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BORN TO RUN, la BIOGRAFIA di BRUCE SPRINGSTEEN

 

 

 

 

Il 27 settembre scorso, quattro giorni dopo aver festeggiato il 67-esimo compleanno, Bruce Springsteen ha portato, in contemporanea, nelle librerie di tutto il mondo, la sua autobiografia che non poteva che intitolarsi come la canzone simbolo della sua carriera musicale, “Born To Run” (edito da Mondadori).  

Così dopo mare magnum di pubblicazioni dedicate al Boss – si va dalle biografie più o meno ufficiali a testi di natura giornalistica, da volumi critici all’analisi della ricca produzione dei bootleg, dai libri dal carattere ‘tuttologo-enciclopedico’ alle numerose raccolte di liriche tradotte che ‘raccontano’ in modi svariati il fenomeno Springsteen sotto differenti punti di visuale – per una volta nelle vesti di scrittore, e non di musicista/compositore, troviamo proprio colui che è stato l’oggetto di una sterminata bibliografia che lo riguarda. È un’occasione importante per conoscere uno Springsteen in gran parte inedito, per comprendere soprattutto quel che egli era, le lotte personali che ha dovuto affrontare, la perseveranza nel voler realizzare i propri sogni, prima di diventare la celebrità che tutti conosciamo. Ha scritto Bruce nel suo libro: «Scrivere di se stessi è una cosa curiosa. Ma in un progetto come questo lo scrittore fa una sola promessa: quella di svelare al lettore la propria mente. E’ quello che ho cercato di fare in queste pagine». Springsteen ha iniziato a lavorare alla biografia fin dal 2009 dopo un’entusiasmante esibizione con il gruppo al Super Bowl, elaborandola e meditandola a lungo in questi sette anni trascorsi. Ha dedicato uno spazio importante alla sua infanzia e prima giovinezza in quel di Freehold, nel New Jersey, del rapporto con il padre, della folgorazione per Elvis Presley quando lo vide esibirsi all’”Ed Sullivan Show”, del bisogno di riversare nella musica la sua vitalità e i suoi sogni, gli esordi nei bar ad Asbury Park con il suo primo gruppo, la nascita della E Street Band, l’ispirazione per le sue canzoni più belle – tormenti interiori annessi – e poi il grande, ‘sudatissimo’, successo, assecondato dalla fida E Street, la carriera artistica – pure il momento topico quando Jon Landau, l’amico e produttore storico, nel 1975  affermò perentoriamente “ho visto il futuro del rock&roll e il suo nome è Springsteen!” – che lo ha portato a diventare una delle più grandi personalità della storia del Rock, l’empatia raggiunta con il suo pubblico, un rito che si consuma ogni volta che è salito sul palco per concedersi alla platea (con grandissima energia, anche ora che ha sessantasette anni, sempre per non meno di tre ore e mezzo di concerto) nelle migliaia di concerti dal vivo tenuti in tutto il mondo fino alla lotta contro la depressione; il tutto espresso in maniera esaustiva e dettagliata (ed arricchito da numerosi aneddoti) tale da rendere felici i cultori d’antan del Boss, aprire squarci di forte intensità per tutti gli altri lettori e per qualunque inguaribile ‘lonely heart’ sognatore. Tra i suoi ricordi più vividi quello per il nonno paterno, Fred, noto come ‘Radio Man’, quasi del tutto paralizzato ad un braccio per via di un infarto ma bravissimo nel rimettere in sesto (sostituendo le parti danneggiate) apparecchiature elettriche e vecchie radio a transistor fuori uso gettate nella spazzatura dai vicini nel quartiere, figura importantissima per la sua crescita e persona alla quale Bruce rivolge pensieri di stima e di ammirazione.  È una storia straordinaria, quella di Springsteen raccontata in prima persona nelle 528 pagine del libro, che permetterà a tanti di condividerne lo spirito e di riconoscersi nelle sue canzoni; come “Born To Run” (ovviamente), “The Rising”, “Thunder Road”, “Nebraska”, “Jungleland”, “Racing in the Street”, “Badlands”, “The River”, “Darkness on the Edge of Town”, “Born in the USA” e “The Ghost of Tom Joad”, per citarne solo alcune ma tra queste ci sono quelle (le prime sei) che lo stesso Springsteen ritiene le sue più importanti come ha rivelato, nel corso di una puntata del talk show “The Late Show”, al conduttore Stephen Colbert. Poesia, Pericolo e Buio sono temi evocativi ricorrenti nella scrittura del Boss, cantautore dei sogni perduti, che dedica ampio spazio a decifrare il come e il perché sia nato un pezzo come “Born To Run”; il brano del 1975, è la canzone della grande svolta artistica di Springsteen, ma anche la più significativa del suo repertorio, quella che meglio di qualsiasi altra esprime la sua poetica, la sua arte, la sua musica, il suo Rock. A proposito di “Born To Run”, la canzone, spiegò una volta: «Stavo suonando la chitarra sul mio letto quando d’un tratto le parole di Born to Run mi vennero in testa. Pensavo si trattasse del nome di un film o di qualcosa che avevo visto mentre guidavo. Mi piaceva la frase perché suggeriva un dramma cinematografico che si adattava perfettamente alla musica che avevo in testa per quelle parole». Ma Bruce dimostra anche di aver riflettuto molto sulle proprie esperienze passate, si mette a nudo come mai in precedenza. E racconta pure la sua depressione; dice che il ‘male oscuro’ lo ha attanagliato a lungo, in periodi alterni di buio e di luce temporanea, e nei momenti più neri non aveva nemmeno la forza di alzarsi dal letto e che è stato fondamentale per uscirne fuori l’aiuto e l’amore che ha ricevuto dalla moglie Patti Scialfa. Bruce Springsteen, che è nato il 23 settembre 1949 a Long Branch, nel New Jersey, nella sua carriera artistica ha venduto qualcosa come 120 milioni di album, ha vinto 20 Grammy Awards e un Oscar (per il brano “Streets of Philadelphia” contenuto nel film “Philadelphia” di Jonathan Demme del 1993) ed è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame e nella Songwriters Hall of Fame. Bruce Springsteen, nelle sue canzoni, racconta l’America, il suo è un rock adulto e la sua opera affronta temi fondativi della cultura nordamericana, attingendo alla musica popolare della tradizione numerosi sono gli universi evocativi di riferimento (le influenze di Bob Dylan, Woody Guthrie e Pete Seeger sono facilmente individuabili come pure quelle della tradizione letteraria e cinematografica ‘a stelle e strisce’ da John Steinbeck & Co. a Martin Scorsese ai ‘beautiful loser’ di Sam Peckinpah) e ‘Musica & Parole’ del Boss creano (solidi) ponti con il passato. La foto di copertina, che ritrae Springsteen all’epoca della sua prima affermazione, fa parte dello storico set fotografico realizzato fra il 1978 e il 1982 dall’amico Frank Stefanko, anch’egli originario del New Jersey e che gli era stato presentato da Patti Smith nel 1977. Con Stefanko Bruce ha instaurato un forte legame artistico ed umano che ha prodotto frutti magnifici come le copertine di “Darkness on the Edge of Town” e “The River”. A precedere il libro di pochi giorni il 23 settembre è stato pubblicato un disco in parte composto da inediti, “Chapter and Verse” (‘Capitolo e versetto’, ma si può tradurre anche come ‘Punto e a capo’), nato proprio per accompagnare l’uscita dell’autobiografia. “Born To Run” è stato pubblicato in diversi formati; oltre a quello tradizionale, anche in versione ebook e audiobook.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

BORN TO RUN” di Bruce Springsteen (Mondadori Libri, pp. 536, € 23,00).
Titolo originale “Born To Run”, traduzione di Michele Piumini

Qui c’è la prefazione (tradotta in italiano ed opera di Michele Piumini) di “Born To Run”, pubblicata in originale lo scorso 16 agosto sul sito ufficiale http://brucespringsteen.net/ ad annunciare ai fan l’uscita del libro:
«La città da cui vengo è piena di piccoli impostori, e io non faccio eccezione. A vent’anni non ero un ribelle che sgommava con le auto da corsa, ma un chitarrista per le strade di Asbury Park, già membro a pieno titolo di quella categoria di personaggi che ‘mentono’ al servizio della verità… gli artisti con la ‘a’ minuscola. Avevo però quattro assi nella manica: la gioventù, quasi dieci anni di dura gavetta sui palchi dei bar, un valido gruppo di musicisti locali ben sintonizzati con il mio stile e una storia da raccontare.
Una storia che continua in questo libro, scritto anche per ricostruirne le origini. Come punti di riferimento ho scelto gli episodi che credo abbiano più influito sulla mia vita e sulla mia carriera. “Ma come fai?” è una delle domande che i fan mi rivolgono più spesso. In queste pagine proverò a spiegare non solo il ‘come’, ma soprattutto il ‘perché’. 
Kit di sopravvivenza per cantanti rock.
DNA, talento naturale, serietà e dedizione, una sensibilità estetica quasi maniacale, un bruciante desiderio di… successo? Amore? Ammirazione? Attenzione? Donne? Sesso? Poi… oh, ma certo… qualche dollaro in tasca. E per finire… se vuoi sopravvivere fino al termine della serata, un fuoco che ti divampa dentro… senza… spegnersi… mai.
Ecco alcuni strumenti che ti torneranno utili se dovessi trovarti di fronte a ottanta(mila) fan devoti che urlano in attesa di assistere alla tua magia, di vederti estrarre dal cilindro, dal nulla o da chissà dove qualcosa che, prima di oggi, non era che semplice rumore travestito da musica.
E dunque eccomi qui, a dare corpo a un «noi» sempre così sfuggente e mai credibile fino in fondo. È questa la mia magia e, come tutte le migliori magie, inizia con un trucco.
Abracadabra…»
[Copyright © 2016 by Bruce Springsteen
All rights reserved, including the right to reproduce this book or portions thereof in any form whatsoever
© 2016 Mondadori Libri S.p.A., Milano Titolo dell’opera originale “Born to Run”]

 

Struttura del libro:
Indice
Prefazione
Parte prima – Growin’ up

I. La mia strada
II. Casa mia
III. La chiesa
IV. Gli italiani
V. Gli irlandesi
VI. Mia madre
VII. Il Big Bang (Have You Heard the News…)
VIII. Radio Days
IX. Il secondo avvento
X. Lo showman (Lord of the Dance)
XI. Workingman’s Blues
XII. Where the Bands Are
XIII. Castiles
XIV. C’era una volta un Little Steven
XV. Earth
XVI. L’Upstage Club
XVII. Tinker (Surfin’ Safari)
XVIII. Steel Mill
XIX. Ritorno a casa
XX. Endless Summer
XXI. Beatnik Deluxe
XXII. Calofornia Dreamin’ (Take Two)
XXIII. Questo è un bar, imbecilli
XXIV. Forza e coraggio
XXV. Losing My Religion
XXVI. Lavori in corso
XXVII. The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle
XXVIII. Il Satellite Lounge

Parte seconda – Born to run
XXIX. Born to run
XXX. Jon Landau
XXXI. Thunder Road
XXXII. Jackpot
XXXIII. La E Street Band
XXXIV. Clarence Clemons
XXXV. Novità contrattuali
XXXVI. Io e la legge
XXXVII. Darkness on the Edge of Town
XXXVIII. Ricomincia lo spettacolo
XXXIX. Tempo libero
XL. The River
XLI. Hitsville
XLII. Hello Walls
XLIII. Nebraska
XLIV. Deliver Me from Nowhere
XLV. California
XLVI. Born in the USA
XLVII. Buona fortuna, fratello mio
XLVIII. Il successo, quello vero
XLIX. Di nuovo a casa
L. Regresar a México
LI. Tunnel of Love
LII. Goin’ Cali

Parte terza – Living proof
LIII. Living Proof
LIV. La rivoluzione rossa
LV. Novità
LVI. Los Angeles brucia
LVII. Going to the Chapel
LVIII. Terremoto Sam
LIX. Streets of Philadelphia
LX. The Ghost of Tom Joad
LXI. L’uomo dell’Ovest
LXII. La donna dell’Est
LXIII. Re del New Jersey (io e Hollywood)
LXIV. Bringing It All Back Home
LXV. Revival
LXVI. The Rising
LXVII. Il selvaggio Est
LXVIII. The Seeger Sessions
LXIX. Magic
LXX. Super Bowl
LXXI. Avanti tutta
LXXII. Wrecking Ball
LXXIII. Perdere la pioggia
LXXIV. Il tour di Wrecking Ball
LXXV. Da zero a sessanta in un batter d’occhio
LXXVI. Garage Land
LXXVII. High Hopes
LXXVIII Il fronte domestico
LXXIX. Long Time Comin’

Epilogo
Note
Referenze iconografiche
Ringraziamenti