggiamento e strumentazione, gli studi inglesi non possono competere con quelli americani. Eppure è l’Inghilterra a produrre le registrazioni migliori, i sound più innovativi. […] In Inghilterra gli ingegneri del suono sono dotati di grande immaginazione. Riescono ad ottenere risultati eccezionali, proprio come hanno saputo fare combattendo la Seconda Guerra Mondiale. L’atmosfera, la lavorazione, è tutto molto positivo. Laggiù, quando sei in compagnia di un tecnico del suono, sei in compagnia di un essere umano. Qualcuno che ama il suo mestiere. Qui in America invece un ingegnere del suono si limita a fare il minimo indispensabile. È una macchina come il registratore che utilizza. Manca il fattore umano, hai l’impressione che in studio l’unica cosa importante sia il conto. $123 l’ora. Non c’è atmosfera, zero. Comunque non va sempre così, dipende dalle circostanze. Ai Record Plant c’è un bravo ragazzo. Un tipo sveglio. È la prima volta che registriamo sul serio in America». Sul finire dell’anno molti problemi si addensano nella vita di Jimi: una causa giudiziaria riguardante un vecchio contratto con la PPX Enterprises; la mancata realizzazione di un album per la Warner Bros., che era atteso da oltre un anno; problemi finanziari dovuti alla costruzione degli Electric Lady Studios fortemente voluti da Jimi stesso; pressioni dall’entourage che chiede a Jimi di proseguire il tour. Il chitarrista si confida: «Ho tanto da offrire al Pop, ma il Pop ha poco da offrirmi in cambio perché chi lo gestisce è ossessionato dal valore commerciale delle cose!». L’etichetta discografica di Jimi, la Warner Bros. (per il territorio statunitense), raggiunge poi un accordo con la PPX e la Capitol Records, etichetta distributrice, a cui cede i diritti del nuovo album del chitarrista. Per onorare l’accordo tra la PPX e la Capitol, la Band Of Gypsys, con Billy Cox e Buddy Miles, registra il suo album d’esordio al Fillmore East di New York, in due concerti tra l’ultimo giorno dell’anno e il 1° gennaio 1970.
1970: il disco verrà pubblicato in aprile, rimanendo nelle classifiche americane per ben 61 settimane e raggiungendo la 5^ posizione. Il 29 gennaio la Band Of Gypsys fa la sua ultima apparizione in pubblico a un concerto di beneficenza per il Vietnam Moratorium Committee tenutosi al Madison Square Garden. Jimi abbandona improvvisamente il palco durante il secondo pezzo, spiegando successivamente di essersi sentito ‘svuotato’, privo di energie e di stimoli. Finisce qui anche la breve esperienza con la Band Of Gypsys. I continui problemi finanziari convincono Jimi ad accantonare la lavorazione del nuovo album e accettare di intraprendere un nuovo tour americano. Il Cry Of Love Tour debutta il 25 aprile al Los Angeles Forum, durante i mesi di maggio, giugno e luglio con la sua ‘banda di zingari’ Hendrix percorre in lungo e in largo l’America facendo tappa in più di trenta città. Il 30 maggio suonano al Berkley Community Center e il quartiere viene chiuso e assoggettato alla legge marziale a causa delle vibranti proteste in atto contro la guerra. Sempre in maggio, dopo un anno di sforzi per ultimare i lavori, Hendrix riesce finalmente a mettere piede negli Electric Lady Studios per iniziare a registrare. Dichiara: «Abbiamo fatto le cose in grande. Ci sono le migliori apparecchiature del mondo. È possibile registrare su 32 piste, e questo significa non trascurare i dettagli. […] Questo studio è stato costruito per offrire un’atmosfera grandiosa. È un ambiente rilassato, dotato di ogni comfort. Hai la sensazione di registrare a casa tua. E puoi avere qualsiasi combinazione di luci tu riesca a immaginare. Voglio che lo studio diventi un’oasi per tutti i musicisti rock’n’roll di New York. Chuck Berry e Sly Stone sono passati per incidere un paio di cose, e sto lavorando perché qui venga realizzata una certa produzione sinfonica». Il 30 giugno Jimi partecipa al Rainbow Bridge Vibratory Color/Sound Experiment sull’isola di Maui, alle Hawaii. Durante il mese di agosto Hendrix registra senza sosta all’Electric Lady; lo studio viene inaugurato ufficialmente il 26 agosto. Il 30 di quel mese Jimi fa ritorno in Inghilterra per suonare al Festival dell’isola di Wight; dalla sua ultima data in terra d’Albione è trascorso un anno e mezzo. I Cry of Lovetengono altri sei concerti in Europa. Durante quest’ultima parte di tour Billy Cox si sente male per diversi giorni a causa della considerevole quantità di LSD assunta senza rendersene conto; qualcuno aveva disciolto dell’acido nel suo drink. Cox abbandona il gruppo. Jimi confessa: «Sono stanco di tutto. Ho perso la strada, non sono più in grado di suonare. Ho lavorato sodo per tre anni. Ogni volta che suono, sacrifico una parte della mia anima. Certe cose mi ricaricano all’istante. Ma un istante può anche logorarmi. Dipende». L’ultimo concerto della band si tiene il 6 settembre 1970, dodici giorni prima della morte di Jimi, in Germania, sull’isola di Fehmarn, in occasione del festival Peace & Love dove non mancano episodi di violenza. E ancora: «È strano il modo in cui la gente dimostra il proprio amore per chi muore. Devi morire prima che ti riconoscano qualcosa. Una volta morto, sei pronto per la vita. Quando non ci sarò più non smettete di mettere su i miei dischi». Con poche righe viene annunciata la morte di Jimi Hendrix: “London, 18th September: Jimi Hendrix, the American rock star whose passionate, intense guitar playing stirred millions, died here today of unknown causes. He was 27 years old”. James Marshall Hendrix era nato a Seattle il 27 novembre del 1942.

 

 

The Story of life is quicker than the wink of an eye. The story of love is hello and good-bye until we meet again”.

 

Così, tornando a “Both Sides of the Sky”, nel disco emerge forte la matrice blues che da sempre fa parte del bagaglio formativo di Hendrix, con pezzi sanguigni e carichi di pathos; il disco poi offre, a posteriori, testimonianze musicali della nascita della Band of Gypsys, il trio voluto da Hendrix quando l’esperienza (mi si perdoni l’involontario gioco di parole) con gli Experience si era praticamente esaurita. Alla domanda: “Come vorresti fosse definita la tua musica con gli Experience?” Jimi aveva in precedenza risposto: «Cerchiamo di suonare musica reale. Non blues, anche se qualcuno è di quest’opinione. Piuttosto un mix di blues, jazz, rock’n’roll e rumore. Electric Church Music, Musica della Chiesa Elettrica, così definiamo la nostra musica, perché per noi si tratta di una religione vera e propria. Il termine ‘chiesa’ non mi convince perché è troppo funky, evoca la fatica, fa venire in mente una persona buttata a terra che prega, però useremo quello finché non troveremo di meglio». Con la Band of Gypsys il chitarrista spingeva quindi sul pedale di un funk jazz abbozzato ma non del tutto definito, ma incontra splendidi compagni di viaggio (in concerto e negli studi di registrazione) la cui dedizione alla causa è totale sebbene incompiuta. Alcuni di questi, con i loro contributi, sono presenti nell’album; tra essi l’allora emergente Johnny Winter, il chitarrista albino con cui Hendrix duetta in modo magistrale in “Things I Used to Do” (un classico blues di Guitar Slim, interpretato con l’accompagnamento di Billy Cox al basso e di Dallas Taylor, della band di CSNY, alla batteria), c’è poi il cantante (dalla voce ruvida e calda) e sassofonista Lonnie Youngblood, che Jimi conosceva dai tempi della breve militanza nel gruppo di Curtis Mayfield, con il quale interpreta una coinvolgente “Georgia Blues” (con quell’emozionante attacco “Sono nato in Georgia 27 anni fa”). Particolarmente interessante però è la versione che viene offerta, con il contributo di Stephen Stills (vocal e organo per non ‘invadere’ il territorio privilegiato del chitarrista mancino) di “Woodstock”, il magnifico brano composto da Joni Mitchell nel 1969 che ancora non era entrato a far parte del repertorio di Crosby, Stills, Nash & Young né essere scelta per fare da colonna sonora al film dedicato al mitico festival. Hendrix, con Buddy e Stephen registrarono il brano il 30 settembre, un mese e mezzo dopo il celebre raduno. A proposito del supergruppo C.S.N.&Y. Jimi così si era espresso: «Sono molti i gruppi che stanno cercando di promuovere l’armonia tra la gente. Crosby, Stills, Nash & Young spaccano. Sono grandiosi. Western Sky Music (‘musica nei cieli ad ovest’), un sound delicatissimo e ding-a-ding-ding». Altro momento topico dell’album è l’inedito “$ 20 Fine”, scritto e ‘partecipato’ da Stephen Stills. I due brani con Stills vennero registrati nel settembre ‘69. Vale la pena ricordare dell’amicizia tra i due chitarristi e che lo stesso Hendrix avrebbe preso parte in qualità di ‘guest’ session-man ad un brano (“Old Times, Good Times”) del primo album di Stills solista, semplicemente “Stephen Stills”, pubblicato il 16 novembre 1970, due mesi dopo la morte di Jimi e a cui il disco venne dedicato. In studio di registrazione Jimi non si risparmiava, sperimentava di continuo, spasmodicamente, era sempre alla ricerca di soluzioni particolari ed originali, combinando il suono creativo e ‘liquido’ della sua chitarra con gli altri strumentisti presenti. A tal proposito sono presenti alcuni brani strumentali, puro suono, frutto delle prove creative in studio, come “Sweet Angel” e la potente (e urlata) “Cherokee Mist”, nella quale si sovrappongono blues, rock e sitar elettrico; straziante e distorta. Quest’ultima (datata 1968), in chiusura di album, in effetti è un altro gioiello inedito, con Mitch Mitchell alla batteria, Jimi porta all’estremo la personale concezione di sperimentazione di un suono da gettare come ponte alle future generazioniVi è un omaggio ad un altro classico del blues come “Mannish Boy” (datata 22 aprile ’69, prima session con Cox e Miles), di Muddy Waters, ovviamente rivisitata ed eseguita alla maniera di Jimi e con qualche rimando allo stile chitarristico di Chuck Berry. Presente pure una vertiginosa versione di “Steppin’ Stone”, un rock-blues psichedelico che nell’aprile 1970, nella versione con Billy Cox al basso e Buddy Miles alla batteria, era stato distribuito come singolo negli States; e senza ottenere successo venne ben presto ritirato dai negozi. “Lover Man” (la data di registrazione è il 15 dicembre 1969; con Jimi ci sono Billy Cox e Buddy Miles) contiene l’abecedario dei giri armonici distintivi dell’arte di Hendrix, ma resta comunque un pezzo incompiuto, o perlomeno che non convinceva fino in fondo Jimi, visto che ci aveva lavorato per almeno un paio d’anni senza giungere ad una versione definitiva e soddisfacente da pubblicare su un album ufficiale. Il brano era già presente, in una versione vagamente psichedelica, su “Valleys of Neptune”. “Power of Soul”, che risale ai tempi degli Experience, compare in una lunga versione rielaborata. “Send My Love to Linda” è in sostanza una ballata d’amore dedicata a Linda Keith, la modella fidanzata di Keith Richards che contribuì non poco a farlo scoprire al mondo intero, fu lei a regalargli la Stratocaster bianca delle sue performance live, fu sempre lei che lo presentò a Chas Chandler, il bassista degli Animals, che aveva deciso di intraprendere la professione di manager; il pezzo è sostenuto da un nitido incedere e da quel magnifico suo timbro chitarristico. “Both Sides of the Sky” non è un capolavoro, e non potrebbe esserlo (né vuole esserlo), però i pezzi contenuto sono prove tangibili dello stratosferico talento di Jimi, rendendo pure conto del suo processo creativo. A produrre l’album ha provveduto Eddie Kramer (storico e fidato ingegnere del suono di Jimi) che ci ha restituito un sound dal forte sapore vintage. “Both Sides of the Sky”, in edizione doppio vinile, è stato pubblicato il 9 marzo scorso da Experience Hendrix, l’etichetta di famiglia, e da Legacy Recordings, il reparto sussidiario di Sony Music deputato al trattamento di tutti i materiali di catalogo del passato. Inutile forse sottolineare, una volta di più, il piacere vintage che si prova all’ascolto dei due dischi in vinile; la goduria che si prova nel rigirarsi tra le mani l’album, rimirare la magnifica copertina con una foto di Jimi in primo piano (a mio avviso una delle foto più belle di sempre del chitarrista) quasi fosse circondato da un’aureola (e sullo sfondo un cielo tempestato di nuvole), sfogliare il booklet interno con foto dell’artista e dettagliate note su ognuno dei brani presenti, insomma è una … ‘Experience’ imperdibile e che mi permetto di consigliare a chi mi legge. Evviva i dischi in vinile, tutti!

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

N.B. I brani delle interviste sono stati in parte estratti dal libro “Jimi Hendrix: Zero la mia Storia” edito da Einaudi nel 2013.

 


(immagini per cortese concessione della Experience Hendrix/Legacy/Sony Music)

 

 

Both Sides Of The Sky – Jimi Hendrix [66:59]
Tracklist (LP): 
Side One
   Mannish Boy [5:01] (Muddy Waters)
   Lover Man [3:05]   Hear My Train A Comin’ [7:26]Side Two
   Stepping Stone [3:12]   $20 Fine [4:59] (Stephen Stills)
   Power of Soul [5:55]   Jungle [3:28]Side Three
   Things I Used to Do [3:41] (Guitar Slim)
   Georgia Blues [7:55]   Sweet Angel [3:54]Side Four
   Woodstock [5:19] (Joni Mitchell)
   Send My Love to Linda [4:36]   Cherokee Mist [7:01]

Registrazione: Gennaio 1968/Febbraio 1970, presso il Record Plant, Electric Lady, di New York.

 

 

Formazione
Jimi Hendrix (chitarra, voce)
Billy Cox (basso)
Buddy Miles (batteria)
Mitch Mitchell (batteria)
Noel Redding (basso)
Stephen Stills (voce e organo sulle tracce 5 e 11)
Johnny Winter (chitarra sulla traccia 8)
Lonnie Youngblood (voce e sassofono sulla traccia 9)

Discografia di Jimi Hendrix: 
Are You Experienced? (Polydor, 1967) 
Axis: Bold As Love (Polydor, 1967)
Smash Hits (Polydor, 1968)
Electric Ladyland (Polydor, 1968)
Band Of Gypsys (Polydor, 1970)
Historic Performances Recorded at the Monterey International Pop Festival (Reprise, 1970) [N.B. una facciata per Jimi ed una per Otis Redding]
The Cry Of Love (Polydor, 1971)
Rainbow Bridge (Reprise, 1971)
Isle Of Wight (Polydor, 1971)
Experience (Bulldog, 1971)
More Experience (Bulldog, 1972)
In The West (Polydor, 1972)
War Heroes (Polydor, 1972)
Jimi Hendrix – The Movie (soundtrack, Reprise, 1973)
Loose Ends (Polydor, 1974)
Crash Landing (Polydor, 1975)
Midnight Lightning (Polydor, 1975)
Nine To The Universe (Polydor, 1980)
Woke Up This Morning and Found Myself Dead (Red Lightnin’, 1980)
The Jimi Hendrix Concerts (Reprise, 1982)
Jimi Plays Monterey (Reprise, 1986)
Johnny B. Goode (Capitol, 1986)
Band Of Gypsys 2 (Polydor, 1986)
Live At Winterland (Rykodisc, 1987)
Radio One (Rykodisc, 1988)
The Peel Sessions (1988)
Live & Unreleased – The Radio Show (Castle, 1989)
Live at Isle Of Wight (Polydor, 1991)
Stages (Reprise, 1991)
Woodstock (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 1994)
South Saturn Delta (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 1997)
First Rays Of The New Rising Sun (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 1997)
The Best Of Jimi Hendrix (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 1997)
BBC Sessions (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 1998)
Live At The Fillmore East (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 1999)
Live At Woodstock (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 1999)
The Jimi Hendrix Experience – Box Set (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 2000)
Blue Wild Angel: Live at the Isle Of Wight (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 2002)
Live at Berkley (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 2003)
Live at Monterey (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 2007)
Valleys Of Neptune (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 2010)
Winterland (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 2011)
Miami Pop Festival (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 2013)
People, Hell & Angels (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 2013)
Freedom: Atlanta Pop Festival (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 2015)
Machine Gun: The Fillmore East First Show (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 2016)
Both Sides of the Sky (Experience Hendrix/Legacy/Sony Music, 2018)