A TAXI DRIVER di Hun Jang in Blu-Ray
Lo straordinario e per molti versi inaspettato trionfo di “Parasite”, di Bong Joon-ho, nella ‘notte degli Oscar’ ha riportato sotto la luce dei riflettori il cinema coreano, così come il suo protagonista principale, Song Kang-ho. “A Taxi Driver” è un ottimo esempio di quella cinematografia oggi tanto acclamata. Il film esce in Blu-Ray edito da CG Entertainment.
“Parasite”, dopo aver vinto nel maggio 2019 la Palma d’oro al Festival di Cannes, alla fine di febbraio si è sorprendentemente aggiudicato 4 statuette: per il Miglior Film (prima opera, non in lingua inglese, in assoluto a riuscirci), la Migliore Regia, la Migliore Sceneggiatura Originale e per il Miglior Film Internazionale (fino allo scorso anno categoria denominata ‘Miglior Film in Lingua Straniera), diventando anche in questi casi la prima pellicola sudcoreana ad aggiudicarsi la statuetta in tali categorie. Ma per chi segue il cinema della Corea del Sud, piccolo ma prolifico paese, questi premi rappresentano una sorpresa solo parzialmente perché è da oltre venti anni che da quella terra sono approdati nei cinema occidentali una serie di film acclamati dalla critica e premiati dall’attenzione del pubblico, segno di un messaggio e di un linguaggio originali e fortemente innovativi. Basterebbe ricordare i film di Kim Ki-Duk (“L’Isola” (2000), “Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera”, 2003, “La samaritana” 2004, “Ferro 3 – La casa vuota”, 2004, “L’arco”, 2005, “Time”, 2006, “Soffio”, 2007, “Pietà”, 2012, “Il prigioniero coreano”, 2016) oppure altre opere quali “Nowhere to Hide” (1999) di Myung-se Lee, “Memorie di un assassino – Memories of Murder” (2003) e “Madre” (2009) dello stesso regista di “Parasite”, Bong Joon-ho, “Old Boy” (2003) di Park Chan-wook, “Burning – L’amore brucia” (2018) di Chang-dong Lee, “Guns & Talks” (2001) e “Man in High Heels” (2014) di Jang Jin, “A Bittersweet Life” (2005) e il western “Il buono, il matto e il cattivo” (2008) di Kim Jee-woon, “Age of Shadows” (2016) di Kim Jee-woon, “Taegukgi” (2004) di Kang Je-gyu, “Train to Busan” (2016) di Yeon Sang-ho, ma posso assicurarvi che i film interessanti sono molti di più. “A Taxi Driver” ricostruisce in maniera efficace e coinvolgente una pagina nera della storia della Corea del Sud. La vicenda del film ruota intorno alla storia autentica del reporter tedesco Jürgen Hinzpeter che arruola l’ignaro tassista di Seoul Kim Sa-Bok per farsi condurre a Gwangju, in Corea del Sud, sui luoghi in cui c’è stata la rivolta degli studenti dell’Università Nazionale di Chonnam, che si è tenuta dal 18 al 27 maggio 1980, repressa in un bagno di sangue dall’esercito comandato dal generale sudcoreano Chun. Un massacro che è stato tenuto nascosto alla popolazione civile, per la censura imposta dalle autorità locali ai giornali e agli altri media; ma il bilancio dei morti, mai ufficializzato, parla di una cifra che varia tra le 200 e le 1000 vittime. Kim Man-seob è un tassista di Seul, vedovo, indebitato e con una figlia piccola da crescere, legatissimo alla sua macchina e con un passato da autista in Arabia Saudita. Alla ricerca di soldi per pagare l’affitto, l’uomo ‘ruba’ ad un collega un cliente straniero, il un fotoreporter
tedesco Jurgen ‘Peter’ Hinzpeter, disposto a spendere 100 mila won pur di essere portato a Gwangju; l’uomo, di base in Giappone, ha deciso di fare un reportage sull’oscura situazione di Gwangju, una cittadina blindata nel sud del Paese che il tassista riesce a raggiungere attraverso curiosi escamotage. Lo scenario che i due protagonisti si trovano di fronte è agghiacciante: fonti giornalistiche oscurate, la violenza dei militari e decine di morti. Una situazione drammatica, vista dai due personaggi in maniera opposta ma che li spingerà a portare a termine, nonostante le avversità, il proprio lavoro. L’eroica missione di Hinzpeter ha consentito di far conoscere al mondo la reale situazione di Gwangju. “A Taxi Driver” è cinema (sudcoreano) d’impegno civile, è un potentissimo film di denuncia che condanna con fermezza le i soprusi perpetrati dall’esercito e la violenta repressione armata esercitata sugli indifesi studenti. Il film è stato presentato alla 35^ edizione del Torino Film Festival, nella sezione Festa Mobile, ed è stato il candidato della Corea del Sud per la ‘nomination’ (poi mancata) all’Oscar al Miglior Film Straniero nel 2018. Tra lacrime e sangue, tra un sorriso e momenti di autentica commozione il regista Jang Hun, reduce dal discreto successo ottenuto con “The Front Line” del 2011 ma destinato a diventare presto uno dei cineasti più acclamati del proprio Paese, prova a dare delle risposte ai fatti di cronaca sanguinosi accaduti in Corea del Sud e ai temi delicatissimi che emergono dalla visione con innegabili perizia tecnica; peraltro
valorizzando, grazie alla capacità di avvincere sul piano narrativo, la figura del reporter cresciuto con i valori del giornalismo ‘verità’ americano. I due protagonisti, interpretati magistralmente dall’esuberante Song Kang-ho e dallo statuario Thomas Kretschmann, costituiscono una perfetta ‘odd couple’; il primo è approssimativo e goffo mentre il secondo è determinato e perfezionista. Che si tratti di un ‘buddy movie’ o di un ‘road movie’ i due però, dopo le iniziali incomprensioni, allacciano amicizia e trovano unità d’intenti per raggiungere l’obbiettivo prefisso così da poter documentare e filmare il massacro delle forze armate sui cittadini inermi. Il tassista è interpretato da Song Kang-ho, lo straordinario protagonista di “Parasite”, mentre il giornalista ha il volto di Thomas Kretschmann (tra i protagonisti de “Il Pianista” di Roman Polanski nel 2002, presente pure nel remake di “King Kong” del 2005 e del bellissimo “Balloon – Il vento della libertà” di Michael Herbig de 2018, e negli ultimi anno visto in “Captain America: The Winter Soldier” del 2014 e “Avengers: Age of Ultron” del 2015). Il vero tassista, che di cognome fa Kim come il protagonista del film, dopo aver preferito rimanere nell’ombra per lungo tempo, ha rivelato la propria identità solo nel settembre 2017, a seguito del successo conseguito dal film di Jang Hoon. In patria il film ha conseguito un incasso straordinario (83 milioni di dollari nella sola Corea del Sud) con più di 12 milioni di spettatori; al Box Office Usa “A Taxi Driver” ha incassato 843 mila dollari. Peccato per la totale mancanza di Extra su un Blu-Ray peraltro impeccabile sotto tutti i punti di vista (per immagini e per audio).
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione della Tucker Film/CG Entertainment)
NOTE TECNICHE
Il Film
A TAXI DRIVER
(Taeksi unjeonsa)
Corea del Sud, 2017, 137’
Regia: Hun Jang
Cast: Song Kang-ho, Thomas Kretschmann, Hae-jin Yoo, Jun-yeol Ryu, Park Hyuk-kwon, Gwi-hwa Choi, Daniel Joey Albright.
Informazioni tecniche del Blu-Ray
Aspect ratio: 2.35:1 1920x1080p (AVC MPEG-4)
Audio: Italiano, Originale DTS HD Master Audio 5.1
Distributore: Tucker Film/CG Entertainment
Consulta la pagina ufficiale del distributore www.cgentertainment.it