BIRDMAN di Antonio Sanchez/AA.VV.
ARTISTA: ANTONIO SANCHEZ/AA.VV.
TITOLO: Birdman
ETICHETTA: Milan/Warner Music
ANNO: 2014
Dopo diversi tentativi, e svariate nomination inanellate, “Birdman” ha rappresentato finalmente la grande occasione per Alejandro Gonzalez Inarritu: il film, che nell’agosto 2014 ha aperto la 71ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ha ricevuto ben nove candidature agli Oscar 2015, vincendone quattro (Miglior Film, Miglior Regia, le due più prestigiose, oltre a Miglior Sceneggiatura Originale e Miglior Fotografia); ha inoltre ricevuto sette candidature ai Golden Globe 2015, aggiudicandosene due. “Birdman” è una commedia nera che ironizza su quell’invadenza debordante dei social media, che il regista messicano ha definito ‘genocidio culturale’, ed è interpretata da uno straordinario (e redivivo) Michael Keaton, anch’egli in ‘Nomination’ per la statuetta. “Il ritmo nel Cinema è tutto”, ha dichiarato Inarritu; così dopo il sodalizio esclusivo con l’argentino Gustavo Santaolalla, che ha composto le colonne sonore di tutti i suoi film (“Amores perros“, “21 grammi“, “Babel“, “Biutiful“), il regista per questo suo ultimo lavoro ha rivoluzionato quanto consolidato nel tempo ed ha affidato (insolitamente) lo score al batterista jazz Antonio Sanchez (tra i più acclamati del momento), il quale, alla prima esperienza in questo ambito, ha donato al film un climax quanto mai innovativo incentrato sul basilare apporto delle percussioni. Un approccio free e decisamente avant-garde, poiché Sanchez oltre a soddisfare puntualmente qualsiasi richiesta recapitatagli dal regista si è preso la libertà di produrre una serie di improvvisazioni “libere” e creative, assai aderenti alla tensione drammatica dell’ambizioso progetto filmico, che hanno ottenuto il consenso finale di Inarritu. Brillano soprattutto brani quali “Strut (Part II)” e “Doors And Distance“, in cui si avvertono forti le radici musicali jazz dell’improvvisato (ma non banale) compositore. La sua natura così poco convenzionale non ha consentito a questo score di entrare nella cinquina dei pretendenti all’Oscar. Integrano il CD una serie di brani classici di Gustav Mahler, Maurice Ravel, Pyotr Ilyich Tchaikovsky e Sergei Rachmaninov oltre al “Prologue: Chorus of Exiled Palestinians” di John Adams.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA