BENVENUTI A MARWEN di Robert Zemeckis in Blu-Ray
L’ennesimo colpo di genio di Robert Zemeckis, “Benvenuti a Marwen”, è un piccolo, meraviglioso gioiello che ci riconcilia con il senso profondo che ognuno di noi debba dare allo spettacolo cinematografico. Arriva in Blu-Ray distribuito da Universal Pictures Home Entertainment.
Indubbiamente un regista di Culto e dalla profonda fascinazione per il cinema fantastico, Robert Zemeckis ===Consulta la Filmografia=== ha contraddistinto con il suo Cinema creativo e spettacolare, sovente inafferrabile e senza tempo, ma anche intimo e riflessivo, gli ultimi 35 anni della storia del cinema, mettendo a segno un numero significativo di opere originali, accattivanti e di successo, a metà strada fra l’intrattenimento mainstream e una riconoscibile impronta autoriale che negli anni Ottanta e Novanta lo ha accreditato come il più credibile degli antagonisti di Steven Spielberg. Come si possono dimenticare film quali la trilogia di “Ritorno al futuro”, “La morte ti fa bella”, “Forrest Gump”, “Contact”, “Le verità nascoste”, “Castaway”, “The Walk” o “Flight”, ma anche “Chi ha incastrato Roger Rabbit?”, “Polar Express”, “La leggenda di Beowulf” e “A Christmas Carol” opere importanti in cui a farla da padrone è stata la computer graphic e con le quali il regista si è affermato come un pioniere del settore, abile nel sapere mettere in stretta connessione il mondo della realtà con quello fantastico su diversi piani temporali, gli attori in carne e ossa, in ‘live action’ e personaggi in ‘motion capture’. Proprio a questo ultimo gruppo di film ci riconduce pure “Benvenuti a Marwen”, con la differenza che in questo caso la tecnica computerizzata non è solo uno strumento espressivo ma quasi il tema centrale. A legare i numerosi titoli della filmografia di Robert Zemeckis è sempre il filo della sperimentazione, nella ricerca quasi ossessiva di riuscire forse un giorno ad amalgamare compiutamente e definitivamente la realtà e l’immaginazione. In “Benvenuti a Marwen”, che ha più di un’assonanza con “Forrest Gump”, ispirandosi ai fumetti tipo ‘Guerra di eroi’, si racconta la storia autentica ed incredibile di Mark Hogancamp, un disegnatore trentenne con la passione per le scarpe femminili (ne possedeva 287 paia) che amava indossare, che nell’aprile 2000, all’età di 38 anni, venne aggredito in un pub da tre uomini e ridotto in fin di vita per aver confessato in stato di ubriachezza la sua passione feticistica. Con la conseguente, traumatica, perdita di memoria l’uomo trovava un modo singolare per raccontare la sua personale vicenda costruendosi un universo parallelo fatto di bambole e pupazzi (tipo Barbie e Big Jim) e storie di guerra ambientate nella II guerra mondiale. Uno dei pregi principali del film di Zemeckis, che rimane autore assai coraggioso, è quello di svolgersi su un doppio binario: da un lato assistiamo alla tormentata esistenza quotidiana del protagonista, alle prese con tormenti e incubi, e dall’altra, apprezziamo molto il raffinato aspetto tecnico con, in primo piano, l’animazione digitale che rimanda alla stop-motion, quando affronta il mondo di fantasia costruito intorno alle imprese avventurose dell’alter-ego Hogie, il soldato americano circondato da una banda di donne guerriere che riproducono le sembianze delle donne con cui Mark ha a che fare nella realtà, e la variabile impazzita di una strega manipolatrice e gelosa, Dejah Thoris, che fa sparire le donne che si avvicinano troppo all’eroe. Il tutto viene offerto muovendosi con grazia ed efficacia tra cinema visionario, fiaba e realtà, tra gioco e arte, e dramma psicologico, attraverso svariati generi cinematografici, in un delicato fra riflessione e spettacolo. La vicenda non si svolge a Marwen, in Belgio, durante la Seconda guerra mondiale, come il titolo lascia supporre ma su un set in miniatura, allestito meticolosamente da Mark, che un bambino potrebbe interpretare come ‘giocare ai soldatini’. A scrivere, assieme a Zemeckis, una sceneggiatura in chiave vagamente gotica, è stata Caroline Thompson che, tra l’altro, aveva in passato collaborato ai film di Tim Burton “Edward Mani di Forbice”, “La sposa cadavere” e “Nightmare Before Christmas”. E il film ha preso forma partendo da un documentario, “Marwencol” di Jeff Malmberg del 2010, che raccontava la vita dell’ illustratore americano Mark Hogancamp, ma soprattutto faceva conoscere al pubblico la sua arte, un universo in miniatura costruito nel giardino di casa, grazie al quale Mark, ha ricreato (e fotografato) con dovizia di particolari una serie di situazioni che hanno avuto per protagonisti bambole pupazzi di plastica, mettendo in scena i suoi incubi con l’intento di rielaborare e metabolizzare (per tornare a ‘vivere’) il trauma subito, di cui si parlava in precedenza, dopo la violenta aggressione fisica omofoba che lo ha lasciato quasi senza memoria. Risvegliatosi dopo nove giorni di coma con un danno cerebrale e il corpo frantumato, l’ex soldato ha perso cognizione di gran parte del suo passato e cerca di curarsi con la sua arte, costruendo nel suo giardino il villaggio belga di Marwen in miniatura, laddove l’alter-ego di Mark, Hogie, è un pilota americano, in lotta contro i nazisti, protetto da un gruppo di donne. Sono molti i temi che si intrecciano nello sviluppo narrativo, dalla creazione artistica vista come forma di terapia, alla fuga dalla realtà e il rifugio in una trasfigurazione fantastica, senza trascurare l’omofobia, la diversità e la dipendenza da oppiacei, utilizzati non solo per terapia medica, vere e proprie emergenze della società contemporanea. Zemeckis ribadisce la natura ottimistica ma inquieta del suo cinema con i suoi eroi sempre in lotta contro un’ossessione o una dipendenza, e che provano ad evadere da una prigione mentale (o fisica) attraverso imprese fuori dal normale. Una nota di merito va a Steve Carell che va sempre di più definendosi come figura di spicco del cinema americano ‘mainstream’. “Benvenuti a Marwen”, la nuova, grandiosa, fantastica sfida di Robert Zemeckis, che, ripeto, è un film delizioso e da non perdere, è costato 40 milioni di dollari e purtroppo è stato un clamoroso flop, incassando negli Usa solo 11 milioni di dollari (e 13 in tutto il mondo; in Italia al Box Office, ha incassato la miserevole cifra di 413 mila euro.
TECNICA
Il riversamento in High-Definition è stato realizzato da Universal Pictures Home Entertainment in una edizione Blu-Ray impeccabile, sia sotto il profilo Video che Audio, senza attenzioni ‘speciali’ ma pur sempre nell’ordinarietà dei prodotti di qualità medio-alta delle Major negli ultimi tempi. L’ottima qualità delle immagini esalta il significativo lavoro degli effetti in CGI. L’aspect-ratio è lo stesso 2.39:1 del grande schermo, l’Audio è in Dolby TrueHD per la versione originale inglese e semplice, ma comunque confortevole, Dolby Digital 5.1 per l’italiano e per il francese. Su questo fronte sappiamo bene come Universal Pictures potrebbe fare meglio di gran lunga. I Contenuti Speciali prevedono otto Scene Eliminate più alcune preziose seppur brevi featurette: “I cittadini di Marwen” (3’) e “La costruzione di Marwen” (4’) a trattare degli aspetti tecnici del film, “Un regista visionario” (5’) dedicata a Robert Zemeckis, “Bambole viventi” (4’) incentrato sulla realizzazione delle bambole.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione della Universal Pictures)
NOTE TECNICHE
Il Film
BENVENUTI A MARWEN
(Welcome To Marwen)
Usa, 2018, 116’
Regia: Robert Zemeckis
Cast: Steve Carell, Leslie Mann, Diane Kruger, Merritt Wever, Janelle Monáe, Eiza González, Gwendoline Christie, Leslie Zemeckis, Neil Jackson, Falk Hentschel, Siobhan Williams, Matt O’Leary.
Informazioni tecniche del Blu-Ray
Aspect ratio: 2.39:1 1920x1080p/AVC MPEG-4
Audio: Inglese Dolby TRUE-HD / Italiano, Francese Dolby Digital 5.1
Distributore: Universal Pictures Home Entertainment