BLADE RUNNER di Ridley Scott: Collector’s Edition 30° Anniversario in Blu-Ray
“Blade Runner”, il Noir che Ridley Scott girava nel 1982 traendolo da un racconto di Philip K. Dick, occupa una posizione di rilievo nell’immaginario collettivo come uno dei maggiori capolavori del Cinema di Fantascienza.
Un film ‘Cult’, una pietra miliare la cui popolarità è andata crescendo anno dopo anno, nonostante l’iniziale flop al botteghino, fino a rappresentare un’autentica rivoluzione nell’ambito del genere di appartenenza, una nuova frontiera per il cinema Sci-Fi, che ha trasformato la Fantascienza, solitamente relegata ad una fruizione di ‘serie-b’ (fatto salvo, ovviamente, un altro capolavoro come “2001: Odissea nello Spazio” di Stanley Kubrick, che l’aveva preceduto nel 1968), in un genere dal respiro classico ed autorale, con molteplici e stratificati livelli di lettura. L’importanza di “Blade Runner” (che tradotto in italiano sta per ‘colui che corre sul filo del rasoio’) è tale perché travalica i semplici confini del racconto fantascientifico per imporsi come riflessione più ampia e acuta sulla condizione di un’umanità, quella nostra, proiettata verso un futuro ambiguo e irto di difficoltà, di misteri irrisolti e di enigmi sempre più inestricabili. I primo piano, leggendo tra le righe della trasposizione cinematografica del magnifico racconto di Dick, “Do androids dreams of electric sheep?“, troviamo la desolazione cui l’uomo si è relegato con l’utilizzo distorto della tecnologia e la fine cui si sta avviando. Inoltre gli estimatori lo apprezzano per la novità narrativa relativamente ai modelli fantascientifici tradizionali e per il fatto di anticipare i primi canoni del cyberpunk in seguito largamente utilizzati. Vi si narra, in un futuro post-apocalittico e in uno scenario quanto mai dark, di un insolito poliziotto, Rick Deckard, che ha il compito di ‘ritirare’ e ‘terminare’ (nel senso di ‘uccidere’) una serie di sofisticati androidi (i Nexus 6, Leon, Zhora, Pris e Roy) che non sono più controllabili dal sistema e sono pericolosi per la comunità: si sono ribellati e non vogliono più essere sfruttati dagli uomini, rispetto ai quali si ritengono più forti ed intelligenti. Chiamati ‘Replicanti’ questi sono androidi organici costruiti in laboratorio con genoma umano, ma resi molto più forti. Rick (un magnifico ed indimenticabile Harrison Ford) è un uomo disincantato e nauseato, nel cui intimo si alimentano i dubbi e le incertezze sulla bontà del proprio operato, che si accrescono a dismisura quando fa la conoscenza della splendida replicante Rachel (l’incantevole Sean Young), di cui si innamora. A capo degli androidi c’è Roy Batty (un altrettanto magnifico ed indimenticabile Rutger Hauer), costoro sono alla ricerca di colui che li ha creati perché dia loro un’anima ed un’identità di sentimenti riconoscibile e significativa, perché loro percepiscono di poter avere delle ‘emozioni’, visto che il loro destino fallace è legato a soli quattro anni di esistenza programmata… “More Human than Human” è il motto-beffa della fabbrica di replicanti.
“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginare: navi in fiamme al largo dei Bastioni di Orione e i raggi Beta balenare nel buio presso le porte di Tannhauser. Tutti quei momenti andranno persi nel tempo come lacrime nella pioggia. E’ tempo di morire.” (Roy Batty)
Ho sempre scritto, quando mi è capitato di parlarne in passato, che la Los Angeles del 2019 impressa nelle immagini del film di Scott, una città futuribile sviluppata in verticale, perforata da bagliori artificiali e battuta da una pioggia battente e incessante, con quel caotico via vai di gente multietnica (con una una prevalenza di orientali) ai piedi dei grattacieli, mi ricordava molto la Hong Kong in cui mi recai nell’85, nelle cui vie pioveva anche a ciel sereno a causa degli innumerevoli condizionatori d’aria collocati all’esterno degli edifici. Il finale del film (che è stato pure oggetto di un differente ‘Final Cut’), a differenza del libro, si apre alla speranza, con la luce che finalmente squarcia l’oscurità cui è relegata l’intera narrazione e con la fuga di Deckard e di Rachel verso un altro destino. Le musiche iconiche sono opera di Vangelis, la fotografia invece di Jordan Cronenweth. Una curiosità relativa alle immagini del finale che si alternano ai primi piani di Harrison Ford e di Sean Young: erano state girate da Stanley Kubrick per l’incipit di “Shining” (quando la macchina di Jack Nicholson sta raggiungendo l’Overlock Hotel tra le montagne) e donate a Ridley Scott che – pare – avesse problemi di budget. Un’altra curiosità che interesserà i cinefili è relativa al bellissimo e famosissimo monologo finale di Roy Batty, in punto di morte, che pare non fosso previsto nella sceneggiatura ma sia stato proposto al regista dallo stesso interprete Rutger Hauer. La “Director’s Cut” è la versione del film uscita nel 1992, dieci anni dopo quella iniziale, ed è quella voluta dal regista prima d’essere modificata della produzione per esigenze commerciali. Non sono molte le differenze ma tutte abbastanza significative e tali da rendere indiscutibilmente ancora più ‘Noir’ ed efficace il senso profondo del film: non c’è più la voce fuori campo, quella del protagonista che narra la vicenda; non c’è più il finale foriero di speranza; vi si aggiunge la “scena dell’unicorno” (per i cinefili ricordiamo che era presente in “Legend”) che in qualche misura lascerebbe supporre la natura di replicante di Deckard.
(immagini per cortese concessione della Warner Bros. Pictures/Warner Home Video)
Warner Home Video ha pubblicato un magnifico cofanetto da collezione per il 30° anniversario del film culto, contenente un gadget e 3 dischi Blu-Ray (collocati in una custodia amaray all’interno della confezione). Vi sono inclusi una copia della versione ‘Final Cut’ ed altre quattro versioni della pellicola: la Versione Cinematografica Originale (‘82), Versione Cinematografica Internazionale (‘82), Versione Director’s Cut (‘91) e la rara Versione Copia Lavoro. Vi troverete inoltre foto di produzione prima inedite (con più di mille immagini d’archivio in alta definizione), un libretto di 72 pagine con note di produzione e come gadget una riproduzione da collezione della “Spinner” realizzata a partire da una bozza di Syd Mead. Infine gli extra propongono le oltre 10 ore di contenuti speciali presenti già nell’edizione in DVD del 2007. Nota Bene: l’introduzione di Ridley Scott e i tre commenti audio non sono sottotitolati. Il primo disco contiene la “Final Cut” e l’edizione di “Blade Runner” che sono già state pubblicate in Blu-Ray nel 2008. Blu-Ray che già si era distinto per l’ottima resa qualitativa del video in virtù del restauro messo in essere dalla nuova scansione a 4K (che arriva a 8K per alcune scene riprese in 70 mm e che sorprendono per bontà) che garantisce pulizia, compattezza e brillantezza prima sconosciute. Qualche leggero artefatto è dovuto all’età della pellicola e sicuramente si è trattato di problematiche insormontabili. Il colori rispecchiano le scelte fatte in sede di realizzazione dal Direttore della Fotografia Jordan Cronenweth. Il comparto sonoro si colloca un gradino sotto allo ‘stupore’ suscitato dalle immagini video: soddisfacente la dinamicità del TrueHD originale, come pure la percezione della spazialità sonora dislocata sull’intero arco dei diffusori, un po’ meno il Dolby Digital 5.1 della versione italiana che non riesce proprio a scrollarsi di dosso il peso degli anni sul groppone e non ‘assiste’ adeguatamente, come si sarebbe auspicato, la brillantezza raggiunta dalla resa video.Sul secondo disco invece troviamo la novità più interessante; le tre versioni d’archivio in alta definizione del film: quella cinematografica, quella internazionale (che si differenzia da quella proiettata negli Stati Uniti dove vennero eliminate un paio di brevi sequenze ritenute troppo violente) e la “Director’s Cut” del ‘92, con le differenze di cui abbiamo già parlato. Per tutte c’è una brevissima introduzione di Ridley Scott. Le immagini sono buone ma non così curate come il precedente disco perché, ovviamente, l’interesse per queste versioni è puramente cinefilo e di ‘studio’; così che la traccia audio originale (sebbene pulita) è in semplice Dolby Digital 5.1 (quella l’italiana in Dolby Digital 2.0), priva delle prerogative principali del multicanale.
Nel terzo disco trova posto l’interessante (ed inedita) copia lavoro del film in High-Def con audio inglese DTS-HD (e sottotitoli in italiano). Inutile ribadire che l’interesse è esclusivamente d’ordine storico e cinefilo perché certo la qualità di video e audio non sono assolutamente all’altezza di quanto è possibile godere dalla visione del primo disco. Su questo disco però trovano posto i contenuti speciali che sono davvero tantissimi e che fanno meritare all’edizione per il 30° Anniversario il massimo dei voti per quel che riguarda gli Extra.
Vi sono presenti una ‘Photo Gallery’ in HD, divisa per sezioni, con oltre 1000 immagini (foto di scena, storyboard, disegni, bozzetti); il documentario già conosciuto “Dangerous Days” curato da Charles de Lauzirika (un ‘must’ di 214 minuti di filmati divisi in otto capitoli con curiosità e retroscena sulla lavorazione), un viaggio affascinante attraverso la complessa genesi e la travagliata realizzazione di “Blade Runner”; uno speciale sulle diverse edizioni della pellicola (“Tutte le nostre varianti futures: dal workprint al final cut“), e quindi l’intero corpo dei contenuti speciali proposti nella precedente ‘Definitive’ edizione a 5 dischi in DVD del 2007, suddivisa in tre sezioni (però in Standard Definition, ma tutto sottotitolato in italiano). Nella sezione Inizio c’è un omaggio a Philip K. Dick (14′), una featurette sulle differenze rispetto al romanzo (15′) e alcune interviste allo stesso scrittore (15′); nella sezione Produzione ci sono featurette sul graphic design (14′), sui costumi e il look del film (21′), uno speciale sul direttore della fotografia Jordan Cronenweth (20′), i provini a Nina Axelrod e Stacey Nelkin (9′) e 24 scene tagliate o alternative con l’introduzione del regista (per complessivi 48’); la sezione Longevità prevede tre promo dell’epoca (36’), il lavoro sulla locandina del film (9′), un approfondimento sulla vera natura di Deckard, se sia o meno un replicante (9′), il racconto di fan e registi su come “Blade Runner” abbia cambiato la loro vita (21′) e infine alcuni trailer e spot tv. La confezione comprende anche un piccolo libro ribaltabile (diviso in due parti di 36 pagine); da una parte troviamo “The Art of Blade Runner“, che contempla disegni e progetti su vari elementi del film, dall’altra c’è la sezione “From The Archive“, con belle immagini in B&N del ‘Dietro le Quinte’. Infine viene offerto un modellino di una delle auto volanti che nel film solcano il cupo cielo di Los Angeles. Si può davvero affermare senza timore di smentita alcuna che questo cofanetto rappresenta davvero il più completo assemblaggio di materiali di quest’opera fondamentale visto che tra l’altro riunisce finalmente tutte le versioni del film.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
NOTE TECNICHE
Il Film
BLADE RUNNER – Collector’s Edition 30° Anniversario
(Blade Runner)
Usa, 1982, 118’
Regia: Ridley Scott
Cast: Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young, Edward James Olmos, M. Emmett Walsh, Daryl Hannah, William Sanderson, Brion James, Joe Turkel, Joanna Cassidy, James Hong, Morgan Paull, Kevin Thompson, John Edward Allen, Hy Pyke.
Note tecniche della pellicola:
Film girato in: 65 mm (effetti speciali) e 35 mm.
Proiettato in: D-Cinema, 35 mm e 70 mm.
Rapporto immagine: 2,20 : 1 (70 mm) e 2,35 : 1.
Colore: della Technicolor.
Formato audio: DTS 70mm e Dolby (35mm).
Informazioni tecniche del Blu-Ray
Video: 2.40:1 / HD 1920x1080p (AVC MPEG-2)
Audio: Inglese PCM 5.1
Italiano, Inglese, Spagnolo, Francese Dolby Digital 5.1
Distributore: Warner Home Video
Prezzo: Euro 44,90 [3 BD + gadget]