BATTLE HYMN di Wild Turkey
ARTISTA: WILD TURKEY
TITOLO: Battle Hymn
ETICHETTA: Esoteric Recordings/Audioglobe
ANNO: 1971/2013
Negli anni d’oro (i primissimi anni ‘70) dell’affermazione del Rock Progressivo, furono davvero copiose le pubblicazioni discografiche anche nel nostro bel paese; giustificate non solo dal fatto che le formazioni di casa nostra costituivano un’avanguardia per nulla trascurabile del fenomeno, ma anche dalla constatazione che alcuni gruppi di punta della scena britannica avevano incontrato i favori del pubblico (ed erano stati scoperti) da noi prima che in patria (Genesis, Gentle Giant, Van Der Graaf Generator). E se oggi si tende a rivalutare dischi in larga misura sconosciuti all’epoca, sull’onda di una fenomenologia nostalgica, ancora di più meritano attenzione quei dischi (minori) che pur (all’epoca) hanno trovato un posto al sole sul mercato italiano. I Wild Turkey hanno goduto a quel tempo d’una buona visibilità grazie al band-leader, Glenn Cornick, che è stato uno dei fondatori dei Jethro Tull, distaccatosene nel 1970 (per incompatibilità caratteriali con gli altri membri più che per dissonanza di vedute artistiche) all’indomani della realizzazione di “Benefit”; solo un momento prima del grande successo ottenuto con “Aqualung”. Era stata la stessa Chrysalis, etichetta dei Jethro, a spingere il bassista ad aggregarsi ai Wild Turkey, formazione che subito mostrava di possedere una buona attitudine verso atmosfere progressive acustiche e/o elettrificate. “Battle Hymn” è il disco di debutto che non passò inosservato all’epoca, e non si discosta eccessivamente dal solco tracciato da gruppi come i Jethro Tull o i Gentle Giant, magari privilegiando (con meno cerebralità) un ventaglio di stili che vanno dal folk all’heavy metal; nulla di particolarmente originale ma sicuramente distintivo dei tempi. Ovviamente il basso di Cornick riveste un ruolo portante nell’economia del gruppo ed un certo rilevo acquisisce il contributo vocale del frontman Gary Pickford-Hopkins (ex Eyes of Blue), e a completamento della line-up il chitarrista Tweke Lewis, un secondo chitarrista, Jon Blackmore e Jeff Jones (batteria e percussioni). Il brano d‘apertura “Butterfly” è un omaggio a Hendrix mentre “Good Old Days” è il singolo trainante estratto a suo tempo dall’album. Per la cronaca, è disponibile anche il secondo (ed unico altro) disco della band, datato 1972 e intitolato semplicemente “Turkey”. Un paio di proditori (ma del tutto trascurabili) ritorni discografici si sono avuti nel 1996 e nel 2006.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA