Musica

BLACK & WHITE NIGHT 30 di Roy Orbison

 

 

 

 

Roy Kelton Orbison (Vernon, 23 aprile 1936 – Hendersonville, 6 dicembre 1988) è stato uno dei padri fondatori del rock‘n’roll – sebbene siano in pochi a saperlo – quando assieme a Elvis Presley e Johnny Cash, con i quali incideva per la mitica Sun Records, si rese divulgatore di questa dirompente nuova musica alla metà degli anni Cinquanta.

Sono stati pochi gli artisti che hanno messo in mostra un talento musicale genuino come Roy Orbison; lui, texano di Vernon, classe 1936, è stato uno dei più importanti divulgatori del Rock della prim’ora – amato da Elvis Presley che lo definì il più grande cantante del mondo – ed al contempo uno degli artisti più sfortunati sulla scena: la moglie morta in un incidente motociclistico, due degli allora tre figli uccisi nell’incendio della casa, egli stesso operato a cuore aperto all’età di 41 anni e poi morto per infarto nell’88 a soli 52 anni. Cantante e songwriter, Roy diede inizio alla sua carriera quando Elvis e gli Everly Brothers scartarono una canzone da lui scritta nel 1960, “Only the Lonely”. Il brano divenne un grandissimo successo internazionale consacrando la bravura del suo autore. A questo seguirono altri hit indimenticabili a comporre uno straordinario repertorio di ballate romantiche e dolenti, in un mix di blues, rockabilly e bluegrass, che hanno fatto sognare più di una generazione, ma solo a posteriori perché Roy è uno di quelli che ha raccolto assai meno di quanto ha seminato. Il periodo di maggiore successo di Roy durò fino alla metà circa dei Sessanta, durante il quale, oltre a proporre i suoi maggiori successi (“Only the Lonely”, “In Dreams”, “Running Scared”, “Oh, Pretty Woman”) fu spesso in tournée con nomi famosi quali Beatles (divenne grande amico di John Lennon e George Harrison), Beach Boys, Rolling Stones. Grassottello e bruttino, miope e sofferente di cuore fin dall’infanzia, non aveva certamente l’aspetto richiesto dall’industria per sostenere il suo ruolo di rocker, tant’è che l’etichetta di figura triste e solitaria non lo ha mai abbandonato, ma Roy possedeva una voce in falsetto unica, capace di spaziare dalle tonalità più basse a quelle più alte con estrema facilità. Solo tardivamente, negli ultimi anni della sua esistenza, e grazie all’appassionato contributo di alcuni discepoli illuminati (a costruire con Orbison il supergruppo Traveling Wilburys furono Bob Dylan, George Harrison, Tom Petty e Jeff Lynne, mentre John Lennon aveva dichiarato a suo tempo di essersi ispirato a lui nel comporre “Please Please Me”), la sua stella è tornata a brillare e Roy ha potuto rendere più lieve il suo disappunto. Così deve essere sembrato un sogno per lui – che si è portato dietro sempre un’aura da menagramo per quel look caratterizzato da occhiali scuri perennemente calati a nascondere gli occhi e per le tragedie familiari che lo hanno colpito – quando nel 1987 un pugno di artisti baciati dalla fama, ma che erano cresciuti ascoltando la sua musica, gli si è riunito intorno con fare reverente. Bruce Springsteen (che a suo tempo gli aveva dedicato “Thunder Road”), Elvis Costello, Jackson Browne, Tom Waits, Bonnie Raitt, Jennifer Warnes, k.d. Lang, J.D. Souther, coordinati da T. Bone Burnette in veste di produttore, hanno indossato i panni di coloro che volevano dire grazie in modo tangibile ad Orbison degli insegnamenti trascorsi e si sono messi al suo servizio per il leggendario concerto al Coconut Grove di Los Angeles del 30 settembre (c’era la TCB Band che accompagnava Presley tra la fine dei ’60 e i ’70), poi uscito postumo su disco col titolo di “Black & White Night” nel 1989 dopo la sua morte. Roy stava vivendo un momento di rinascita dopo che David Lynch nell’86 per “Blue Velvet” aveva utilizzato la sua “In Dreams” e si era unito da qualche tempo ai Traveling Wilburys. Anche un video ha immortalato l’indimenticabile serata. Non si poteva rendere omaggio più partecipe di questo ad un artista (all’epoca del tributo) ancora in vita, cantore di amori sfortunati e solitudini esistenziali. È davvero sorprendente come musicisti celebrati quali quelli citati abbiano saputo mettersi con devozione ed assoluta discrezione al servizio di Roy, senza esibire momenti autoreferenziali, e questo atteggiamento esalta ancora di più l’importanza dell’artista e il peso che egli ha avuto nell’evoluzione della musica Rock. La sua musica è la migliore testimone del suo talent e questo concerto il più vivido esempio per conservarne memoria visiva. Si diceva di Bruce Springsteen che gli ha dedicato “Thunder Road”: “The screen door slams, Mary’s dress waves / Like a vision she dances across the porch as the radio plays / Roy Orbison singin’ for the lonely / Hey, that’s me and I want you only” sono i versi di apertura del brano con cui il Boss rendeva il personale tributo a Orbison e alla sua “Only the Lonley”. Tra le sue migliori canzoni, oltre la già citata “Only The Lonely”, ci sono “Crying”, “Oh, Pretty Woman”, rilanciata in pompa magna dal successo del film “Pretty Woman” con Julia Roberts e Richard Gere nel 1990, “In Dreams”, “Dream Baby“, “Running Scared“ e “Blue Bayou”, destinati non solo agli appassionati di sempre ma anche a chi non lo conosce: è la maniera migliore per imparare ad amarlo. Sono trascorsi trent’anni da quello show (trasmesso sul canale HBO mesi dopo il 3 gennaio 1988) del ritorno di Orbison in grande spolvero ed oggi la Sony Music celebra l’anniversario pubblicando in un’elegante confezione fould-out tripla il CD e il Blu-Ray (o il DVD) video di allora,completamente rimasterizzati e rivisitati nella scaletta, ed integrati da cinque bonus-track di versioni alternative di alcuni dei brani. Della selezione dei materiali si sono occupati i figli di Orbison, i fratellastri Alex e Roy Jr., titolari della Roy’s Boys che gestisce il catalogo dell’artista, i quali, per il lavoro di restauro, con l’aiuto del montatore Luke Chalk e di Richard Dodd (per il sonoro), sono partiti proprio dalle registrazioni originali ma non si sono limitati solo a ciò perché in effetti hanno quasi re-impaginato lo show televisivo di 30 anni fa, ampliando, grazie ai materiali extra, l’impatto visivo e sonoro, ma soprattutto restituendo l’ordine esatto di esecuzione dei brani così come li avevano vissuti i fortunati presenti a quell’evento. Il comparto sonoro del Blu-Ray offre l’opzione per tre tracce audio: DTS-HD Master Audio 5.1, Dolby Digital 5.1 e PCM stereo a due canali, e sono tutti di ottima fattura. Il comparto degli Extra prevede un’integrazione del concerto con cinque brani in versioni alternative (“Dream You”, “Comedians”, “Candyman”, “Claudette” e “Uptown”) di un ‘secret concert’ registrato dopo lo show e finora sconosciuto. Questi brani sono presenti sul Blu-Ray e non sul CD, e vengono regalati in download (per mezzo di un codice) agli acquirenti del prodotto. Ci sono anche 33 minuti ulteriori di documentario con prove, interviste con Springsteen e Costello più una galleria di 20 foto. Nuove note di copertina vergate dal figlio di Orbison, Roy jr.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 


(immagini per cortese concessione della Roy’s Boys/Legacy/Sony Music Enrertainment)

NOTE TECNICHE

ROY ORBISON 
Black & White Night 30 (CD + Blu-Ray)
(Black & White Night) 30
Usa, 1989/2017, 70’
Interpreti: Roy Orbison, Bruce Springsteen, Elvis Costello, Tom Waits, Bonnie Raitt, Jennifer Warnes, k.d. Lang, J.D. Souther, Jackson Browne, T. Bone Burnette.
Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect Ratio: 1.78:1 1920x1080p/AVC MPEG-4
Audio: Inglese DTS-HD Master Audio 5.1 / Dolby Digital 5.1 / English: LPCM 2.0
Distributore: Roy’s Boys/Legacy/ Sony Music

 

TRACKLIST (CD e Blu-Ray):
01. Only the Lonely – Live – (02:38)
02. Leah – Live – (03:01)
03. In Dreams – Live – (03:02)
04. Crying – Live – (03:02)
05. Uptown – Live – (03:22)
06. The Comedians – Live – (03:30)
07. Blue Angel – Live – (03:05)
08. It’s Over – Live – (03:14)
09. Running Scared – Live – (02:22)
10. Dream Baby (How Long Must I Dream) – Live – (03:47)
11. Mean Woman Blues – Live – (02:56)
12. Candy Man – Live – (03:29)
13. Ooby Dooby – Live – (04:08)
14. Blue Bayou – Live – (03:11)
15. Go! Go! Go! (Down the Line) – Live – (05:31)
16. (All I Can Do Is) Dream You – Live – (03:31)
17. Claudette – Live – (03:04)
18. Oh, Pretty Woman – (Live) [ALT Version] – (02:52)
19. Oh, Pretty Woman – Live – (06:06)